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venerdì 15 dicembre 2023

Quali case comprano gli italiani? Le caratteristiche più cercate nel mercato immobiliare 2023

Una nuova stanza, uno spazio esterno, la vicinanza ai principali servizi cittadini. Sono queste le ragioni principali per comprare una nuova casa, secondo la survey. Secondo quanto rilevato i nuovi trend del mercato residenziale nel 2023 hanno risentito della pandemia. Ecco in che modo e quali sono le caratteristiche più cercate dagli italiani che cercano casa.

Perché cercare casa in Italia

Gli acquirenti che cercano casa – per il 90 per cento la prima casa,- sono nel 61 per cento dei casi famiglie, nel 29 per cento giovani coppie e nel 10 per cento dei casi single.

Secondo gli agenti intervistati, la domanda di abitazione è stabile per il 41% e soltanto il 18% risponde essere in aumento. L’offerta di abitazione, invece, risulta in diminuzione per il 43% del campione.

Tra coloro che cercano la prima casa il 67% l’ha acquistata per la prima volta e per il 23% per sostituzione, mentre  per l’8% come seconda casa per uso personale e per il 2% a fine di investimento.

Acquisto casa per sostituzione: cosa si cerca nella nuova casa

La necessità di avere un vano in più, che per il 78% del campione rappresenta la ragione principale per la sostituzione dell’abitazione, può essere dovuta sia a un ampliamento della famiglia (un nuovo componente), sia all’esigenza di uno spazio per il lavoro da remoto. Segue, per il 63%, il bisogno di avere uno spazio esterno, giardino/terrazzo che, dopo le restrizioni della pandemia, diventa una caratteristica ormai standard. Terza, per ordine di priorità, la vicinanza ai servizi principali (per il 23%).  Secondo il 21% dei rispondenti, gli acquirenti hanno la necessità di disporre di un posto auto/box.

Si mantiene al 15% l’idea di avere un immobile più performante, appartenente a una classe energetica più elevata. Un dato abbastanza sorprendente se si pensa che solo 3 anni fa la classe energetica non sarebbe rientrata tra le caratteristiche più richieste per la scelta dell’abitazione. Il 35% degli agenti ha inoltre risposto che le famiglie hanno una buona consapevolezza dei benefici di una classe energetica più elevata. Nel dettaglio il 25% sostiene che le famiglie lo fanno per un risparmio energetico a livello di spese e il 10% per ottenere un aumento del valore dell’immobile. Per un’altra buona fetta degli agenti (33%) le famiglie non considerano l’efficienza energetica un elemento determinante per l’acquisto di un immobile, e per il 31% gli acquirenti hanno poca consapevolezza sull’argomento.

Quali case comprano gli italiani

Più della metà degli agenti sostiene che l’acquisto di abitazione si è orientato verso la tipologia di immobile “appartamenti in contesti condominiali” (79%). Per l’11% gli acquirenti hanno preferito una casa unifamiliare indipendente, per il 4% una villa indipendente e per il 3% una soluzione bifamiliare.

A livello di taglio dimensionale, gli immobili più ricercati sono stati i trilocali (per il 66% del campione) in crescita dell’8%, seguiti dai quadrilocali (per il 25%), a conferma di quanto i tagli con un vano in più siano sempre più richiesti. Ma questo dipende molto dalla città oggetto d’indagine. I dati dell’Agenzia delle Entrate, ad esempio, mostrano che in alcune grandi città, come Milano, il taglio dimensionale più transato è tra i 50 e gli 85 mq. Questo perché, il combinato disposto tra aumento dei prezzi e dei tassi di interesse ha ridotto la capacità di spesa delle famiglie. 

Immobili nuovi o da riqualificare

Come stato manutentivo, si preferiscono di poco gli immobili da riqualificare (per il 45%) rispetto a quelli già riqualificati (per il 44%), mentre solo per l’11% del campione gli acquirenti hanno invece optato per un immobile di nuova costruzione, tipologia che sconta più di altre l’aumento del costo medio di costruzione dei cantieri determinato dalla congiuntura macroeconomica.

