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sabato 2 febbraio 2013

La casa tartassata fatica a riprendersi

In trent’anni si può versare al Fisco fino al 50% del valore di un immobile

Comprare casa non significa soltanto affrontare una delle spese più grandi della vita, ma anche fare i conti rispetto alle spese fisse che essa genera.

Una ricerca pubblicata in questi giorni dal Sole 24 Ore ha stimato il peso del Fisco sull'abitazione, dai dati emerge che avendo stipulato un mutuo di durata trentennale il 45% del prezzo dell'immobile finisce nelle Casse dello Stato. In sostanza dopo 30 anni di tasse versate è possibile ricomprare la casa, si calcola, infatti, che ogni proprietario, a seconda del tipo di abitazione e del luogo in cui la compra, spenda all'anno dai 2800 ai 3800 euro di imposte.

Dai calcoli effettuati pare che in trent'anni si arrivi a versare al Fisco fino al 50% del valore dell'immobile, questo perché il proprietario quando decide di comprare deve considerare oltre alle imposte legate all'acquisto dell'immobile anche quelle relative alla sua gestione: l'Ici, l'Imu, la Tares, ossia la nuova tassa sui rifiuti, e l'Iva sulle utenze.

Notizie poco positive emergono anche da un altro studio condotto dalla Cgia di Mestre in collaborazione col Corriere Economia: per pagare tasse e contributi, quest'anno gli italiani dovranno lavorare un giorno in più, 172 giorni anziché 171. Per rendere l'idea significa che fino al 22 giugno gli italiani lavoreranno unicamente per pagare le imposte.

Un aspetto positivo per i proprietari è l'aumento delle detrazioni per le spese di ristrutturazione che sono passate dal 36% al 50% ed è aumentato anche il limite massimo sul quale è consentita la detrazione non più 48000 ma 96000 euro ad immobile. Si potranno riavere i soldi spettanti dall'Erario nell'arco di dieci anni con rate di pari importo. Le detrazioni possono essere applicate anche in caso di ristrutturazione di immobili danneggiati da calamità.

Ma anche chi affitta non è al riparo dai costi accessori, che anzi si rivelano a volte superiori a quelli di una casa di proprietà. Federconsumatori ha fatto i conti dei costi fiscali sia per chi compra che per chi affitta.

L’O.N.F. - Osservatorio Nazionale della Federconsumatori - ha calcolato per il 2013 i costi relativi al mantenimento di una casa. Per farlo ha preso come riferimento un appartamento tipo di 90 mq in una zona semicentrale di una grande area metropolitana. Per prima cosa ha riscontrato come le spese siano aumentati mediamente del 4%.

I costi complessivi  ammontano rispettivamente, nel 2013 a:

- 1694,70 euro al mese per un appartamento in affitto (+61,50 euro al mese rispetto al 2011)
- 1164,45 euro al mese per un appartamento di proprietà (+49,80 euro al mese rispetto al 2011)

Far lievitare tali spese sono, anche quest’anno, i continui aumenti delle spese per la luce, il riscaldamento, il gas e l’acqua, nonché l’incredibile aumento (+25%) previsto per la nettezza urbana con l’introduzione della nuova tares.

Si prospettano aumenti anche relativamente ai costi connessi alle spese di manutenzione, la cui crescita potrebbe essere spinta dall’aumento dell’iva da luglio.


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