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martedì 26 febbraio 2019

Casa. Comprare o Affittare? Tutti i vantaggi delle due opzioni

Acquistare o andare in affitto? L’importante è scegliere tenendo presente i vantaggi delle due situazioni. Ecco quali sono.

Quanti soldi ci vogliono per comprare casa?
Per acquistare casa, tenendo conto che esiste la possibilità di farlo con un mutuo – che solitamente copre l’80% del valore dell’immobile -  bisogna avere a disposizione almeno il 20% del valore dell’immobile in liquidità, oltre al denaro necessario per coprire le spese della pratica. Inoltre occorre essere nelle condizioni di poter stipulare un mutuo, quindi avere garanzie reddituali sufficienti da poter presentare una domanda presso un istituto di credito.

Quanti soldi ci vogliono per andare in affitto?
Scegliendo l’affitto, il capitale necessario è davvero minimo, e si limita al denaro necessario a coprire le spese relative al deposito cauzionale richiesto e quelle legate alla stipula del contratto di locazione.

Comprare casa, quali vantaggi?
Una volta appurato che la propria situazione finanziaria è abbastanza solida da poter acquistare una casa, ecco quali sono i vantaggi di questa scelta:

È un buon investimento: che lo si utilizzi per sé o si decida di affittarlo, l’immobile è un buon investimento in termini di rivalutazione del capitale. Dal 1998 ad oggi il valore delle case ha registrato un incremento nominale medio del 35,2%, percentuale che si può superare se si mira bene l’investimento (immobile in buono stato, zone centrali e servite, tipologie signorili, ecc.). In caso invece si decida di acquistare per investimento si ha un basso rischio e un rendimento annuo lordo intorno al 5,0%. Attenzione: l’investimento è buono se la scelta dell’immobile è oculata in termini di qualità e ubicazione. Diversamente si rischia di restare invischiati in un acquisto che, se non mirato all’utilizzo diretto, può solo svalutarsi.
Le attuali condizioni di mercato sono favorevoli: dopo 10 anni di ribassi di prezzo, in questo momento, si possono trovare ancora degli immobili a prezzi accessibili. In più la maggiore propensione delle banche ad erogare mutuo e i tassi convenienti rappresentano oggi un buon motivo per comprare casa.
Possibilità di personalizzare: comprando l’immobile lo si può modellare sulle proprie esigenze e desideri, sicuramente un punto a favore dell’acquisto. Grazie al ribasso dei prezzi degli immobili da ristrutturare e agli incentivi fiscali sulle ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche è oggi particolarmente conveniente.
Accanto a queste motivazioni legate alle opportunità che ci offre oggi il mercato, ne riscontriamo di più “psicologiche” ma non meno importanti: l’acquisto risponde al nostro desiderio di stabilità e sicurezza e, molto spesso, alla volontà di lasciare un’eredità ai figli (o di aiutarli all’acquisto della loro abitazione).

Casa in affitto, quali vantaggi?
Se non si ha la necessaria liquidità per un acquisto, se la si ha ma semplicemente non si vuole destinarla a questo scopo, o se ci sono esigenze di spostamenti e mobilità legati al lavoro o ad altri fattori, la scelta giusta potrebbe essere quella della casa in affitto. Eccone i vantaggi:

Non immobilizzare il capitale (a volte di importo cospicuo) che così può essere destinato ad altri utilizzi o ad altre attività.
Garantirsi una maggiore mobilità e cambiare più facilmente città, quartieri o case. Basta quindi attenersi ai termini di preavviso di recesso previsti dal contratto di locazione stipulato.
Essere certi delle spese mensili (in questo caso i canoni di locazione) che si dovranno sostenere e non doversi occupare di impreviste spese di manutenzione straordinaria che in genere possono essere gravose.
Non sostenere le spese legate all’acquisto dell’immobile (imposte sull’acquisto, eventuale provvigione all’agenzia immobiliare, spese di accensione mutuo, spese notarili).

