Clicca qui sotto per sfogliare il menu

giovedì 23 dicembre 2021

Boom del mercato residenziale nei primi nove mesi dell'anno

Il sentiment del settore secondo lo studio realizzato dall'Ufficio Studi Fimaa

Il bilancio del 2021 e le previsioni del 2022. Le transazioni sono 162mila in più di quelle realizzate nell'analogo periodo nel 2020.

Crescono le compravendite immobiliari residenziali in Italia nei primi 9 mesi dell’anno: sono 162mila in più di quelle compravendute nello stesso periodo nel 2020 (+43%) ed oltre 100mila in più di quelle dei primi tre trimestri del 2019 (+23%). Secondo il 45% degli operatori immobiliari Fimaa - Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia - nel II semestre del 2021 il numero di compravendite risulterebbe ancora in crescita: ciò porta il numero di scambi atteso per il 2021 ad oltre 700mila compravendite. Non accadeva dal 2008.

Sempre secondo la maggioranza degli agenti immobiliari (46%) contestualmente si è registrato una diminuzione dell’offerta di abitazioni in vendita: tanta domanda e una tendenziale diminuzione dell’offerta provoca un aumento dei prezzi delle case, che sono cresciuti in media del 5,3% dal 2019. Le previsioni per i primi sei mesi del 2022 attestano un ulteriore rialzo dei valori immobiliari pari al 2,2%

I fattori positivi del mercato

Secondo il 35,8% degli agenti interpellati la propensione ad acquistare abitazioni nell’attuale fase di mercato è dovuta ai tassi di interesse sui mutui particolarmente favorevoli: quote di giudizi più elevate si riscontrano nelle province più popolose (43%) e nel Centro Italia (oltre 39%). Nel Nord del Paese la quota dei giudizi è risultata un po’ meno consistente (33,6%). Seguono con il 22,2% di opinioni le esenzioni delle imposte e possibilità di erogazione di un mutuo fino al 100% per i giovani sotto i 36 anni: tale misura sembra essere particolarmente apprezzata nelle Regioni del Centro Italia (29,1%) ma risulta meno incisiva, a giudizio degli agenti, nel Sud Italia (dove è stata scelta da poco oltre il 15% dei rispondenti). Il 19,5% di risposte si riferisce al superbonus 110%, a cui seguono l’alta liquidità delle famiglie (quasi 11% dei giudizi): in quest’ultimo caso la quota di risposte risulta massima nel Sud e Isole (22,7%) minima nelle Regioni del Centro (5,1%). 

Punti di debolezza del mercato

A giudizio degli operatori interpellati i fattori di debolezza del mercato sono i seguenti:

  • La certificazione urbanistica-catastale che rallenta il processo di vendita a causa dei lunghi tempi di attesa per reperire i documenti urbanistici, scelta dal 36,0% di intervistati, con una discreta omogeneità di giudizi presente in tutte le circoscrizioni territoriali;
  • La preoccupazione per l’aumento della tassazione immobiliare con l’annunciata riforma degli estimi (22,3%): nel Sud e Isole è ritenuta meno rilevante (15,3% dei giudizi);
  • Con il 19,5% di giudizi la misura del 110% che non ha dato gli effetti auspicati;
  • Con il 10,9% la presenza del Sars-cov 2 che rallenta o fa procrastinare il processo di vendita, causa più avvertita nelle regioni meridionali e insulari (22,7%) e meno in quelle dell’Italia settentrionale (8%) e centrale (5,1%);
  • Il 6% dei giudizi riferisce di una difficoltà di accesso al credito: la quota sale fino al 7,8% nel Nord, è minima e pari a 1,5 punti percentuali nel Sud e Isole. In questo giudizio generico sono espresse difficoltà riguardanti le basse disponibilità economiche degli acquirenti, i lunghi tempi di attesa per le delibere dei mutui, l’incertezza nel mondo del lavoro
Il mercato delle case vacanze

Secondo le previsioni degli agenti immobiliari Fimaa (48% degli intervistati), le seconde case registreranno anche nel 2022 un aumento delle transazioni rispetto al 2021, probabilmente anche come case da vivere tutto l’anno. La forte richiesta produrrà nel corso del 2022 un ulteriore incremento dei prezzi medi di vendita per il 38,4% degli agenti, con il 55,3% delle aspettative raccolte improntate sulla stabilizzazione. 

Secondo Andrea Oliva, coordinatore ufficio studi Fimaa: “La pandemia da Covid-19 ha segnato una diminuzione del reddito medio delle famiglie italiane, una contestuale diminuzione dei consumi e, di conseguenza, una crescita della propensione al risparmio da parte degli italiani. Oggi, grazie ai tassi dei mutui favorevoli, con l’importo di un canone mensile di locazione si può tranquillamente fronteggiare una rata di mutuo, capitalizzando la spesa sostenuta. Soprattutto per chi ha un posto di lavoro fisso, l’acquisto immobiliare rimane senza dubbio il migliore investimento di sempre: anche da mettere a reddito (compravendite di unità con già in essere contratti di locazione), o da locare per gli studenti, o da locare-utilizzare come seconda casa per la vacanza”.

Secondo Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa: “Il mercato immobiliare dopo quasi due anni di pandemia da Covid-19 dimostra di essere in piena ripresa. La richiesta di immobili residenziali è in crescita, favorita dalle nuove esigenze dell’abitare che i lockdown, per l’emergenza sanitaria, hanno fatto scaturire. A queste si aggiungono i tassi di interesse sui mutui particolarmente favorevoli, le agevolazioni per i giovani con meno di 36 anni e la possibilità di accedere al Superbonus 110% per la riqualificazione energetica degli edifici. Incentivi che contribuiscono ad alimentare un rinnovato interesse degli italiani verso l’acquisto immobiliare. La domanda è orientata principalmente su unità con giardini, balconi, terrazzi e maggiori spazi interni da dedicare allo smart working. Altrettanta attenzione è rivolta anche all’efficientamento energetico. Peculiarità importanti che saranno sempre più determinanti nella scelta dell’abitazione, anche nei prossimi anni. La casa è da sempre il luogo degli affetti, dove famiglia e lavoro possono conciliarsi confermandosi, nel contempo, come investimento ideale per salvaguardare i risparmi e i sacrifici di una vita”. - Idealista.it, 23 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

mercoledì 22 dicembre 2021

Come va il mercato degli affitti?

La fine dell’anno si avvicina e chi è interessato alla casa è probabile che si domandi: “Come va il mercato immobiliare?”. In questa occasione, analizziamo in particolare gli affitti, partendo da qualche dato che ha caratterizzato il 2021 e terminando con qualche consiglio.

Con l’aiuto di Isabella Tulipano, dell'ufficio stampa di SoloAffitti, idealista/news ha dato uno sguardo al mercato immobiliare degli affitti del 2021. Ecco quanto è emerso.

Che anno è stato il 2021 per gli affitti?

