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giovedì 24 novembre 2016

Il mattone italiano piace agli stranieri

Pochi giorni fa, a Londra, si è tenuto un incontro tra professionisti per discutere del Real Estate italiano e di quanto sia popolare tra gli acquirenti stranieri. I dati parlano di uno scenario decisamente positivo, con ottime possibilità di sviluppo futuro. Il 70% delle transazioni avvenute nell’ultimo anno, infatti, è stato effettuato da gruppi di acquirenti provenienti dall’estero attratti da diversi fattori che stanno caratterizzando questo momento storico del mattone italiano.

Da una parte vi è, come hanno sottolineato gli esperti, un’aria riformistica che aleggia sull’Italia e che sembra irreversibile; inoltre il nostro Paese viene percepito come stabile al momento, nonostante l’incertezza del referendum che, però, per chi investe non è una minaccia. Dall’altra parte ci sono degli operatori di settore sempre più preparati e bravi che stanno portando l’Italia alla corsa verso l’allineamento con gli altri Paesi europei. A questo si aggiungono i diversi processi di privatizzazione e le vendite messe  in pratica dalle banche, ottime prospettive per chi vuole investire nell’immobiliare italiano.

Cosa compra in Italia chi arriva dall’estero? I settori più consolidati in questo senso sono i due classici dell’investimento, ossia gli uffici e i negozi nei centri delle città più grandi. Ma, come è emerso dalla Italian Real Estate Conference, stanno prendendo piede anche gli acquirenti stranieri di hotel, case di cura e residenziale; in particolar modo, in quest’ultima area del mattone, si investe negli appartamenti per studenti e in quelli dal taglio più piccolo per i lavoratori fuori sede. Negli interventi dei diversi relatori si è più volte sottolineato come l’attuale situazione italiana per ciò che riguarda l’appeal del mattone fuori dai confini nazionali è soltanto un inizio e una frazione di ciò che potrà diventare.

- Immobiliare.it 22 novembre 2016

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martedì 8 novembre 2016

Istat: compravendite di case in aumento del 20% nel secondo trimestre 2016

Sulla ripresa del mercato immobiliare arriva anche la conferma dell’Istat, che certifica un +20% di compravendite da aprile a giugno di quest’anno. Confermando appunto il trend registrato dall’Agenzia delle Entrate a metà settembre.

«Nel secondo trimestre 2016 le convenzioni notarili di compravendita per unità immobiliari (194.620) – nota l’istituto di statistica – accelerano la crescita, segnando un +20,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dopo il +17,9% registrato nei primi tre mesi dell’anno. Questo risultato positivo riguarda tutti i comparti immobiliari e l’intero territorio».
Si consolida quindi una ripresa che «nasce dal secondo trimestre del 2015 (+6,2%)» mentre «il minimo storico era stato raggiunto nel quarto trimestre del 2012 (-25,7%), anno in cui le variazioni sono state fortemente negative in tutti i trimestri».


Bologna e Milano trainano le compravendite di case

A crescere di più sono stati i trasferimenti nel residenziale (+20,9% su base annua) che rappresentano quasi il 94% del totale degli scambi, ma l’incremento è consistente anche per le unità ad uso economico (+15,3%). Il trend di crescita «risulta omogeneo nelle diverse ripartizioni geografiche mentre per gli immobili ad uso economico è stato molto intenso al Sud (+23,9%) e nelle Isole (+23,7%) e più rallentato nelle regioni centrali (+4,7%)». Interessante notare poi come la ripresa sia stata più pronunciata nei piccoli centri – nelle città la risalita è iniziata prima – per il comparto abitativo (+22% contro +19,6% dei grandi centri), mentre nelle aree metropolitane la crescita più robusta si è registrata per le unità ad uso economico (+17,5% contro +13,9% delle altre città).


Istat: prezzi delle case in calo dell’1,4%, il nuovo guida i ribassi

L’Istat fornisce anche i dati sull’andamento del credito: «Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche (109.786) registrano un significativo aumento (+24,5%) rispetto allo stesso trimestre del 2015. La crescita interessa tutte le ripartizioni geografiche, con variazioni superiori alla media nelle Isole (+30,9%), al Sud (+29,0%) e al Centro (+26,8%)».

Complessivamente, il primo semestre del 2016 mostra evidenti segnali di espansione sia per le compravendite (+19,4% su base annua) sia per i mutui (+26,5%).