- Idealista, 26 febbraio 2019


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martedì 19 febbraio 2019

Rendimenti immobiliari su nel 2018. I valori di affitto per ogni provincia

I rendimenti immobiliari sono cresciuti nel 2018 in tutti i segmenti property. Rispetto a 12 mesi fa frenano marginalmente solo i box. È quanto emerge dall’analisi condotta dall’Ufficio Studi del marketplace immobiliare idealista che mette in relazione i prezzi di vendita e affitto delle diverse tipologie di immobili per calcolare il loro rendimento lordo.

Il balzo maggiore spetta al segmento commerciale (negozi) che passa da una redditività dell’8,6% al 9,9%. Gli uffici passano dal 7,2% al 7,7% mentre le abitazioni e i box raggiungono rendimenti pari ripettivamente al 5,9% e al 5,5%.

Rendimenti nel residenziale

Il 2018 ha riportato l’attenzione degli investitori italiani sul mattone, soprattutto a Milano e nelle grandi città. Tra i grandi mercati capoluogo spicca la performance del capoluogo meneghino con un’aspettativa di rendimento stimata nell’ordine del 6,5%. Alle sue spalle, anche Catania (6,4%) e Torino (6,2%) garantiscono ritorni superiori alla media nazionale, mentre Roma (5,2%) e Napoli (4,5%) offrono rendimenti inferiori.

Con un tasso pari all’8,1%, Biella è al top dei rendimenti delle abitazioni, seguita  da Taranto (8%) e Vicenza (7,8)%. Le meno appetibili su questo fronte sono Salerno (4,1%), Siena, Venezia e Caserta, tutte e tre ferme al 4,2%.

Rendimenti dei locali commerciali (no capannoni)

Le aspettative più alte per i proprietari restano legate ai rendimenti nel settore retail che ha registrato la correlazione positiva più alta tra i prodotti immobiliari, se si prende come riferimento lo stesso periodo dell’anno scorso.

Milano (16,1%) è ancora una volta regina di questo mercato seguita da Padova (15,4%), Lucca (14,1%) e Treviso (14%). Ritorni a doppia cifra accomunano altri 30 centri, dal 13,9% di Bologna al 10% di Novara. Nella parte bassa della tavola troviamo Vicenza (6,6%), Forlì (7,1%) e Pisa (7,5%).

I negozi diventeranno anche più appetibili per effetto della cedolare secca, estesa per un anno agli esercizi commerciali. La misura è in vigore a partire dal 2019 con l’aliquota al 21%, che si tradurrà in un ulteriore vantaggio sulla redditività

Rendimenti degli uffici 
Anche il settore uffici ha registrato un’accelerata, con i canoni cresciuti nel 2018 fino a toccare 137 euro al metro quadro di media in Italia.

I rendimenti lordi più elevati si registrano a Ferrara (14,2%), crescita a due cifre anche per Torino (11%). Più in basso, Milano si ferma al 7,1%, Napoli al 6,9%, Roma al 6,3%.  A Pistoia (4,2%), Pesaro (4,5%) e Pescara (5,2%) si registrano i rendimenti meno interessanti per i proprietati.

Rendimento dei box   

Pressoché stabile il segmento dei box che offre rendimenti in media sopra il 5% annuo lordo, anche se le spese di gestione per questa tipologia di immobili sono praticamente nulle e anche la tassazione incide molto meno che sugli immobili residenziali.

I ritorni più vantaggiosi per gli investitori si trovano  a Roma e Firenze, entrambe con un 7%. Monza (5,5%) è nella media dei rendimenti attesi per questa tipologia di immobili.  

Ritorni superiori al cinque per cento anche a Milano (5,2%). Napoli (3%) invece è il fanalino di coda con canoni (e quindi rendimenti attesi dagli investitori) in ribasso.

- Idealista.it, 19 febbraio 2019

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martedì 12 febbraio 2019

Immobiliare in ripresa nel Lazio. 70mila compravendite nel 2018

“La Regione Lazio è la seconda piazza immobiliare italiana dopo la Lombardia, nel 2018 si sono realizzate circa 70.000 compravendite”. È questo il dato fornito da Sergio Rivolta Lippo, presidente Rivolta Immobiliare dal 1956. Un’analisi dettagliata da cui emerge un aspetto particolarmente rilevante circa il mercato immobiliare e le operazioni di compravendita: “Il peso di Roma rimane sempre maggiore rispetto al resto delle province: la Capitale da sola realizza oltre la metà delle transazioni di tutta la regione, con una ripresa del volume delle transazioni già a partire dal 2014” ha aggiunto.