“Il 2021 è stato l’anno della ripresa anche per le locazioni, segnali positivi si sono registrati soprattutto lato canoni che, dopo anni di frenata, tornano a salire mediamente del 2,6% con differenze notevoli tra le varie città analizzate. I canoni sono uno dei segnali positivi che registriamo, insieme alla ripresa del mercato degli studenti universitari fuori sede e, in generale, al fatto che nel post pandemia l’abitazione sia sempre più al centro dell’attenzione degli italiani, pronti a trasferirsi per cercare soluzioni abitative più comode e confortevoli”.

Quali sono state le realtà più vivaci e quali meno?

“Proprio in risposta a questa esigenza di benessere e confort i mercati delle città meno popolose reagiscono meglio rispetto alle grandi metropoli: i canoni dei capoluoghi medi e piccoli sono cresciuti mediamente del 4,6% in confronto al 2020, mentre nelle città metropolitane dell’1,6%. Una ricerca di soluzioni abitative che garantiscono un maggior benessere nel caso di ulteriore lockdown ha portato la provincia meno affollata ad essere preferita ai grandi centri, dove alla comodità di essere nel cuore della città venivano sacrificati spazi e qualità”.

Quale fascia della popolazione si è mostrata più interessata all’affitto?

“Tornano a vivacizzare il mercato i trasfertisti: dagli studenti universitari fuori sede ai lavoratori. Sicuramente il mercato degli affitti rimane prevalentemente un mercato transitorio, ma continua la lenta trasformazione culturale per cui l’affitto viene scelto come soluzione economica e strategica che meglio si adatta ad un nuovo stile di vita e di lavoro più mobile e dinamico”.

In conclusione, un consiglio per chi nel 2022 vuole prendere casa in affitto e per chi invece la vuole dare in affitto?

“Partiamo dal consiglio per i proprietari/investitori immobiliari: il rendimento da locazione registra una buona crescita, fino all’8%. Non parliamo di cifre da capogiro, ma si tratta di un’entrata che, se tutelata nella maniera giusta, rappresenta un guadagno fisso, su cui fare affidamento. Il consiglio è quello di affidarsi ad un consulente specializzato che possa ascoltare le esigenze e trovare la migliore soluzione per la specifica richiesta. Per chi cerca casa, invece, il primo consiglio è quello di muoversi con largo anticipo, purtroppo non ci sono molti immobili disponibili, e il secondo consiglio, altrettanto importante, è di non affidarsi al primo che capita proprio per disperazione, ma farsi certificare come un inquilino solvibile. Questo tipo di inquilino troverà sempre una buona soluzione abitativa”. - Stefania Giudice, Idealista.it, 22 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

lunedì 20 dicembre 2021

Sarà un 2022 tutto in recupero per l'immobiliare. I trend e le previsioni



Domanda effervescente in grandi città e centri minori. Prezzi in lieve aumento per gli immobili di qualità 

In base alle stime preliminari alla fine di quest'anno le compravendite di case dovrebbero superare le 700mila unità. È racchiusa in questo numero la ripresa del mercato residenziale italiano a quasi due anni dallo scoppio della pandemia da Covid-19. Corsa che accelera anche per alcuni settori come il living, il residenziale in affitto - scommessa dei grandi investitori-, e gli hotel. 

Nei primi tre trimestri 2021 lo scatto in avanti del settore ha fatto registrare 536.022 transazioni di abitazioni (dati Agenzia delle Entrate). E un ulteriore balzo in avanti dovrebbe arrivare dall'ultima parte dell'anno. «Le previsioni sul 2022 ora sono positive, tendenzialmente una replica del 2021 - afferma Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari -, la domanda è fortissima, anche nei centri più piccoli. I prezzi cominciano a muoversi. Il punto dolente è che sono state fatte tante ristrutturazioni di facciate, meno all'interno. E un mercato che soffre sempre di mancanza di offerta». 

Le prospettive del residenziale

«Alla luce degli ultimi dati, il mercato immobiliare confermerà il trend positivo che lo ha caratterizzato nel corso del 2021- dice Fabiana Megliola di Tecnocasa -. Il segmento dell'abitazione principale resta quello più dinamico, ma ci aspettiamo un recupero dell'investimento dopo il rallentamento registrato nel 2020 e nel 2021 a causa della pandemia. L'attenzione degli investitori sarà indirizzata sia sulle grandi città sia sui piccoli centri. Andranno bene le località turistiche». 

Alla luce del rialzo dei prezzi - i dati Istat relativi al terzo trimestre 2021 registrano un aumento del 4,2% sull'anno precedente - che ha interessato le grandi città, si sta verificando uno spostamento migratorio verso l'hinterland dove è anche più facile trovare soluzioni con spazi esterni, indipendenti e di nuova costruzione a prezzi più accessibili. 

«Le locazioni saranno in recupero, in parte già iniziato nel 2021, grazie a una buona domanda e a un'offerta non sempre sufficiente - dice Megliola -. Con l'avanzamento della campagna vaccinale e il rientro progressivo negli uffici e nelle università, i lavoratori e gli studenti fuori sede stanno progressivamente tornando ad affittare e questo ha già portato, in alcune città, a un recupero dei valori. 

Sul versante mutui non dovrebbero esserci importanti cambiamenti e, anche se le previsioni sono per tassi in lieve aumento, non riteniamo che ci possano essere impatti importanti sul mercato. L'economia italiana, inoltre, sta ripartendo bene e questo è un altro elemento che gioca a favore del mercato immobiliare. Il 2022 vedrà tra 710-720mila compravendite, i prezzi chiuderanno tra +1% e +3%». - Paolo Dezza, Il Sole 24 Ore, 20 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

venerdì 17 dicembre 2021

I prezzi delle case in Italia crescono anche nel III trimestre 2021 e l'aumento è record

Il valore è +4,2% rispetto allo stesso periodo del 2020

Aumento record per i prezzi delle case in Italia nel III trimestre 2021. Secondo la stima preliminare diffusa dall'Istat, l'indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie per fini abitativi o per investimento è aumentato dell'1,2% rispetto al trimestre precedente e del 4,2% nei confronti dello stesso periodo del 2020 (era +0,4% nel secondo trimestre 2021).

Indice dei prezzi delle abitazioni Istat, le ragioni dell'aumento

In base a quanto indicato dall'Istat, l'aumento tendenziale dell'Indice dei prezzi delle abitazioni "è da attribuirsi sia ai prezzi delle abitazioni nuove che accelerano la crescita, passando dal +2,0% registrato nel secondo trimestre al +3,9%, sia ai prezzi delle abitazioni esistenti (che pesano per più dell'80% sull'indice aggregato) che aumentano del 4,2%, in forte accelerazione rispetto al trimestre precedente nel quale erano rimasti stabili".

L'Istituto nazionale di statistica ha sottolineato che questi andamenti si registrano in un contesto di crescita vivace dei volumi di compravendita (+21,9% la variazione tendenziale registrata nel terzo trimestre 2021 dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate per il settore residenziale).

Secondo quanto spiegato, su base congiunturale l'aumento dell'Indice dei prezzi delle abitazioni dell'Istat è dovuto soprattutto ai prezzi delle abitazioni nuove che registrano un incremento pari a +3,0%, dopo la stabilità del trimestre precedente; crescono anche i prezzi delle abitazioni esistenti, ma in misura meno ampia rispetto a quanto registrato nel trimestre precedente (+0,8% dopo il +2,0% del secondo trimestre).