- Emiliano Sgambato, Il Sole 24 Ore, Casa24, 4 novembre 2016

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mercoledì 19 ottobre 2016

Scopri quanto vale la tua casa

L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato le quotazioni immobiliari per il primo trimestre 2016

Sono consultabili sul sito dell’Agenzia delle Entrate i dati relativi alle quotazioni immobiliari del primo semestre 2016, che forniscono un’indicazione dei prezzi al metro quadro per diverse tipologie di immobili: residenziale, commerciale, terziaria o produttiva.

Le quotazioni immobiliari dell’Osservatorio consentono di avere un’indicazione di massima del valore di mercato degli immobili nel settore residenziale, commerciale, terziario e produttivo.

Cittadini, istituzioni e operatori del settore possono consultare i valori tramite ricerca testuale oppure tramite il servizio di navigazione territoriale GEOPOI®, il framework cartografico realizzato da Sogei, che permette una navigazione interattiva su mappa.

Per chi naviga con smartphone o tablet è disponibile l’applicazione Omi Mobile. Le quotazioni possono essere anche scaricate, accedendo alla banca dati tramite i servizi online dell’Agenzia, Entratel e Fisconline.

- Idealista, 18 ottobre 2016

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giovedì 13 ottobre 2016

Il mercato immobiliare continua la sua risalita

Scendono ancora i prezzi delle abitazioni mentre aumenta il numero delle compravendite

Il mercato immobiliare si conferma in risalita, ma mostra ancora qualche lacuna. Sintetizzando si potrebbe dire che mentre da un lato crescono le compravendite (grazie, anche, ad un più facile accesso al credito), dall'altro le quotazioni restano ancora lontane dalla piena ripresa.

Stando agli ultimi dati delle compravendite pubblicati dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle entrate (Omi), emerge che nel secondo trimestre del 2016 si consolida il trend già osservato in precedenza. Il segmento residenziale, in particolare, registra un +22,9% rispetto allo stesso periodo del 2015 (+21,8% se consideriamo il totale della transazioni immobiliari). La ripresa nel comparto residenziale si mostra maggiore al Nord (+24,9%), mentre al Sud si attesta a +20,8% e al Centro a +20,7%.

A trainare il mercato sono soprattutto le grandi città: Bologna (+33,5), Milano (+29,7%) e Napoli (+25,3%). Sottolinea l'Omi che il 2016 è iniziato in forte ascesa per l’intero mercato, con un tasso tendenziale che, qualora si confermasse anche nella seconda parte dell’anno, avvicinerebbe il livello delle transazioni ai valori precedenti la seconda crisi del 2012.

Per quanto riguarda i prezzi, invece, l'Istat rileva che nel secondo trimestre 2016, sulla base delle stime preliminari, l'indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, diminuisce dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,4% nei confronti dello stesso periodo del 2015 (era -1% nel trimestre precedente). La flessione, spiega ancora l'Istat, è dovuta soprattutto ai prezzi delle abitazioni nuove, la cui diminuzione su base annua si amplia (-2,3% da -0,5% del trimestre precedente).

Secondo l'ufficio studi del gruppo Tecnocasa servono poco più di sei annualità di stipendio (6,3, per la precisione) per comprare casa: il valore relativo al primo semestre 2016 è in linea con il 2015, il minimo degli ultimi dieci anni. Nelle grandi città i livelli sono superiori alla media. Ad esempio a Roma, dove però continua la lenta discesa verso la soglia delle dieci annualità, dopo che nel 2007 aveva toccato quota 14,8.

Subito dopo viene Milano, le cui 9,1 annualità del 2015 si sono confermate nella prima parte del 2016, poi Firenze con 8,6 annualità (+0,1 rispetto all’anno scorso). Al di sotto della media, invece, Palermo e Genova, dove ne servono rispettivamente 3,9 e 4,4.