Tassi di interesse e acquisto di casa

Il 64% dei rispondenti alla survey ha dichiarato che l’aumento dei tassi ha causato una frenata da parte dei potenziali acquirenti nell’acquisto di abitazioni. I fattori di rischio che preoccupano maggiormente riguardano soprattutto un possibile ulteriore rialzo dei tassi dei mutui (85%). Un timore causato non tanto dall’attuale livello, che potremmo definire normale rispetto all’anomalia dei tassi allo 0% conosciuta fino al 2022, ma dall’aumento repentino che ha visto balzare in un anno il tasso di interesse BCE dallo 0,5% al 4,5%. Questo significa che un eventuale riduzione dei tassi, anche dello 0,5% darebbe un segnale incoraggiante a tutto il comparto di un cambio di passo della BCE.

Altri fattori percepiti come rischiosi per l’andamento delle compravendite riguardano l’aumento dell’inflazione (37%), seguiti dall’aumento dei costi dei materiali edili per le nuove costruzioni e ristrutturazioni (36%), dalla diminuzione dell’offerta degli immobili (27%) e dall’aumento del costo dell’energia (6%). - Idealista, 14 dicembre 2023


Luca Vona

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giovedì 7 dicembre 2023

OMI, ancora calo delle compravendite nel III trimestre 2023: -10,4%

Sono i dati della nota trimestrale dell'Osservatorio dell'Agenzia delle Entrate

Continua la contrazione del mercato immobiliare. Secondo la nota trimestrale dell'Osservatorio OMI dell'Agenzia delle Entrate, infatti, nel III trimestre dell'anno si è registrato un calo del 10,4% delle compravendite rispetto all'analogo periodo del 2022. In questo periodo sono state vendute 157 mila abitazioni, circa 18mila in meno rispetto allo scorso anno.

A livello nazionale, le compravendite di abitazioni diminuiscono maggiormente nei comuni non capoluogo, dove il calo è del 10,8% (circa 13 mila abitazioni scambiate in meno rispetto al terzo trimestre 2022), ma subiscono una decisa flessione anche nei comuni capoluogo, -9,5%.

Rispetto al terzo trimestre del 2022, la diminuzione degli scambi è diffusa in tutte le aree del Paese, senza eccezioni. Al Nord Est e al Centro la variazione negativa è più marcata (rispettivamente -12,9% e -12,6%) mentre al Nord Ovest il calo si attesta a -10,3%, tasso trascinato dalle perdite registrate nei comuni non capoluogo (-11,1%).

Al Sud si registra un calo del 7,3% equamente distribuito tra comuni minori e comuni capoluogo (rispettivamente -7,2% e -7,5%). Nelle Isole, invece, si osserva la diminuzione più lieve, -6,3%. Le perdite più consistenti si registrano nei comuni non capoluogo del Nord Est con un tasso tendenziale negativo del 14,1%.

Compravendite per tagli dimensionali

La diminuzione degli scambi, come emerge dal confronto con lo stesso trimestre del 2022, coinvolge tutti i tagli dimensionali in special modo i tagli più grandi e risulta più accentuata al crescere della grandezza delle abitazioni.

In particolare, le abitazioni di taglio piccolo diminuiscono dell’8%, le abitazioni nella classe da 50 a 85 m2 hanno una variazione del -9,4%, quelle di taglio compreso tra 85 m2 e 115 m2diminuiscono del 10,6%, le abitazioni di taglio compreso tra 115 e 145 m2 subiscono una flessione pari a -11,7% e infine le grandi abitazioni, con superfici oltre i 145 m2 registrano un calo pari al 10,4%.

Nel dettaglio delle aree i cali, come per il complesso nazionale, risultano crescenti all’aumentare della grandezza delle residenze. Al Nord e nelle Isole il calo è elevato anche per gli alloggi di dimensioni più contenute.