L'andamento dei prezzi delle case nei primi tre trimestri 2021

La nota dell'Istat ha mostrato che, in media, nei primi tre trimestri del 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020, i prezzi delle abitazioni sono aumentati del 2,1%. Nel dettaglio, i prezzi delle abitazioni nuove hanno fatto registrare un +3,3%, mentre i prezzi delle abitazioni esistenti sono cresciuti dell'1,8%.

Il tasso di variazione acquisito dell'Indice dei prezzi delle abitazioni dell'Istat per il 2021 è pari a +2,6% (+3,5% per le abitazioni nuove e +2,3% per le abitazioni esistenti). - Idealista.it, 17 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

giovedì 16 dicembre 2021

Mercato immobiliare a Roma: dove salgono e dove scendono i prezzi. Le previsioni 2022

Benissimo la zona Sud, molto male Casal Lumbroso. Calo anche nei quartieri più centrali, mentre sale la quotazione da Parioli a Balduina

Dove sarà più conveniente comprare casa e dove invece venderla nel 2022 a Roma? Secondo uno studio condotto da Immobiliare.it, la Capitale vedrà crescere i prezzi degli immobili al metro quadro rispetto allo scorso anno solo dello 0,3%, rimanendo quindi sostanzialmente stabili. 

Interessante però osservare le oscillazioni quartiere per quartiere, con sei zone che vedranno la maggiore rivalutazione nel corso del nuovo anno. Si va da Roma Nord all'estrema periferia Sud, passando per i quartieri semi-centrali dove tendenzialmente i prezzi sono più alti. 

Il boom a due passi dal mare

A crescere maggiormente secondo il portale di annunci immobiliari sarà Infernetto, zona Ostia: stretto tra la riserva naturale del Litorale e la Tenuta di Castel Porziano, a due passi dal mare, nonostante i 25 chilometri di distanza dal centro di Roma i prezzi al metro quadro aumenteranno del 6,8%. Spostandosi ai margini ovest del raccordo, Maglianella guadagna il 3,5% mentre uscendo e andando dalla parte opposta, quasi sotto Tivoli, Castelverde sale del 2%. 

Cresce la Roma-bene

In positivo le previsioni anche per i quartieri-bene di Roma Nord: le borghesi Prati, Parioli e Balduina vedranno il prezzo degli immobili salire rispettivamente del 4,7%, 3,1% e 2%. Non una notizia del tutto buona: qui le case costano già intorno ai 5.000 euro al metro quadro, sarà presumibilmente più quindi ancora difficile aggiudicarsi un appartamento come di contro meno veloce venderlo per chi ne è già proprietario. 

I flop dalla periferia al Centro Storico

Tra il raccordo e Fiumicino, Casal Lumbroso vede crollare i prezzi per il 2022: -6,8%. Male anche Mezzocammino, insediamento urbano nell'Agro romano sotto l'Eur, dove le case costeranno il 3,4% in meno al metro quadro. Facendo un salto di diversi chilometri, calo anche nel Centro Storico (-2,5%), Termini (-2,6%) e Trastevere/Testaccio (-3,4%). Proiezioni non felici anche per l'Ardeatino (quartiere lambito dal parco dell'Appia Antica e con al centro la Tenuta di Tormarancia) con un calo del 2.,5%. - RomaToday, 15 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

mercoledì 15 dicembre 2021

Sparisce stop vendita e affitto case 'sprecone', Ue ci ripensa

La Commissione Europea fa marcia indietro sulla proposta di direttiva sull'efficienza energetica degli immobili

La Commissione Europea fa marcia indietro sulla proposta di direttiva sull'efficienza energetica degli immobili. Nella proposta avanzata oggi, sparisce il divieto di affittare e vendere gli immobili più inefficienti dal punto di vista energetico se non ristrutturati entro certe date, che era invece presente nelle bozze circolate nei giorni scorsi. "Ci sono diversi modi per raggiungere l'obiettivo dei requisiti minimi - spiega un alto funzionario Ue - e noi di certo non proponiamo" un divieto di vendere o affittare gli immobili più inefficienti.

In un Paese come l'Italia, ricco sia di proprietari di case che di immobili inefficienti dal punto di vista energetico, anche perché spesso non di nuova costruzione, un divieto simile, anche se avrebbe dovuto essere tradotto nell'ordinamento italiano dal legislatore, avrebbe comportato difficoltà politiche enormi per qualsiasi governo. Il divieto ipotizzato nei giorni scorsi "non è contenuto nella proposta: non sarà vietato per i proprietari di edifici e appartamenti vendere edifici se sono in classe G", la più bassa, ribadisce l'alto funzionario.

I mezzi più idonei per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica saranno lasciati alla discrezione degli Stati membri, che conoscono la situazione interna meglio della Commissione. Gli Stati membri "dovranno identificare il 15% degli edifici che ha performance peggiori e che dovranno essere rinnovati" in via prioritaria. In generale, per gli edifici pubblici e non residenziali (uffici, per esempio), il livello di performance energetica dovrà passare almeno al livello F al più tardi entro il 2027 e almeno al livello E entro il 2030, al più tardi. Gli edifici residenziali, invece, dovranno passare come minimo alla classe F entro il 2030 e almeno alla E entro il 2033.

TIMMERMANS: "NESSUN BUROCRATE VI CONFISCHERA' BENI"

La proposta di direttiva sull'efficienza energetica degli edifici avanzata oggi dalla Commissione Europea "non contiene alcun divieto di vendita o affitto per gli edifici in classe G, cioè il 15% degli edifici identificati come quelli che hanno la peggiore efficienza energetica nel singolo Paese". Lo precisa, parlando in italiano in conferenza stampa a Bruxelles, il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Frans Timmermans.

Il processo di ammodernamento energetico degli edifici, sottolinea Timmermans, è stato "troppo lento" e deve essere accelerato in tutta Europa, se si vogliono raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica al 2050. "Milioni di europei oggi - dice Timmermans - non riescono a pagare le bollette energetiche: spesso vivono in immobili con sistemi energetici datati. Le persone che vivono in immobili nell'ultima classe energetica pagano molto di più di quanto pagherebbero" se l'immobile venisse rimodernato.

"Permettetemi - aggiunge passando all'italiano, che parla molto bene avendo studiato a Roma - di affrontare alcune preoccupazioni specifiche: Bruxelles non vi dirà che non potete vendere la vostra casa se non è ristrutturata. Nessun burocrate di Bruxelles confischerà la vostra casa se non verrà ristrutturata. Il patrimonio culturale è protetto e le case estive possono essere esentate. La proposta lascia agli Stati membri la scelta su come far rispettare lo standard minimo. Un sostegno finanziario sarà sicuramente necessario in molti casi: si potrà ottenere un sostegno dal governo italiano o dalla Commissione Europea per ridurre la propria bolletta energetica", conclude.