- TGCOM24, 6 ottobre 2016

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mercoledì 5 ottobre 2016

I dati Istat sui prezzi delle case: ultimo trimestre, ultimo anno, ultimi 5 anni

Secondo l'indice Istat dei prezzi delle abitazioni, il valore delle case in Italia nel II trimestre del 2016 è diminuito dello 0,4% su base trimestrale e dell'1,4% su base annuale. Un'accentuazione del calo dovuta principalmente alla flessione dei prezzi degli immobili nuovi (-2,3%), che per la prima volta non è solo più ampia, ma addirittura doppia rispetto a quella delle abitazioni esistenti (-1,3%)

Nel secondo trimestre 2016, sulla base delle stime preliminari, i prezzi delle abitazioni diminuiscono dello 0,4% rispetto al trimestre precedente; il calo congiunturale riguarda le abitazioni nuove (-1,7%) mentre quelle esistenti registrano una variazione nulla.

Su base annua la diminuzione dei prezzi persiste e si amplia di quattro decimi di punto percentuale (-1,4%, da -1,0% del trimestre precedente). La maggiore flessione tendenziale è dovuta alle abitazioni nuove (-2,3%, da -0,5% del primo trimestre 2016) mentre il calo dei prezzi delle abitazioni esistenti è stabile e pari a -1,2%.  È per la prima volta, quindi, da quando è disponibile la serie storica dell’IPAB, che i prezzi delle abitazioni nuove mostrano un profilo tendenziale peggiore rispetto a quelli delle esistenti con una diminuzione quasi doppia di quella registrata da queste ultime.



L'andamento nel primo semestre e negli ultimi cinque anni

 In media, nel primo semestre del 2016, rispetto allo stesso periodo del 2015, i prezzi delle abitazioni diminuiscono dell’1,2%, sintesi di un calo dell’ 1,4% per quelle nuove (il cui peso sull’indice generale è poco più di un quinto) e dell’1,2% per quelle esistenti. Rispetto alla media del 2010, nel secondo trimestre 2016 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del 15,1% (-3,8% le abitazioni nuove, -19,9% le esistenti).

La lieve accentuazione del calo tendenziale dei prezzi delle abitazioni si manifesta contestualmente a una marcata crescita del numero di immobili residenziali compravenduti (+22,9% rispetto al secondo trimestre del 2015 secondo i dati diffusi dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate).

- Idealista, 5 ottobre 2016


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giovedì 29 settembre 2016

Le case più richieste dal mercato

Il mercato immobiliare sembra in ripresa, almeno per quanto riguarda il numero di compravendite, ma quali sono le tipologie più richieste?

Se le difficili condizioni del mercato avevano allontanato dagli italiani il sogno di una casa, sembra che adesso ci sia una sorta di "ritorno di fiamma". Come dimostrano le compravendite del II trimestre, si sta registrando un deciso ritorno all'acquisto, anche se non ai livelli pre-crisi e con una domanda più matura ed esigente rispetto al passato. A cambiare è stata anche la tipologia di immobili richiesti, oggi, per via dei prezzi più bassi, orientata anche a tagli più grandi rispetto al passato.

Le tipologie immobiliari più richieste

Secondo un'analisi del franchising Tecnocasa, negli ultimi anni il mercato immobiliare ha visto i prezzi scendere progressivamente e questo ha comportato anche un cambiamento a livello di tipologie immobiliari richieste. Infatti sono diminuite nel tempo le percentuali di richieste sui tagli più piccoli, quali monolocali e bilocali. Al contrario, si segnala un aumento per le tipologie più ampie, dal trilocale in poi, ora più accessibili sia alle giovani coppie e sia agli investitori.

Nelle grandi città italiane la tipologia più richiesta è il trilocale, che raccoglie il 40,6% delle preferenze, a seguire il quattro locali con il 23,9%,  il bilocale con il 22,9%. Si registra, rispetto a sei mesi fa, un aumento della concentrazione delle richieste sui trilocali. A Napoli sono i bilocali a concentrare la maggioranza delle richieste mentre a Milano per la prima volta la percentuale di domanda dei trilocali supera, di poco, quella dei bilocali.


L'offerta immobiliare

Spostando l'attenzione sull’analisi dell'offerta, quest'ultima sembra invece assottigliarsi, soprattutto sulle tipologie di qualità, che rispondono alle esigenze dei potenziali acquirenti (immobili in buono stato, luminosi, in contesti condominiali decorosi). Restano a lungo invendute sul mercato le abitazioni che non rispondono a queste caratteristiche nonostante l’attività di repricing.

L’analisi dell'offerta evidenzia che nelle grandi città italiane la tipologia più presente è il trilocale, con la percentuale del 34,0%, a seguire il quattro locali con il 24,1% ed infine il bilocale con il 22,5%.