Nuove abitazioni vs abitazioni esistenti

Nel III trim 2023 sono state acquistate circa 12.600 nuove abitazioni pari all’8,1% del totale delle abitazioni compravendute23. Rispetto all’omologo trimestre del 2022 si registra ancora una flessione, seppur meno evidente rispetto allo scorso trimestre, dei volumi di scambio di abitazioni di nuova costruzione, con un calo tendenziale che sfiora il 16%

Nel tempo si è avuto un calo di compravendite per le nuove abitazioni, con volumi che passano dalle quasi 26.000  stimate a inizio 2011, alle circa 14mila dell’ultima rilevazione trimestrale. Il calo, come dimostra la curva dei dati destagionalizzati, è stato più pronunciato fino al 2015, mostrando, negli anni successivi, una sostanziale stabilizzazione e una lieve crescita nel 2021 che continua nel 2022, e registra di nuovo una flessione all’inizio del 2023. 

La quota di scambi di nuove abitazioni è rimasta stabilmente vicina al 20% fino al quarto trimestre 2013, per poi diminuire lentamente e portarsi al di sotto del 10% dal 2019, risalita al 10,8% nel secondo trimestre del 2022, si è portata sotto il 10% nei successivi trimestri e risulta in rialzo, pari all’8,1%, nell’ultima rilevazione. - Idealista.it, 7 Dicembre 2023


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martedì 28 novembre 2023

Compravendite, prezzi e affitti residenziali: le previsioni di Nomisma fino al 2026

Se le prospettive di crescita dell’Italia e del mondo sono cautamente positive, prudenza occorre nel valutare l’andamento del mercato immobiliare italiano. Il rallentamento nelle compravendite residenziali 2023, legato per lo più agli effetti dell’aumento dei tassi di interesse, rischia infatti di estendersi anche al prossimo anno. Osservati speciali: i canoni di locazione delle case che, a differenza dei prezzi di vendita residenziali, prendono il volo soprattutto in alcune città italiane, con un focus sulla tematica degli affitti brevi. Questa la sintesi del 3° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2023 di Nomisma, con le previsioni su prezzi e compravendite fino al 2026.

Casa, le intenzioni di acquisto degli italiani

Le intenzioni di acquisto di casa da parte degli italiani si rivelano in deciso calo nel 2023. Nel quarto trimestre si prevede infatti un aumento sì delle intenzioni di acquisto, ma solo della loro componente velleitaria, che passa dal 2 per cento del terzo trimestre al 5,5 per cento. Tuttavia resta bassa la quota di italiani che effettivamente compreranno casa, dallo 0,5 per cento allo 0,7 per cento dal terzo al quarto trimestre.

Per quanto riguarda le famiglie che hanno intenzione di accendere un mutuo, nei 12 mesi la componente che lo farà è un 43 per cento del totale, contro un 35 per cento possibilista e un 22 per cento che di certo non lo farà.

Il calo verificatosi nel corso dell’anno testimonia però l’erosione del potere di acquisto delle famiglie italiane che, associata alle difficoltà di accesso al credito, ha finito per penalizzare le prospettive del comparto immobiliare. Se infatti nel corso dell’anno a ridursi non è stato l’interesse della domanda potenziale, che in Italia si mantiene su livelli straordinariamente elevati,  “L’improvvisa carenza di ossigeno al mercato immobiliare italiano è dovuta alla mancata indicizzazione dei redditi e dalle accresciute difficoltà di accesso al credito derivante dall’impennata del costo del denaro”, come si legge nel Rapporto Nomisma.

Compravendite immobiliari e previsioni fino al 2026

Politiche creditizie più prudenti unitamente alla frenata della domanda si ripercuotono sui volumi di mutui erogati, che registrano un arretramento del -29% nell’anno in corso, con una conseguente diminuzione delle compravendite nell’ordine del -13%, di pari passo all’aumento dei tassi di interesse sui mutui, in particolare a tasso variabile.

Considerando le compravendite residenziali, se nel 2022 si era registrato un rallentamento della crescita (+4,7% annuo), la flessione tendenziale semestrale (primo semestre 2023/primo semestre 2022) si è attestata al -12,5% per un totale di 50mila scambi in meno. In particolare si prevede una chiusura d’anno con 684 mila compravendite (contro le 780 mila del 2022), con un calo del 16 per cento nel solo quarto trimestre, mentre per il 2024 si stimano 624 mila compravendite, per il 2025 602 mila e per il 2026 608 mila.