"UE NON IMPONE DISMISSIONE CALDAIE A COMBUSTIBILI FOSSILI"

La Commissione Europea non imporrà per legge la dismissione delle caldaie alimentate da combustibili fossili, anche perché "gli Stati membri hanno situazioni molto diverse" e lascerà quindi la scelta su come procedere su questa materia ai singoli Paesi. La Commissione fornirà "un chiaro quadro giuridico" per i Paesi Ue che intendono procedere in quella direzione, dice la commissaria europea per l’Energia Kadri Simson. - Adnkronos, 15 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

La disparità si costruisce anche col mattone. Sempre più difficile comprare casa per gli italiani più poveri

In Italia si parla del mercato immobiliare un po' come della Borsa: i toni sono positivi quando i prezzi salgono e si fanno preoccupati quando scendono. E un approccio interessante perché è di parte: l'aumento delle quotazioni è una buona notizia per chi una casa ce l'ha, ma è cattiva per chi se la deve trovare. 

Ragionare di abitazioni con gli stessi parametri che si applicano agli investimenti finanziari è diventato normale ma è un modo sballato di guardare la realtà. Una società che tratta le case come le azioni trascura le loro sostanziali differenze. La prima è che le case, al contrario degli investimenti finanziari, sono beni essenziali: si può trascorrere una vita felice senza mai possedere un titolo o un'obbligazione, ma un posto in cui vivere, possibilmente con una porta e quattro mura, serve a tutti. La seconda è che se lo spazio finanziario è potenzialmente sconfinato, lo spazio abitativo ha invece limiti molto concreti: geografici, urbanistici e burocratici. 

L'atteggiamento perennemente rialzista degli italiani verso i prezzi del mattone ha però una sua spiegazione: in un Paese in cui la quota di famiglie che abita in una casa di proprietà è stabilmente attorno all'80% da qualche decennio, i problemi del restante 20% — la minoranza dei non proprietari — soccombono rapidamente alle speranze della maggioranza. Incoraggiare con sconti fiscali gli italiani a diventare proprietari è stata una scelta politica iniziata negli anni `70 ed è coincisa con l'avvio di una graduale ma drastica riduzione dei progetti di edilizia pubblica. 

È emblematico che, come rivela un'indagine della Banca d'Italia di qualche anno fa, proprio negli anni `70 è iniziato un repentino rialzo delle quotazioni immobiliari medie italiane che ha portato i prezzi reali delle abitazioni — cioè al netto dell'inflazione — a raddoppiare in dieci anni e quasi triplicare nel giro di un quarto di secolo. Dopo il picco toccato prima della crisi finanziaria del 2008 i prezzi delle case sono generalmente diminuiti (l'Istat calcola un calo di quasi il 9% nell'ultimo decennio) ma non dovunque e non per tutti. Idealista, uno dei portali di riferimento per le compravendite immobiliari, in base agli annunci pubblicati calcola per gli ultimi cinque anni un calo delle quotazioni del 19% a Napoli e del 6% a Roma, ma un aumento nell'ordine del 30% a Milano. Un dato che conferma come il capoluogo lombardo sia la città più "internazionale" del Paese: in tutto l'Occidente, infatti, è un momento di fibrillazione del mercato. 

In un articolo sul portale Work in Progress, Sam Bowman, John Myers e Ben Southwood riconducono al problema della carenza di alloggi a prezzi abbordabili tutti i grandi problemi che il mondo occidentale ha in questo momento (Covid escluso): scarsa crescita economica, cattive condizioni di salute, instabilità finanziaria, calo della fertilità e disuguaglianza. E un allarme che non arriva certo da sinistra: il giovane Bowman è uno studioso irlandese che fino al 2017 è stato direttore dell'Adam Smith Institute, uno dei più antichi think tank liberisti. 

Il legame tra casa e disuguaglianza è particolarmente interessante. Se si guarda alla situazione italiana, i numeri dell'Istat confermano che l'immobiliare è uno dei fattori dietro alla crescita della disparità di condizioni di vita tra le persone. In Italia Gini che misura le diseguaglianze è molto più alto sull'immobiliare (quello sulle rendite catastali è a 47 punti) rispetto a quello sui redditi (35,4 punti). E la situazione è in peggioramento. L'Istat rivela per esempio che tra le famiglie che appartengono al primo quintile di reddito, cioè il 20% più povero della popolazione italiana, la quota di proprietari di casa tra il 2005 e il 2019 è scesa dal 65 al 54,2%. Si è ridotta, dal 79 al 75,1%, anche la quota di proprietari tra le famiglie del secondo quintile, mentre è rimasta stabile per gli ultimi tre quintili di reddito, cioè per il 60% degli italiani più ricchi. 

Significa che per gli italiani più poveri avere una casa di proprietà sta diventando più complicato. Con il rischio di finire in una spirale di discesa sociale. E ancora l'Istat a rilevare che tra il 2004 e il 2019 la spesa media mensile per l'abitazione è salita da 476 a 579 euro per chi vive in affitto, mentre per i proprietari è scesa da 252 a 242 euro. Chi vive in affitto deve dedicare alla casa in media il 28,5% del suo reddito, chi è proprietario solo 1'8,6%. Sono numeri che stridono con il buon andamento dell'indice di "affordability" che mette in relazione prezzi degli immobili, redditi e costo dei finanziamenti per misurare la capacità delle famiglie di acquistare casa. Attualmente quell'indice, elaborato dall'Agenzia delle Entrate, è su livelli piuttosto elevati: al 15%, quando lo 0 è la soglia che divide la situazione in cui la famiglia media non può comprare casa (indice negativo) da quella in cui può permettersela (indice positivo). L'indice però non tiene conto dei patrimoni, che sono un fattore determinante per ottenere il mutuo: difficilmente le banche finanziano più dell'80% del prezzo d'acquisto. 

Il prezzo medio delle abitazioni acquistate in Italia nel 2020 è di 160mila euro: significa che una famiglia che non abbia come minimo 32mila euro di liquidità difficilmente può ottenere il credito necessario a comprare. Per come è impostato oggi, il fisco italiano non sembra in grado di contrastare la diseguaglianza immobiliare. 

È vero che lo Stato aiuta i cittadini intenzionati a comprare l'abitazione in cui vivere attraverso diversi incentivi, come le agevolazioni prima casa, la detrazione al 19% degli interessi sul mutuo o la riduzione delle imposte di registro. Ma chi non ha il patrimonio di partenza ne é tagliato fuori, così come resta fuori da quasi tutte le altre 43 spese fiscali dedicate ai proprietari di casa, misure che complessivamente valgono attorno ai 15 miliardi di euro. Con risultati anche paradossali: lo sconto fiscale per un proprietario di casa che la affitta scegliendo la cedolare secca del 21% (misura che non prevede limiti di reddito), costa allo Stato 2,3 miliardi. Lo sconto previsto per chi vive in affitto, riservato a chi guadagna meno di 3lmila euro lordi all'anno, ha un peso sulle casse pubbliche di soli 328 milioni. - Pietro Saccò, Avvenire, 15 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

martedì 14 dicembre 2021

Nuovi progetti residenziali a Roma: ecco in quali zone si potrà abitare tra qualche anno

Roma non è stata costruita in un giorno. Anzi, continua ad essere costruita: sono ben 180, infatti, i nuovi progetti residenziali nella Capitale in corso. Ecco quali sono le zone maggiormente interessate.