- Idealista 29 settembre 2016


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giovedì 22 settembre 2016

Compravendite immobiliari cresciute del 21,8% tornano ai livelli del 2010

La crescita zero della nostra economia non si fa sentire nel settore immobiliare. Secondo i nuovi dati diffusi oggi dall'Agenzia del territorio, nonostante i segnali di rallentamento registrati negli ultimi mesi gli italiani hanno intensificato l'acquisto e la vendita di case. Nel secondo trimestre dell'anno le compravendite hanno registrato un +21,8% rispetto allo stesso periodo del 2015, migliorando il già consistente +17,3% del I trimestre.

Il mercato delle abitazioni ha segnato un incremento del 22,9 per cento, il produttivo del 28,7%, il terziario del 14,7% e il commerciale del 12,9%. Molto positivo l'andamento del mercato residenziale nelle grandi città, soprattutto a Bologna (+33,5%), Milano (+29,7%) e Napoli (+25,3%).

L'incremento del settore residenziale, ha notato l'Agenzia delle Entrate, osservato anche nel I trimestre 2016 (+20,6%), sta riportando il mercato ai livelli di compravendita antecedenti la crisi del 2012. La ripresa nel comparto abitativo è più accentuata a nord (+24,9%), che rappresenta oltre la metà del mercato complessivo, seguita dal sud (+20,8%) e dal centro (+20,7%).
Anche le pertinenze ha mostrato una crescita a doppia cifra, segnando un +23,2%. Lo sviluppo del mercato della casa è ancora più marcato nelle otto maggiori città italiane. Spicca in particolare il dato di Bologna, che dopo il balzo di 12 punti percentuali nel primo trimestre cresce di altri 14 punti, attestandosi ad un +33,5%. Seguono Milano, che sfiora una variazione del 30 per cento (+29,7%), Napoli (+25,3%), Torino (+24,3%) e Firenze (+23,3%). Crescita a doppia cifra, sebbene ridimensionata rispetto alle altre città, anche per Roma (+12,4%) e Palermo (+12%).

L'immobiliare non residenziale ha mostrato un aumento complessivo del 16,4% rispetto allo stesso trimestre del 2015. Il tasso di crescita più elevato, nonostante sia riferito a un numero contenuto di scambi, è quello del settore produttivo, con un rialzo del 28,7%. Aumenta inoltre il volume delle transazioni per il settore terziario, che segna un +14,7%, ed il comparto commerciale che guadagna un 12,9%.

- Huffington Post, 15 settembre 2016


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martedì 13 settembre 2016

5 proposte per far ripartire il mercato immobiliare

Dopo le vacanze estive, entra nel vivo il dibattito sulla legge di Bilancio 2017 e sul nuove misure per far ripartire il mercato immobiliare. Confedilizia ha stilato un programma in cinque punti che racchiude le maggiori urgenze, sul piano fiscale, per dare nuova linfa all'economia e al mattone.

1. Detassazione immobili commerciali locati – Il commercio e l’artigianato diffusi sono garantiti dalla proprietà immobiliare diffusa. Da alcuni anni, la redditività degli immobili non abitativi è inesistente e ogni giorno aumentano i locali vuoti. Sono urgenti misure di detassazione, pena l’aggravarsi della crisi del commercio e il crescere del degrado. Dovrebbero essere prese in considerazione riduzioni sia della tassazione patrimoniale, fissando uno specifico limite di legge alle aliquote IMU e TASI (ad esempio, del 4 per mille), sia di quella erariale, con l’introduzione di una cedolare secca.

2. Aumento deduzione redditi da locazione – Fino a qualche anno fa la deduzione forfettaria IRPEF delle spese sostenute per l’attività di locazione era del 25%. Poi è stata ridotta al 15%. Infine, la “legge Fornero” l’ha portata al 5%. La conseguenza è che i proprietari-locatori si vedono di fatto tassate anche le spese. È necessario, al minimo, ripristinare la misura del 15%.

3. Misure per gli affitti a canone calmierato – Nel 2017 scadrà il periodo di applicazione, in alcune zone, dell’aliquota del 10% della cedolare per i contratti di locazione agevolati (3+2) e per studenti universitari. È essenziale stabilizzare questa misura ed estenderla a tutta Italia. Va inoltre posto un limite alla tassazione patrimoniale di IMU e TASI (con un’aliquota, ad esempio, del 4 per mille).