Prezzi residenziali in Italia, le previsioni a quattro anni

I prezzi degli immobili residenziali in Italia mostrano un andamento in pigra crescita, con una media sulle 13 città italiane dell’1,4 per cento che spaziano dal +3,3 per cento di Milano al -1,3 per cento di Catania.

In particolare, nel secondo semestre 2023 la variazione semestrale dei prezzi si è attestata tra l’estremo inferiore delle abitazioni in ottimo stato di Cagliari (-1,3%) e quello superiore rappresentato da Milano (+1,3%). In generale, nella media dei principali mercati italiani analizzati da Nomisma, sono le abitazioni in ottimo stato a far segnare una variazione negativa di modesta entità (-0,1% su base semestrale), mentre si arresta la crescita dei prezzi di abitazioni in buono stato (+0,5%).

A livello nazionale, le previsioni sui prezzi sono in crescita dell’1,5 per cento in termini nominali (-4,3 per cento in termini reali, al netto dell’inflazione) nel 2023; del +0,6 per cento nominale (-1,5 per cento reale) nel 2024; del +0.5 per cento nominale ( -1,5 per cento reale) nel 2025 e infine del +0.6 per cento nominale (-1.4 per cento reale) nel 2026.

Previsioni sul mercato degli affitti in Italia

Le difficoltà riscontrate dalle famiglie a finalizzare l’acquisto di una casa fanno crescere l’interesse per il mercato degli affitti. Nell’ultimo anno – precisa Nomisma – il 7,3% della domanda si è spostata dall’acquisto all’affitto accentuando la pressione su un comparto già saturo.

Alla domanda abitativa si aggiunge infatti quella universitaria, turistica e di altro genere, determinando una carenza di offerta e alimentando la spirale degli aumenti dei canoni di affitto, che aumentano del 3,8 per cento annuo, passando dall’8,9 per cento di Bologna al’1,6 per cento di Palermo. Nel secondo semestre dell’anno il parziale spostamento di interesse verso il mercato degli affitti ha portato ad una vera e propria ascesa dei canoni (+2,1%). - Floriana Liuni, Idealista.it, 22 novembre 2023


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martedì 21 novembre 2023

Giulio Biino, Presidente del Notariato: cosa servirebbe per una ripresa del mercato immobiliare

Il mercato della casa è in frenata. Risente dell’aumento dei tassi di interesse registrato oramai da tempo. Dopo dieci rialzi consecutivi, nell’ultima riunione la Banca centrale europea (Bce) ha deciso per una pausa, ma l’obiettivo rimane quello di portare l’inflazione al 2%. Tanto che nella nota in cui il Consiglio Direttivo della Bce spiega la sua decisione in tema di politica monetaria, è stato sottolineato che “le decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”. In questo contesto, con il conseguente aumento dei costi dei mutui che ha portato a un deciso calo dei finanziamenti, l’immobiliare soffre. Quale potrebbe essere la boccata di ossigeno necessaria a determinare una ripresa? Un’inversione di tendenza, avvertita però come strutturale. Ne è certo il presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Giulio Biino, sentito da idealista/news.

Compravendite in diminuzione. Costi dei mutui in aumento. Erogazioni in picchiata. Invecchiamento della popolazione. Denatalità. Necessità di riqualificare gli immobili. Come affrontare i problemi che sta registrando il settore immobiliare? E come sostenere il mercato della casa?

“Il mercato potrebbe riprendere se i tassi di interesse smettessero semplicemente di salire e addirittura cominciassero a scendere. Il vero nodo della questione, al di là degli altri aspetti che possiamo affrontare, è la crescita così vertiginosa dei tassi di interesse, che sostanzialmente ha bloccato i mutui.