Il centro storico ha il mercato immobiliare più vivace

Con i suoi 4.000.000 di abitanti, Roma resta un mercato dinamico, soprattutto nell’ambito della compravendita residenziale. Da un’indagine di Scenari Immobiliari è emerso che circa la metà della domanda residenziale si rivolge per la prima volta all’acquisto di una casa mentre il 30% ha intenzione di sostituire l’immobile dove risiede. Diversi i  progetti di sviluppo residenziale del nuovo avviati in città (domus Aventino-porto fluviale 71- residenza via Aurelia Antica 422-Torrino Mezzocamino-Boncompagni 71-palazzo Pitagora e alcuni altri) ma la maggior parte delle compravendite si è realizzata nell’usato. Secondo gli ultimi dati i quartieri dove il mercato è stato più vivace sono il centro storico dove si è molto sviluppato  l’acquisto di abitazioni a scopo ricettivo per la creazione di nuovi bed&breakfast; la zona del Flaminio - Ponte Milvio -  Belle Arti dove sono soprattutto le famiglie con buona disponibilità economica ad investire nel settore immobiliare focalizzandosi sulle tipologie di 100-120 mq; e la zona di San Giovanni e di Villa Ada e Montesacro preferita per la vicinanza alle università.

Settore immobiliare come industria portante dell’economia romana

Il settore immobiliare è davvero l’industria portante dell’economia romana: “L’auspicio è che la politica incentivi in maniera efficace la ripresa definitiva attraverso interventi mirati al miglioramento e alla riqualificazione dello stock immobiliare romano” ha commentato Rivolta Lippo. Dal gruppo immobiliare, infine, un consiglio: “Investite sui vostri immobili, in tutti i casi il risultato sarà positivo”.

Settore immobiliare, segnali di ripresa già dall’ultimo trimestre del 2018

I primi segnali di ripresa del settore immobiliare in tutte le regioni del Paese si sono registrati già nell’ultimo trimestre del 2018, un aspetto che fa pensare al 2019 come l’anno della svolta immobiliare. È ancora Rivolta Immobiliare a fornire i dati: nei primi sei mesi  del 2018 i volumi delle abitazioni residenziali venduti sono saliti dell’ 1,5% rispetto allo stesso periodo del 2017. A trainare il mercato sono stati soprattutto i comuni capoluogo con un +4,6%. Altro dato positivo è la diminuzione della forbice tra il prezzo di domanda e quello di offerta degli immobili. Positivo anche il trend sulle locazioni, il numero degli appartamenti affittati è notevolmente aumentato rispetto al 2017. L’investimento sul mattone, che ha sempre attirato gli italiani, ha rendimenti decisamente più alti dei titoli di stato e delle performance ormai da tempo negative delle borse. Oggi su un immobile di target medio basso si ha un rendimento del 4/5% l’anno. Se poi si investe su immobili destinati a case vacanze e b&b il rendimento aumenta notevolmente oltre a creare nuovi posti di lavoro. Ultimo segnale positivo in ordine di tempo è la ripresa della domanda di mutui che ha registrato un +18% a novembre 2018.

“Per aumento occorrono sgravio dei contributi e sburocratizzazione delle pratiche”

“Ci sono altre indispensabili iniziative che devono essere adottate dal governo e che si possono sintetizzare in un solo concetto: diminuzione delle tasse sulla casa – ha concluso il presidente di Rivolta Immobiliare - Potrebbe aiutare molto il mercato l’ ultima legge finanziaria approvata dal governo e in particolare la flat tax al 15%, serve sicuramente uno sgravio dei contributi per i dipendenti/collaboratori e una maggiore flessibilità con ovviamente una ulteriore sburocratizzazione di tutte le pratiche riguardanti l’immobiliare. È  sicuramente positiva l’approvazione della norma che consente di applicare la cedolare secca anche ai contratti  stipulati per gli immobili commerciali”.

- RomaToday, 2 febbraio 2019

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