4. Soppressione Irpef immobili non locati – È necessario interrompere l’applicazione – iniziata nel 2014 – dell’IRPEF e delle relative addizionali alle abitazioni non locate situate nello stesso comune in cui si trova l’abitazione principale. Imposte che si aggiungono ad IMU, TASI e TARI e che colpiscono gli immobili che i proprietari non riescono né a dare in affitto né a vendere.

5. Eliminazione tassazione canoni non riscossi – Sulla tassazione dei canoni di locazione non percepiti, occorre uniformare la disciplina riguardante gli affitti non abitativi a quella degli affitti abitativi. Solo per questi ultimi, infatti, è stata parzialmente derogata, sia pure attraverso un meccanismo complesso e costoso, la regola (anacronistica) che impone l’imposizione sui redditi fondiari indipendentemente dalla loro percezione

- Idealista, 12 settembre 2016


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mercoledì 29 giugno 2016

Prezzi delle case scesi del 40% in 8 anni. Ma il peggio è passato

Dal primo semestre del 2007 al secondo semestre del 2015 a livello nazionale i valori immobiliari sono diminuiti del 38,7% con il momento peggiore rappresentato dal 2012. Lo rileva Tecnocasa in uno studio in cui evidenzia come le grandi città hanno retto meglio: in particolare Milano, dove gli immobili hanno lasciato sul terreno il 27,8% del loro valore, a seguire Firenze con -30%, Roma con -33,3%, Verona con -36,3% ed infine Palermo con -38,2%. Il risultato peggiore è stato invece quello di Genova con -47,2%.
In generale in tutte le città le aree centrali delle città sono quelle che hanno visto i valori diminuire in modo minore rispetto a quelle periferiche.

- Ansa, 28 giugno 2016

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venerdì 17 giugno 2016

Roma. Mercato della casa al ballottaggio

Domenica 19 giugno si svolgeranno i ballottaggi in quei Comuni dove i sindaci non sono stati eletti al primo turno. A votare saranno anche i cittadini di Roma, Milano e Napoli. Nella Capitale il ballottaggio tra Raggi e Giachetti si svolge anche sul piano immobiliare. Vediamo quali sono le proposte dei due candidati.

Proposte Raggi

Gli 11 passi per Roma del programma Cinquestelle di Virginia Raggi riguardano anche il problema della casa e della riqualificazione della città. In particolare il programma della Raggi stabilisce

Linee di azione

È necessario recuperare gli immobili di edilizia agevolata sottratti alla propria finalità per immettere sul mercato alloggi pubblici in locazione a canoni non solo “sociali” ma accessibili per tutti;

Il Comune, di concerto con l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale (A.T.E.R.), deve dare attuazione immediata alle priorità, le linee di assetto del sistema residenziale pubblico e privato per sostenere il disagio abitativo;

Il sistema abitativo deve essere considerato come un servizio pubblico facendo dunque rispettare le norme ai concessionari e quelle relative all’accesso agli alloggi pubblici, i cui principi fondamentali sono: A) Rafforzamento dei controlli previsti dalla convenzione, disciplinare e atto d’obbligo; B) Affermazione del principio secondo il quale “gli alloggi non si ereditano” o in caso di trasferimento di proprietà “non perdano il loro scopo sociale” applicando controlli incisivi e repentini sul territorio; C) Verifica periodica della permanenza dei requisiti;

Progressiva introduzione di strumenti diversi (ad esempio, l’autorecupero) per agevolare la disponibilità di alloggi popolari.

Tre priorità

Tutelare il patrimonio immobiliare in edilizia agevolata e/o convenzionata ripristinando la legalità sia per i canoni di locazione che per le vendite di tali alloggi e punendo la speculazione dei costruttori/concessionari;

Completare il censimento del patrimonio immobiliare comunale che deve essere messo a disposizione degli aventi diritto, eliminando tutte le situazioni di privilegio; restituire casa a chi ne ha veramente diritto e sostenere i nuclei familiari in difficoltà attraverso la messa a disposizione di alloggi a canoni adeguati.