Se andiamo a vedere i nostri Dati Statistici, in realtà il mercato delle seconde case ha tenuto molto di più rispetto a quello della prima casa. Questo è dovuto semplicemente al fatto che chi decide di credere ancora nel mattone e di comprare una seconda abitazione generalmente lo fa attingendo ai propri risparmi, senza dover ricorrere a un mutuo. Ecco perché, in linea di massima, il mercato delle seconde case tiene.

L’unica vera medicina importante per l’immobiliare sarebbe una diminuzione dei tassi di interesse.

Secondo gli ultimi Dati Statistici Notarili, per la fine dell’anno è previsto un calo degli acquisti del 10,5% e dei mutui del 23,8%. A vostro avviso, un trend al ribasso che proseguirà anche con il nuovo anno?

“Quest’ultima volta la Banca centrale europea ha tenuto i tassi di interesse fermi, non li ha aumentati ulteriormente. Se il trend di crescita dei tassi si blocca o addirittura comincia a regredire, il mercato può riprendere. Ma ritengo che non si tratti di un meccanismo così immediato. Secondo me, il fatto che adesso, in questa congiuntura, la Bce abbia deciso di non aumentare i tassi non è un elemento sufficiente perché il mercato riprenda. Quello che ogni tanto si dimentica è che queste situazioni hanno un pesante effetto psicologico. Non si tratta solo di una questione strettamente finanziaria.

L’investimento immobiliare è un investimento destinato a durare nel tempo. Prima che il risparmiatore o il giovane che in un anno e mezzo ha riscontrato una situazione di continui rialzi dei tassi torni ad avere fiducia e a investire nell’immobiliare ci vuole del tempo.

Il mercato riprende se emerge che questo trend sta effettivamente andando verso una certa direzione e che quella direzione dà l’impressione di essere strutturale.

A breve non vedo alcuna ripresa, se poi per la primavera/inizio estate dell’anno prossimo le condizioni rimangono queste o vanno a migliorare, allora il mercato può reagire.

C’è poi una congiuntura mondiale che di per sé non ispira la fiducia. C’è una situazione di incertezza legata alle guerre in corso e quindi a tutta l’economia globale. Andando oltre a quella che può essere la situazione del mercato immobiliare, oggi chiunque è preoccupato per quello che potrà essere il futuro e magari preferisce tenere fermi i propri risparmi”. - Idealista.it, 21 Novembre 2023


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mercoledì 8 novembre 2023

Sette regole d'oro per capire se stai vendendo la tua casa al prezzo giusto

Al momento di mettere in vendita una casa, quale sia il prezzo giusto con cui metterla sul mercato è il dubbio più comune. Jesús Duque, vicepresidente di Alfa Inmobiliaria, spiega che la preoccupazione principale dei proprietari è sapere se il prezzo fissato è stato quello corretto. Per questo motivo, la rete immobiliare ha elaborato un'analisi interna sulla base di dati raccolti nei mercati delle diverse città in cui opera, scoprendo che la chiave di tutto è che almeno sette potenziali acquirenti richiedano di visitare la casa nella prima settimana del suo annuncio. Nel caso in cui ciò accada, è probabile che il prezzo sia adeguato rispetto alla domanda di mercato.

L'indicatore "Di sette in sette"

Il cosiddetto "Indicatore di Sette in Sette" si basa su diversi dati e statistiche ricavate da circa 3.000 annunci di case in 24 città spagnole. Questi dati rivelano che "le proprietà che generano sette o più richieste di visita in sette giorni si vendono più rapidamente" e con un prezzo più vicino al valore di mercato, secondo Duque.

Non a caso, il 78% di queste proprietà viene venduto entro tre mesi, mentre se non si soddisfa questo indicatore, la percentuale scende al 45%.

Le sette regole d'oro per vendere casa al giusto prezzo

Alfa Inmobiliaria ha stilato una lista con sette raccomandazioni che possono facilitare chi vende casa a farlo al giusto prezzo. Eccole:

Effettuare uno studio di mercato

Ti aiuterà a conoscere le tendenze nella tua area per immobili comparabili, oltre a considerare aspetti oggettivi come l'orientamento, l'altezza o lo stato della casa.