Prezzi delle case a Roma

Nel 2020 i prezzi medi delle case a Roma hanno avuto una lieve flessione (-2,2%), secondo Gabetti, con tempi medi di vendita che si sono mantenuti poco al di sotto dei 5 mesi e sconti in sede di chiusura delle trattative intorno all’11%. Nel primo semestre 2021 si è registrata una lieve flessione (-0,6%) in un contesto ti tempi e sconti sostanzialmente stabili.

In termini di volumi, il mercato degli immobili a uso residenziale del Comune di Roma, nel periodo 2013-2020, presenta una media pari a 29.251 transazioni, che hanno riguardato soprattutto tagli compresi tra i 50 e gli 85 metri quadri (oltre il 40 per cento).

Nuovi sviluppi residenziali a Roma

Ecco quindi dove si svilupperanno nuovi progetti residenziali a Roma.

Zona Portuense:  è la zona con la maggiore concentrazione di nuova edilizia residenziale, pari a oltre 3.000 unità: quasi 1.500 in progetto, 1.400 in costruzione o in fase di completamento e le restanti 250 concluse. Nella zona si distingue per numero di unità il progetto della Collina della Muratella, con oltre 1.000 unità. L’accessibilità dell’area, che rimane all’interno del G.R.A., è garantita a livello sia di infrastrutture stradali sia di mezzi pubblici grazie alla presenza di trasporto pubblico in superficie e alla linea ferroviaria (Muratella).

Cintura Eur: con quasi 3.000 unità, di cui 1.600 concluse, 750 in costruzione e circa 600 in fase di progetto. In quest’area, particolarmente ambita per la presenza di uno dei centri direzionali più storici e riconosciuti della città, è rivolta da anni l’attenzione dell’amministrazione comunale nel rendere ancora più attrattivo il distretto dell’Eur a una platea di residenti e visitatori sempre più ampia. L’area, oltre a essere caratterizzata dalla presenza di numerosi spazi per uffici che ospitano sia grandi aziende che operano nel settore terziario, sia numerosi enti pubblici e istituzionali, negli ultimi anni si sta affermando anche come polo congressuale della città. La cintura dell’Eur, situata a sud della città, gode di una particolare posizione strategica sia per la presenza di infrastrutture viarie (quali la via Cristoforo Colombo, la via Pontina e l’Ostiense) che consentono di raggiungere la costa tirrenica laziale in meno di mezz’ora, sia per la presenza della metropolitana grazie alla quale è possibile arrivare nel centro di Roma anche qui in meno di mezz’ora.

Tiburtina: con circa 1.900 unità, di cui quasi 870 in completamento, oltre 800 concluse e oltre 200 in fase progettuale. Per numero di unità, si distinguono l’intervento concluso Domus Placidia (540), oltre a quello di Tor Cervara in completamento. Oltre alla buona connessione dell’area con il resto della città e il territorio regionale (grazie alla metropolitana e ai numerosi treni regionali) e alla presenza di soluzioni abitative con un interessante rapporto qualità prezzo che rendono l’area in oggetto particolarmente attrattiva, la Tiburtina è interessata da un’iniziativa avveniristica che rivoluzionerà l’intero l’assetto urbanistico ed economico. Si tratta di una proposta di variante urbanistica per il progetto di un nuovo quartiere ispirato al modello dell’area di Porta Garibaldi a Milano o de La Défense di Parigi, con l’idea di dotare la città di un nuovo centro direzionale avente come fulcro il piano di assetto della stazione Tiburtina.

Asse Colombo – Ostiense – Litorale: con oltre 1.700 unità, di cui oltre il 50% in fase di progetto, il 40% in costruzione e il 10% concluso si presenta come l’area di connessione tra Roma e il mare. Si segnalano tra questi l’iniziativa Giardino di Roma (900 unità complessive) e di Parco Leonardo (situato nel Comune di Fiumicino) che vede 160 unità in costruzione e 92 concluse in fase di commercializzazione. L’area è caratterizzata anche dalla presenza del polo fieristico Nuova Fiera di Roma, in prossimità di Parco Leonardo e dal vicino aeroporto di Fiumicino.

Salaria: con quasi 1.700 unità, di cui oltre 600 già concluse, 860 in costruzione e oltre 200 in fase di progetto. Questa zona, che dal quartiere IV Salario si estende fino alla circonvallazione Salaria e delimitata dalla via Salaria e dalla nuova circonvallazione interna nel quartiere Nomentano, è caratterizzata dalla presenze di numerosi spazi verdi (fra cui Villa Torlonia e Villa Ada che è il quarto più grande parco pubblico di Roma) , di quattro stazioni della metropolitana che coprono sufficientemente tutta la macro-zona Salaria-Nomentana-Trieste e da due grandi viali di scorrimento (via Salaria e via Nomentana) che dal centro di Roma raggiungono il G.R.A a Nord-Est.

Montagnola - Grotta Perfetta: un totale di oltre 1.000 nuove unità di cui circa il 20% concluso e il restante 80% in costruzione/completamento. L’area compresa tra via di Grotta Perfetta, via Berto e via Giana Anguissola vede in questo momento l’interesse di diversi operatori.

Aurelio: vede oltre 900 unità totali, di cui 500 concluse/in completamento. Da segnalare il progetto della Stazione Aurelia (348 unità) e di Bogliasco (84 unità) del Gruppo Marronaro; Aurelia Green Park, seconda fase (190 unità) le residenze Aldobrandeschi di via Riva Ligure, di FinGM (160 unità); l’intervento di pregio “I Giardini di Aurelia Antica” (73 unità).

Fonte Laurentina, Roma sud: oltre 830 unità di cui circa 350 concluse da parte del Gruppo Caltagirone (I Tigli, i Larici e i Salici) e il già citato intervento concluso promosso da Investire Sgr di via Luigi de Marchi (486 unità).

Casal Boccone: vede coinvolto in modo significativo Impreme S.p.A. con circa 320 unità in costruzione (Rione rinascimento Terzo "Le Dalie", "Gli Astri" oltre a Residenze Armonia) e Consorzio AIC, con un’iniziativa già conclusa (Parco Talenti) di circa 90 unità.

Giuliano – Dalmata: vede circa 900 unità, di cui 560 concluse e 340 in costruzione. Spiccano per numero di unità l’iniziativa di Colle della Strega, in costruzione e quella di via della Cecchignola già conclusa.

Castelluccia, Roma nord: circa 750 unità. Tra queste si segnala l’iniziativa Rea Silvia in completamento) e il Progetto Roma Nord di CMB in costruzione. - Idealista.it, 13 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

venerdì 10 dicembre 2021

Acquistare casa come investimento: compravendite in calo rispetto al 2019

Mutuo per la seconda casa

Nel primo semestre del 2021 solo il 16,3% delle compravendite residenziali è stata realizzata come acquisto per investimento: la percentuale è pressoché stabile rispetto allo stesso periodo nel 2020 ma in calo se confrontata al 2019, quando si attestava al 17,9%.