Avviare progetti di auto­recupero per immobili pubblici abbandonati da ristrutturare o adeguare all’uso abitativo;

Programma Giachetti

Riqualificare lo spazio urbano attraverso un censimento delle opere incompiute, lasciate a metà, per problemi amministrativi, finanziari e incuria.

La trasformazione dei rifiuti in risorsa, con la differenziata al 65% in cinque anni, centri per il riuso e una diminuzione della Tari del 20%.

Piano per il superamento dell'emergenza casa, tagliando le liste d'attesa e sostituendo il sistema dei residence con i buoni casa

Un piano strategico per la città al 2030 elaborato con istituzioni, università, imprese, associazioni, parti sociali.

Tassa di turismo: rimoduleremo la tassa di soggiorno in modo da incentivare il turismo familiare e giovanile.

- Idealista, 15 giugno 2016

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mercoledì 8 giugno 2016

I fattori che spingono la ripresa immobiliare

Dal mercato immobiliare arrivano segnali di ripresa. Il primo trimestre 2016 consolida i dati positivi emersi nel corso del 2015. E’ improbabile però che si torni ai livelli del 2007, quando sono state registrate 877.000 transazioni. Più ragionevole pensare a livelli che si aggirano tra le 500.000 e le 600.000 transazioni. Lo ha detto a idealista news il direttore centrale dell’Osservatorio del mercato immobiliare e servizi estimativi, Gianni Guerrieri.

Guerrieri ha spiegato anche quali sono i fattori principali che hanno portato il mercato delle abitazioni a segnare nel 2015 un +6,5%, per un totale di circa 449.000 unità compravendute. Una crescita rispetto al 2014, quando era stato registrato un +3,5%. In particolare, ha parlato di un fabbisogno abitativo che spinge all’acquisto, dei bassi tassi di interesse sui mutui, di un migliore accesso al mutuo e del calo dei prezzi nominali. Ma non solo.

Sono mutate anche le aspettative delle famiglie. A tal proposito, Guerrieri ha sottolineato il fatto che l’acquisto di un immobile, in particolare di un’abitazione, rappresenta un acquisto di lungo/lunghissimo periodo per una famiglia. "Per acquistare un’abitazione – ha spiegato il direttore centrale dell’Omise – non si fa conto soltanto sul reddito corrente, ma si fa conto anche sul risparmio passato e sulla possibilità di redditi futuri. Se quindi le condizioni economiche portano aspettative pessimistiche sul futuro, è evidente che una famiglia non si imbarca nell’acquisto di un’abitazione. Diversamente, laddove le aspettative migliorano, migliora anche la propensione all’acquisto. E il clima futuro calcolato dall’Istat è nettamente migliorato nel 2015 rispetto al 2014".

Ma, come evidenziato, "c’è un ragionamento da fare sul più lungo periodo e che riguarda i tassi di risparmio". Guerrieri ha spiegato: "Fino a metà Anni ’90 si registrava un 20% dei tassi di risparmio del reddito delle famiglie, adesso siamo intorno all’8%. Ciò significa che la capacità di accumulazione del risparmio delle famiglie è molto più bassa. E’ un dato che certamente è determinato dalla crisi, bisogna però vedere se si tratta anche di un mutamento delle condizioni sia dei modelli di consumo sia del sistema pensionistico. In quest’ultimo caso, in particolare, per arrivare a una pensione un po’ più robusta diventa necessario fare una pensione complementare. Ne consegue che se si risparmia per quel verso, ovviamente, si riducono le possibilità di risparmiare per la casa. Questo è un tema che non è all’ordine del giorno, non è un problema che si manifesta oggi, ma è un tema di medio-periodo, che inciderà probabilmente sui volumi del mercato immobiliare".

- Idealista, 6 giugno 2016

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martedì 10 maggio 2016

Bankitalia: prosegue la ripresa immobiliare

Dopo anni di crisi, si è finalmente interrotta la flessione dei prezzi delle case e il numero di compravendite continua gradualmente ad aumentare. A ciò si aggiunge una diminuzione del costo dei mutui per l'acquisto delle abitazioni e un conseguente aumento delle erogazioni. A dirlo è l'ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria di Bankitalia, secondo il quale diversi indicatori segnalano che la ripresa dovrebbe continuare nei prossimi mesi, con effetti positivi per la stabilità economica.