Scegliere foto di ottima qualità

Descrivere la casa in modo dettagliato, con belle foto, evidenziando sempre le caratteristiche più accattivanti, come la presenza di un cortile o di una terrazza. Bisogna anche sottolineare qualsiasi caratteristica che la renda diversa dalle altre, giustificando così un prezzo di vendita più elevato.

Non lasciarti influenzare dal valore sentimentale

Ciò potrebbe farti sovrastimare l'immobile e quindi gonfiare il prezzo. I dati che portano a fissare il costo della casa devono essere obiettivi e non sentimentali.

Correggere il prezzo

Nel caso in cui noti che la casa non riceve offerte o visite, dovrai valutare la possibilità di rivedere e adeguare il prezzo. Anche se inizialmente pensavi che fosse sufficientemente adeguato, il mercato può cambiare e devi essere disposto ad adattarti.

Adattarsi al mercato

La domanda di mercato può variare, quindi è necessario valutare il momento in cui si trova il settore e tenerlo in considerazione al momento di fissare un prezzo, poiché influisce direttamente sul costo che la proprietà può raggiungere.

Accettare le trattative

Nonostante tu abbia fissato un costo iniziale, non puoi chiuderti a nessuna trattativa. La flessibilità è essenziale per poter vendere una casa, poiché gli acquirenti tendono ad aspettarsi un margine in cui fare altre offerte e controdofferte.

Consultare un agente immobiliare

L'esperienza di un agente può essere importante per orientarsi. Inoltre, può anche aiutarti a comprendere il mercato e, di conseguenza, fissare un prezzo logico e realistico. - Idealista.it, 7 novembre 2023


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giovedì 26 ottobre 2023

Fimaa, rallenta il mercato immobiliare nel primo semestre del 2023

Rallenta il mercato immobiliare nel primo semestre del 2023. Secondo l'indagine sull'Andamento del Mercato Immobiliare di FIMAA-Confcommercio, nei primi sei mesi dell'anno sono state compravendute 350mila case, un numero solo inferiore ai 364mila scambi del 2021 e dei 400mila del 2022. Per quanto riguarda i prezzi, si registra un aumento dello 0,5%, mentre quelle esistenti addirittura dello 0,8%. L'indagine inoltre registra un aumento dei tassi di interesse dei mutui e una parte una maggiore attenzione per la classe energetica degli immobili

Rallenta il mercato immobiliare nei primi sei mesi del 2023. Il confronto con un temine di paragone eccezionalmente forte (nel post pandemia c’è stato un vero e proprio boom di compravendite), l’aumento dei tassi di interesse dei mutui, e in parte una maggiore attenzione per la classe energetica degli immobili hanno determinato una contrazione delle compravendite del 12,5%, pari a 50mila abitazioni scambiate in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. È quanto mette in evidenza FIMAA Confcommercio, nell’ultima edizione dell’Indagine sull’Andamento del Mercato Immobiliare, sottolineando che in termini assoluti, il livello delle compravendite – 350mila – nel primo semestre, dimostra ancora un mercato attivo: risulta secondo solamente ai dati del 2021 (364mila scambi) e del 2022 (400.000). I prezzi degli immobili sono tuttora in crescita: nel secondo trimestre le abitazioni nuove hanno registrato un aumento dello 0,5% e quelli delle abitazioni esistenti addirittura dello 0,8%.

“Si tratta di un rallentamento fisiologico già largamente preventivato – afferma Santino Taverna, Presidente di Fimaa –. Il mercato immobiliare nel 2021 e nel 2022 ha evidenziato performance inaspettate, ed era inevitabile attendersi una fase di assestamento. L’incremento del numero di compravendite nel post-pandemia ha dato risposta al mercato soddisfacendo una percentuale consistente di domanda”. - Idealista.it, 23 ottobre 2023


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martedì 17 ottobre 2023

Consiglio Nazionale Notariato. Nel primo semestre le compravendite delle case in calo dell'8,7%

Nei primi sei mesi del 2023 le compravendite di abitazioni nella Penisola sono calate dell'8,7% (da 303.375 a 277.052), al confronto con lo stesso periodo dell'anno passato. Lo si legge nei Dati statistici notarili, che l'ANSA ha visionato in anteprima. Il mercato delle transazioni delle seconde case tra privati resta invece "pressoché stabile, rispetto al primo semestre del 2022, con una riduzione dell'1,9%", ma è ben più negativa la percentuale di quelle acquisite da imprese (-11,5%). 