Acquisto per investimento: compratori più cauti

I primi 6 mesi del 2021 vedono le compravendite in crescita, ma gli acquisti per investimento sono inferiori rispetto ad abitazioni principali e case vacanze.

È stata la pandemia a rendere gli acquirenti più cauti rispetto al passato, sebbene le compravendite a scopo investimento compongano un’importante fetta del mercato immobiliare nazionale: da studi recenti emerge infatti che la casa continua a essere considerata dagli italiani il più valido investimento.

Quali sono le città in cui si investe di più

Nelle grandi città la quota media degli investimenti immobiliari nel residenziale è più alta, 23,2%, ma anche qui in calo rispetto al 2019 quando si arrivava al 25-26%.

È Napoli che conta la percentuale più alta di acquisto per investimento: 35% sul totale delle compravendite. A seguire ci sono Palermo, 30%, e Bologna, 31%. A Milano gli acquisti per investimento compongono il 23,0%. Firenze, Genova, Roma e Torino si fermano tra il 17 ed il 19%.

Investire nel mattone: chi compra (e che cosa compra)

A investire di più nel residenziale è la fascia di italiani che ha tra 45 e 54 anni: il 30,2% del totale. Rispetto al 2019 sono diminuiti gli over 65 che comprano casa per investimento: si passa dal 14,8% all’attuale 13,0%.

Ad acquistare sono prevalentemente coppie e famiglie (73,1% sul totale degli acquirenti) e perlopiù tramite mutuo: si passa dal 15,7% del 2019 al 18,7% del 2021.

La tipologia maggiormente acquistata per investimento è il bilocale, 33,5%; segue il trilocale con il 26,0%. Le soluzioni indipendenti vedono un aumento nelle preferenze rispetto al 2019, passando dall’11,7% al 16,0%. - Aurora Tamigio, Immobiliare.it, 8 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

giovedì 9 dicembre 2021

Direttiva choc della Ue: niente vendita o affitto se la casa consuma energia

Svolta verde sugli immobili. La bozza del provvedimento: nel 2033 la classe energetica minima sarà la "C". 

Case sul mercato soltanto con l'impegno a raggiungere in 3 anni i requisiti richiesti  Dopo lo stop alle auto a benzina e diesel entro il 2035 la Commissione europea prepara una stretta "green", draconiana, anche sugli immobili. Quelli che sprecano troppa energia non potranno più essere venduti o affittati dai proprietari. Una misura choc, che si inserisce nel filone della lotta ai cambiamenti climatici, ma che rischia di avere impatti pesantissimi sui mercati immobiliari di tutti gli Stati membri. 

Il provvedimento della Commissione non è stato ancora reso noto. La bozza della direttiva sarà pubblicata il prossimo 14 dicembre. ma Il Messaggero ha potuto leggerne una bozza. Il punto di arrivo dichiarato dalla Commissione è che, entro il 2050 tutti gli edifici dovranno essere a «emissioni zero». Ogni Paese dovrà definire quali sono gli standard minimi di prestazione energetica che dovranno possedere gli immobili. Questi standard minimi, dovranno iniziare ad essere applicati al più tardi dal 2027. Poi entro il 2035 tutti gli immobili presenti nel Paese dovranno rispettare i nuovi standard. 

Ma cosa accadrà agli immobili che non raggiungeranno i nuovi standard di efficienza energetica? La direttiva prevede che gli Stati introducano delle norme per vietare la vendita e l'affitto degli immobili che a partire dal 2027 (per gli appartamenti in condominio gli standard scatteranno invece nel 2030), non abbiano raggiunto il minimo di efficienza energetica richiesto. Questo minimo sarà, spiega la direttiva, la classe energetica E a partire dal 2027, la classe energetica D, a partire dal 2030 e, infine, la classe energetica C a partire dal primo gennaio del 2033. 

Quanto sia complesso raggiungere queste "performance" energetiche è evidente. Basta scorrere gli avvisi delle compravendite dí immobili in una qualsiasi città italiana, dove la maggior parte degli annunci riporta una classe energetica G, la più bassa. E pure vero che in Italia ci sono molti cantieri in corso di efficientamento energetico grazie al Superbonus del 110%. Ma è altrettanto vero che il ministro dell'Economia Daniele Franco, durante l'audizione sulla manovra di bilancio, ha ricordato che secondo «i dati Enea a fronte di 9,6 miliardi di lavori gli oneri ammontano a 10,5 miliardi, e siamo allo 0,5% del patrimonio immobiliare italiano». 

La riqualificazione energetica del patrimonio insomma, ha costi elevatissimi. e nei prossimi anni il costo sarà sostenuto solo parzialmente dallo Stato attraverso i bonus che, gradualmente, caleranno fino al 65%. II divieto di vendita di cui parla la bozza di direttiva europea sull'efficienza energetica degli edifici, non è assoluto. C'è una via per poter vendere o affittare il proprio immobile: bisogna impegnarsi a raggiungere la classe energetica indicata dalla direttiva entro tre anni dalla stipula dell'atto di vendita o del contratto di affitto. 

Le reazioni

Duro il commento di Confedilizia. «L'obbligatorietà della riqualificazione energetica». fanno sapere fonti dell'associazione, «oltre ad essere inaccettabile e costosa, è accompagnata da ulteriori, assurde, previsioni normative. Gli edifici privi dei requisiti minimi richiesti dalla Direttiva verranno espunti dal mercato delle locazioni e delle compravendite. Nel primo caso», sottolinea Confedilizia, «ci saranno evidenti ricadute anche di carattere sociale. Si ridurranno in maniera significativa il numero di immobili posti sul mercato degli affitti e inoltre i canoni cresceranno esponenzialmente al costo sostenuto dai proprietari per adeguare gli immobili». Lo stravolgimento, sempre secondo Confedilizia, «riguarderà anche il mercato delle compravendite, in quanto tutti gli immobili privi dei requisiti subiranno una significativa svalutazione». Insomma, per ora non è chiaro se la Commissione europea, varando questa direttiva, riuscirà a "decarbonizzare" gli edifici d'Europa, ma certamente in questo modo, sostiene l'associazione, ridurrà in cenere il mercato immobiliare e anche i proprietari». - Andrea Bassi e Luca Cifoni, Il Messaggero, 9 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

martedì 7 dicembre 2021

Affitto, non c'è danno se la casa viene resa senza tinteggiatura

È escluso che il proprietario-locatore possa pretendere che il conduttore, al termine del contratto di locazione, riporti l'immobile a nuovo, addossandogli spese di ordinaria manutenzione poiché si verrebbe a creare un indebito vantaggio economico in aggiunta al canone locatizio già percepito è quanto affermato dal Tribunale di Milano nella sentenza 9637 del 19 novembre 2021.

Tutto parte dalla pretesa del proprietario-locatore nei confronti dei conduttori di un immobile abitativo di ottenere il risarcimento dei danni per l'inadempimento contrattuale dell'obbligazione di custodia dell'appartamento. Secondo il locatore, infatti, i conduttori avevano lasciato l'immobile in un pessimo stato manutentivo, con danni manifesti sia al mobilio che alle parti murarie. Ma, vista anche la carenza probatoria circa lo stato dell'immobile all'atto dell'avvio della locazione, il Tribunale di Milano rigettava la sua tesi. 