Dopo una flessione del 15% dall'estate 2011, i prezzi delle abitazioni si sono stabilizzati nel secondo semestre dello scorso anno. I prezzi dei nuovi fabbricati sono cresciuti. Il numero di compravendite di abitazioni ha continuato ad aumentare, salendo ai livelli massimi dal 2012; la tendenza ha interessato tutte le principali città. Il rapporto tra prezzi e affitti si è stabilizzato su valori storicamente molto bassi.

Anche l’indicatore della capacità delle famiglie di accedere al mercato immobiliare segnala condizioni particolarmente favorevoli, in ulteriore miglioramento grazie al recupero del reddito disponibile e al basso costo dei prestiti . Nel comparto non residenziale il numero delle compravendite è invece tornato a scendere e i prezzi hanno registrato una lieve diminuzione. Diversi indicatori anticipano un rafforzamento della ripresa del settore delle costruzioni e del mercato immobiliare nei prossimi mesi.

In dicembre la produzione nei settori industriali che forniscono i principali input al comparto edile è di nuovo aumentata. Anche i dati più recenti relativi ai permessi di costruire anticipano un incremento dell’attività di costruzione, dopo l’aumento segnato alla fine dello scorso anno. In marzo è proseguito il rialzo dell’indice del clima di fiducia delle imprese del comparto.

Bankitalia: "Continuerà la ripresa del mercato immobiliare" (scarica rapporto)

La riduzione del costo dei mutui e l'aumento delle erogazioni

Nel 2015 sono stati concessi nuovi mutui per 32 miliardi di euro (23 nel 2014), un valore pari a circa la metà di quelli registrati negli anni precedenti la crisi finanziaria. Il rapporto tra finanziamento e valore dell’immobile (loan-to-value), pari al 59,4 per cento, è di circa dieci punti percentuali inferiore rispetto al 2006 ed è il più basso fra i principali paesi dell’area dell’euro.

A febbraio del 2016 il costo medio dei prestiti per l’acquisto di abitazioni si è ridotto di 0,3 punti percentuali rispetto alla fine del 2014, al 2,5 per cento. Vi hanno contribuito sia la flessione dei tassi di riferimento dei mutui a tasso variabile ( che rappresentano una quota pari ai tre quarti dei mutui in essere), sia il calo dei margini applicati dagli intermediari sui nuovi prestiti, che è stato più marcato per i mutui a tasso fisso.

La quota delle erogazioni a tasso fisso è cresciuta a circa il 60 per cento dal 23 nel 2014, riducendo l’esposizione delle famiglie al rischio di futuri rialzi dei tassi. Nel 2015 circa il 7 per cento dei mutui in essere all’inizio dell’anno è stato rinegoziato, surrogato o sostituito.

- Idealista, 2 maggio 2016

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martedì 12 aprile 2016

L'identikit dell'investitore immobiliare

Ad investire nel mattone sono soprattutto imprenditori, dirigenti e liberi professionisti con liquidità. Ecco qui di seguito i dati sulle compravendite immobiliari finalizzate a "mettere a reddito".

Compravendite immobiliari

In questi anni di crisi economica le compravendite immobiliari hanno subito un brusco stop e, secondo un’analisi svolta dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, il 16,2% degli acquisti di immobili sono stai conclusi da investitori. La ricerca è stata effettuata sulla base delle compravendite delle agenzie affiliate in Italia, nel secondo semestre 2015. La gran parte degli acquisti, come è facile immaginare, riguarda la prima casa (76,4%), poi c’è un 7,4% di case vacanze, percentuale in leggero aumento rispetto allo stesso periodo del 2014. Il numero degli investitori nel mattone è rimasto invece sostanzialmente stabile.

Valore di mercato immobili, criteri di calcolo

L’investitore “tipo” che compra un immobile per “mettere a reddito” ha le seguenti caratteristiche:

età 45-54 anni (32%), a seguire 35-44 anni (27,7%);
coniugato (70%) contro il 30% di single, compresi celibi/nubili, separati/divorziati e vedovi;
imprenditore, dirigente o libero professionista (29,2%), a seguire impiegati (26,5%) e pensionati (14,8%);
con liquidità per effettuare l’acquisto (77,3%), mentre nel 22,7% dei casi con l’ausilio di istituti di credito ovvero ricorrendo a mutuo bancario.

Valutazioni immobiliari in garanzia: linee guida

La tipologia di immobile più diffusa tra chi acquista per mettere a reddito il bilocale (45,5%), contro il 34,7% dei trilocali. In calo gli investimenti in monolocali, che passano dal 9% del 2014 al 2% del 2015.

- Francesca Vinciarelli, PMI.it, 5 aprile 2016

martedì 5 aprile 2016

Ancora giù i prezzi delle case, ma è quasi raddoppiata la domanda di mutui

No, non è una brutta notizia. Il taglio ai minimi storici del costo del denaro e lo sgonfiamento dei prezzi delle case spingono la ripresa immobiliare.

Indice Istat: nel 2015 i prezzi delle abitazioni sono scesi del 2,4%, flessione del 13,9% negli ultimi cinque anni

Nel 2015 i prezzi delle abitazioni sono scesi del 2,4% rispetto al 2014, mentre per quanto riguarda l'ultimo trimestre dell'anno la diminuzione è stata dello 0,2%. A dirlo è l'Istituto nazionale di statistica, che ha registrato negli ultimi cinque anni una flessione del 13,9% dei valori delle case.

In media nel 2015 i prezzi delle case sono scesi del 2,4% rispetto all'anno precedente (quando la variazione era stata pari al -4,4%). Il calo è imputabile a una flessione del 2,8% dei prezzi delle abitazioni esistenti (dopo il -5,2%) del 2014) e dell'1,3% dei prezzi di quelle nuove (era -2,2% nel 2014). Un ridimensionamento nella caduta dei prezzi che è stato contemporaneo a una ripresa delle compravendite. Negli ultimi cinque anni, i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del 13,9%.

Indice Istat: nel 2015 i prezzi delle abitazioni sono scesi del 2,4%, flessione del 13,9% negli ultimi cinque anni

Analizzando i dati del quarto trimestre del 2015, l'indice dei prezzi delle abitazioni è sceso dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% nei confronti dello stesso periodo del 2014.  Nel dettaglio, i prezzi delle abitazioni usate, dopo il -2,8% del terzo trimestre, hanno registrato un calo pari all'1,0% nel quarto. I prezzi delle abitazioni nuove sono diminuiti su base annua dello 0,5%.

Erogazione mutui 2015 +70,6% rispetto al 2014

Il mercato del credito per le abitazioni continua a dare segnali positivi. Come rilevato dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, considerando l’intero anno 2015, sono stati erogati alle famiglie italiane finanziamenti per l’acquisto della casa per 41.247,1 milioni di euro. Il saldo annuo, se confrontato con quanto rilevato nei 12 mesi precedenti (intero anno 2014), segna un aumento dei volumi pari a +70,6%, per un controvalore di +17.064,4 milini di euro.

Le erogazioni sono in aumento da due anni e superano abbondantemente i 10 miliardi di euro. Era dalla metà del 2011 che non si toccava quota 13 miliardi. Si tratta di un trend suffragato anche dalle performance positive riscontrate mensilmente, che vedono incrementi importanti a partire dalla metà del 2014 e volumi raddoppiati dall’estate scorsa.

Macroaree

Il quarto trimestre 2015 vede un incremento delle erogazioni in tutte le macroaree. La performance migliore spetta ancora una volta alle Isole, dove i quasi 870 milioni di euro sono il doppio rispetto a quanto erogato nel quarto trimestre 2014. I volumi raddoppiano anche nel Centro e nel Sud Italia, mentre il Nord-Ovest si conferma la macroarea dove si eroga di più, con più di 4,3 miliardi di euro. Anche l’Italia Centrale fa segnare una performance interessante: i volumi sono aumentati del 68% e adesso superano i 2,8 miliardi di euro.

Analizzando l’intero anno 2015 si registrano volumi in aumento in tutte le macroaree italiane. Il Meridione eroga 5.750 milioni di euro e fa ancora segnare il miglior andamento, con un incremento dell’84%. Con un aumento del 79,6% e volumi pari a 10,3 miliardi di euro, il Centro Italia si posiziona al secondo posto sia per andamento sia per totale erogato. Con quasi 14 miliardi di euro, invece, è il Nord-Ovest l’area dove si eroga di più e i suoi volumi sono aumentati del 63,3%; la performance è simile nel Nord-Est, dove però i volumi sono 8.900 milioni di euro.

Fonte: Idealista, 5 aprile 2016