La giurisprudenza di legittimità, alla quale aderiscono anche le Corti di merito, ha già chiarito il principio per il quale, in relazione all'obbligo di custodia di cui all'articolo 1590 del Codice civile si fa salva la possibilità di un deterioramento "normale" della cosa locata, conseguente all'uso corretto del bene (in conformità delle pattuizioni contrattuali) oppure alla vetustà (articolo 1609), che rientra nella liceità giuridica del godimento e che, quindi, il locatore è tenuto a sopportare. 

Secondo la norma in questione, dunque, il conduttore adempie correttamente l'obbligo della riconsegna quando consegna la casa che presenta solo un deterioramento "normale", come imbrattamento delle pareti o fori sui muri per la presenza di elementi d'arredo poi legittimamente asportati (perché, ad esempio, di proprietà del conduttore). Ma la sentenza milanese va più a fondo e fornisce un'interessante indicazione di danni considerabili quali espressione del "normale uso" del bene locato, tra questi, per esempio, le varie scalfitture e la necessità di ritinteggiatura alle porte ed alle pareti, i disassamenti delle ante dei mobili della cucina, dell'oblò della cucina e delle ante degli armadi, macchie, graffi e abrasioni sulle pareti, ammaccature. 

Attenzione, però. Come ricorda la sentenza 9637, incombe sul locatore anche la prova dell'esistenza e della consistenza dei danni denunciati nonché della loro riconducibilità eziologica al cattivo uso fattone dal conduttore, e anche la prova dello stato originario dell'immobile (non basta dimostrare che sia stato ristrutturato). Sarà invece il conduttore, dal canto suo, a dover dimostrare che l'uso del bene è stato conforme al normale uso, anche in considerazione del più o meno lungo periodo di locazione. - Vito Sola, Il Sole 24 Ore, 27 novembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

lunedì 6 dicembre 2021

Le tipologie di case più richieste e i budget a misura di età

Grande, in mezzo al verde, lontane dalle città o piccole in centro con tutti i servizi a portata di mano? Come è davvero la casa più ricercata oggi dalle famiglie italiane? Una domanda non banale, dato che può condizionare le scelte di sviluppo immobiliare nel nostro Paese. 

Più grandi con spazi esterni 

Century 21 Italia, la filiale italiana del colosso immobiliare Usa, ha da poco avviato un'analisi ad hoc. «Ciò che appare evidente fin da subito - commenta Marco Tilesi, ceo della branch italiana di Century 21 - non è solo la connessione causa-effetto fra pandemia e richiesta di una casa più grande, ma il fatto che questa domanda si consolidi anche nel post pandemia». Dall'analisi emerge chiaro il desiderio di case più grandi: rispetto al triennio 2017-2019, il 2020 ha fatto registrare il +43%, tendenza che si conferma con una minima anche nel 2021 (+36 per cento). 

Villa o non villa? 

Se nell'anno del lockdown la ricerca di ville scende vertiginosamente toccando il -13%, l'anno successivo sì torna immediatamente a livelli pre-pandemia. «A nostro avviso - spiega ancora Tilesi - le ridotte interazioni sociali e l'impossibilità di socializzare in maniera tradizionale hanno spinto le persone a prediligere i centri urbani dove le attività quotidiane necessarie erano rese più facili dalla prossimità, pensiamo, ad esempio, alla spesa». 

Tuttavia, nel 2020, la percentuale di chi cerca una casa con lo spazio verde esterno sale dei 28% rispetto al triennio 2017- La Gen X - tra 42 e 55 anni - compra gli immobili più grandi (112 mq), con budget medio di 213.600 euro 2019 (nel 2021 toccherà il 35%). «L'aumento della richiesta di giardini che sale in controtendenza con la ricerca di ville conferma - prosegue Tilesi - come, durante il 2020, la ricerca del consumatore si orientasse verso case con spazi aperti ma in centri urbani». Non solo giardini, infatti. Anche la richiesta di balconi e terrazzi continua ad aumentare, in media negli ultimi due anni, sale oltre il 50% la domanda per i primi e più del 30% quella per i secondi. 

ll lusso sceglie la provincia 

Secondo il "Global Luxury Report" di Berkshire Hathaway HomeServices, i top spender sono alla ricerca di tranquillità e prediligono le zone periferiche a scapito delle aree metropolitane. Tra le zone più ricercate, le aree entro i 45 minuti dalle grandi città, ma non troppo vicine. 

Età che hai, casa che vuoi 

Se ville, casali e proprietà con ampi spazi sono appannaggio solo delle fasce più agiate della popolazione, per il resto della popolazione vale invece una nuova stratificazione per età. Lo rivela uno studio fatto dall'agenzia Dove.it, che ha diviso i compratori per fasce d'età, analizzando le compravendite intermediate nell'ultimo anno. «Una delle conseguenze più dirette dell'epidemia di Covid sugli italiani - dichiara Paolo Facchetti, ceo e founder di Dove.it - è l'avere stimolato nuovamente i giovani all'acquisto di una casa, magari aiutato dalla famiglia e dalle recenti agevolazioni del Governo». 

La Generazione Z, gli under 25 , è quella che ha un budget più basso (poco più di 134mila euro) ed è quella che meno può permettersi lussi" ma non transige sul balcone (37 per cento). Uno su 4 acquista in centro città e punta a servizi e movida. La situazione infatti migliora solo in parte tra i Millennials, che pure annoverano gente che ha già compiuto i 40 anni. Puntano al classico trilocale, 94 mq in media - nel 35,1% del totale con balcone.

La GenX - tra 42 e 55 anni - è quella che compra gli immobili più grandi (112 mq). Il suo budget medio d'acquisto ammonta a 213.600 euro. Quasi compravendita su tre vede case con un giardino. 
Infine, i baby boomers (gli over 55) non hanno magari più bisogno di grandi spazi (la dimensione media è di 100 metri quadri e il prezzo medio ammonta a 175.300 euro) ma, inoltre un caso su tre, acquistano una casa in centro città. Una casa su quattro, inoltre, ha terrazzo (26%) e oltre una su tre il balcone (36,2 per cento). - Evelina Marchesini, Il Sole 24 Ore, 6 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

venerdì 3 dicembre 2021

Non solo Nomisma. Anche secondo OMI continua a correre il mercato delle compravendite immobiliari

Continua a correre il mercato immobiliare nel III trim del 2021. Le transazioni sono cresciute del 21,9% rispetto allo stesso trimestre del 2020, con un totale di oltre 172mila abitazioni compravendute. Rispetto al 2019 la crescita è del 25%

Anche nel confronto con le abitazioni compravendute nello stesso trimestre del 2019, il tasso tendenziale rimane su valori ampiamente positivi, con un incremento di oltre il 25%. Le abitazioni acquistate nel III trimestre del 2021 sono circa 31 mila in più rispetto allo stesso trimestre del 2020, 35mila in più nel confronto con il 2019.

Il rialzo tendenziale relativo all’ultima rilevazione risulta ridimensionato rispetto ai livelli dei due trimestri precedenti, che scontavano appieno l’effetto rimbalzo dovuto alla chiusura delle attività nel corso del 2021. I tassi tendenziali mostrano una crescita analoga sia nei capoluoghi (+21,9% e circa 9.500 abitazioni compravendute in più rispetto al terzo trimestre del 2020) sia nei comuni minori, non capoluogo (+21,9%, con circa 21.500 abitazioni compravendute in più del 2020). La crescita, rispetto all’analogo trimestre del 2019, invece, è maggiormente concentrata nei comuni minori (+31,6%), rispetto ai capoluoghi (+13,6%).

La quota delle compravendite eseguita usufruendo dell’agevolazione “prima casa” è pari al 68,7% delle unità acquistate dalle persone fisiche, in diminuzione di rispetto i precedenti trimestri (era 71,2% nel secondo trimestre 2021). Poco più della metà, il 51,9%, degli acquisti da parte di persone fisiche è stato finanziato con mutui a garanzia dei quali è stata iscritta ipoteca sullo stesso immobile oggetto di compravendita.

Superfici e tagli dimensionali

In termini di superficie nel confronto con gli stessi trimestri 2020 e del 2019, si osservano per il trimestre in esame tassi tendenziali di crescita leggermente più elevati di quelli riscontrati per le compravendite in termini di transazioni. La superficie media delle abitazioni compravendute aumenta di 1,6 m2 rispetto al 2020 e di 1,8 m2 rispetto al 2019. Tale aumento si riscontra in tutte le aree tranne al Sud, dove rimane stabile, ma solo rispetto al 2019.

La ripresa degli scambi, che emerge dal confronto con lo stesso trimestre del 2020 e del 2019, coinvolge tutti i segmenti e, in coerenza con quanto osservato nei precedenti trimestri, si rileva una crescita più ampia per le abitazioni nella classe di taglio dimensionale più grande, oltre 145 m2 ; per quest’ultima classe si rilevano i picchi dei rialzi nel Centro. Il taglio dimensionale medio, da 85m2 fino a 115m2 , seppur in crescita di oltre il 20%, presenta il tasso di variazione minore rispetto al 2019 - Idealista.it, 3 dicembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s

giovedì 2 dicembre 2021

Case, 700mila compravendite. Più di 3,3 milioni di famiglie pronte ad acquistare

Un rimbalzo di gran lunga superiore alle attese - oltre quota 700mila - che premia per lo più le aree suburbane, al di fuori dei capoluoghi. E l'onda lunga dell'emotività post-covid. Nonostante una situazione economica non necessariamente florida, oltre 3,3 milioni di famiglie hanno deciso di cercare casa. E quanto emerge dal 3° Rapporto sul Mercato Immobiliare 2021 di Nomisma, presentato ieri in streaming. 

Significa che una parte consistente di italiani si attende che i cambiamenti avvenuti in questi ultimi due anni, siano o diventino, ín qualche modo, strutturali e sulla base delle nuove esigenze - più spazio, più verde, più risparmio energetico, la ormai mitica "stanza in più" - si è disposti all'acquisto. 

Crescono i prezzi, diminuiscono gli sconti tra il prezzo richiesto dai venditori e quello offerto dagli acquirenti e calano anche i tempi di vendita. Su base annua la variazione media dei prezzi delle abitazioni, pari a +1,6%, è espressione di un range che ha come estremi superiori il +4,1% di Milano e il 3,7% di Bologna e come estremo inferiore il -1,2% di Palermo. 

Nel settore uffici la stabilità dei prezzi riflette le incertezze del mercato (siva dal -2,7% di Palermo al +1,6% di Roma). Per il segmento commerciale la tendenza è al ribasso. La variazione annua dei prezzi dei negozi, pari a -0,6%, rappresenta la sintesi di un campo di oscillazione che va dal -3,1% di Padova al +1,6% di Milano.

I tempi medi di assorbimento degli immobili in vendita variano in relazione alla tipologia, per le abitazioni occorrono in media 5,5 mesi (3,8 a Milano; 6,5-7 a Genova e Venezia) mentre sono necessari 9 mesi sia per gli uffici sia per i negozi. 

Nel secondo semestre lo sconto praticato sul prezzo richiesto nella media delle 13 maggiori città si è attestato al 12,2% per le abitazioni, al 15% per gli uffici e al 15,2% per i negozi. 
Con la pandemia che ha rimesso al centro la qualità dell'abitare - più spazio, connettività, salubrità e minori costi energetici - la domanda di compravendite si è spostata verso le aree suburbane, rispetto al comune capoluogo. 

Il mercato delle compravendite è cresciuto nel biennio del 23,6% (I semestre 2021/I semestre 2019) e i mercati di provincia, esterni ai comuni capoluogo, hanno contributo all'incremento per una quota pari al 70%. Nel 2014, il 66% dell'incremento era riconducibile alla performance dei mercati centrali, Nel periodo 2015-2019, la stessa incidenza è scesa al 48 per cento. 

«Si tratta - avverte Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma - di una risposta in larga parte emotiva. Le famiglie hanno scoperto nuovi bisogni e cercano di soddisfarli coniugando migliori condizioni e valori accessibili (perché il potere di acquisto non è cresciuto). Quindi, cercano casa fuori dai centri urbani, contando anche sul fatto che lo smart working diventerà in parte strutturale. Anche perché le riqualificazioni sono lente e talvolta osteggiate, l'offerta di nuove costruzioni, da 15 anni, è poca e inferiore alla domanda (mentre molto del costruito più vecchio è fuori mercato). Nel frattempo infrastrutture e mezzi pubblici non sono migliorati. Si sottovalutano gli svantaggi del pendolarismo. Tra qualche anno - ha concluso Dondi - quando saremo tornati alla piena normalità, prevedo uno spostamento del baricentro, di nuovo, sui centri urbani». 

Infine, la domanda di locazione nel corso del 2021 non ha recuperato i livelli pre-Covid, anche se è comunque cresciuta in media del 3,5 per cento. Essenziale il ruolo del mutuo. Non c'è un aumento del reddito o del potere d'acquisto, quanto piuttosto una "dipendenza" da mutuo. Nell'ultimo anno, il tasso di copertura dei prestiti sulle compravendite è cresciuto del 52,5%a fronte del 51,7% registrato nel 2019. Tra nuovi mutui (53,6 miliardi) e surroghe/sostituzioni (7,1 miliardi) , il volume dovrebbe raggiungere i 6o,8 miliardi entro fine anno. I tassi bassi, gli incentivi per gli under 36 e un atteggiamento accomodante delle istituzioni finanziarie, sono - secondo gli analisti di Nomisma - tra le ragioni di un rimbalzo tanto repentino quanto consistente. Perché se le banche fossero più selettive nelle erogazioni, questo avrebbe effetti negativi diretti sulle transazioni. - Laura Cavestri, Il Sole 24 Ore, 25 novembre 2021

Luca Vona

RE/MAX Blu

Tel. 338 5970859


Agenzie

PARIOLI, Via Mercalli 3

SAN GIOVANNI, Via Taranto 188

TALENTI, Via Monte Patulo 25

AXA, Via Eschilo 72s