Puntando la lente d'ingrandimento su nove grandi città, i notai rilevano come, sempre nel primo semestre del 2023, a Milano si sia registrato un calo dell'8,4% delle compravendite di abitazioni, rispetto allo stesso periodo del 2022; mentre a Torino la discesa sia stata del 3,4%, e a Verona del 3,7%. A Bologna, invece, il decremento è stato del 4,6%, percentuale che, invece, a Firenze, è -10,3%. Scendendo più giù, al Centro e al Sud Italia, nei primi sei mesi dell'anno in corso a Roma c'è stato un calo del 9,6% delle compravendite di abitazioni, a Napoli del 7,3%, mentre è molto più bassa la riduzione che è stata rilevata a Palermo (-0,33%) e assai più elevata quella riscontrata a Bari (-12,4%).  

I mutui crollano del 29,5 per cento

Significativo decremento dei mutui per l'acquisto della casa nei primi sei mesi dell'anno in corso: stando, infatti, ai dati statistici notarili, la discesa è stata del "29,5%, rispetto allo stesso periodo del 2022". Per i professionisti, dunque, prosegue il 'trend' di riduzione a doppia cifra dei prestiti concessi, rispetto al calo delle compravendite (-8,7%), ad evidenziare, si rimarca, come in Italia "l'aumento dei tassi di interesse abbia portato le persone ad utilizzare maggiormente i propri capitali, rispetto alle forme di finanziamento" provenienti dagli istituti di credito.  L'abbassamento dei mutui concessi "è in linea con il calo di capitale erogato, che passa da 38,5 a 26,9 miliardi (-30,1%): quello medio, nei primi sei mesi del 2023 - spiegano i notai - è in linea al dato del primo semestre 2022 (170.597 euro, al confronto con i 172.171 euro del primo semestre 2022)". 

A fine anno si stima un calo del 10,5 per cento del mercato immobiliare

Alla fine del 2023, "sulla base dello studio statistico a cura del Consiglio Nazionale del Notariato e dei nuovi dati semestrali dell'anno in corso, ci si aspetta un calo del mercato immobiliare del 10,5%". Lo fa sapere oggi la stessa categoria professionale guidata da Giulio Biino. "Analizzando la suddivisione tra prime e seconde case, acquistate da privati e imprese, il calo è generalizzato - si riferisce - ma con un importante dato da sottolineare: il mercato delle seconde case tra privati tiene. Nello specifico, infatti, si prospetta un decremento rispettivamente del 13,8% di acquisti prima casa tra privati e del 32,3% di prime case da impresa". - Ansa, 17 ottobre 2023


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lunedì 9 ottobre 2023

Tendenza al ribasso per i prezzi delle case a Roma (-0,2%) nel III trimestre

Continua la discesa lenta del mattone capitolino, in calo dello 0,2% nel trimestre estivo, per attestarsi a una media di 2.998 euro al metro quadro. È quanto rileva l’Ufficio Studi di idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia, che riscontra un leggero calo dei valori delle case anche a livello interannuale: -0,4%.

Andamento dei prezzi

L’andamento dei 27 quartieri della Capitale è contrastato, con 13 zone in terreno positivo, trainate da Casalotti-Selva Nera-Valle Santa (4,5%), Roma Centro (3,1%) e Aurelio (2,1%). Il resto degli incrementi è inferiore al 2%, compresi tra l’1,7% di Prati e lo 0,2% di Roma Est-Autostrade. Stabili in questo trimestre i quartieri di Casal Palocco-Infernetto e Garbatella-Ostiense, i cali degli altri 12 distretti colpiscono in particolar modo Monte Sacro (-3,6%), Nomentano-Tiburtino (-2%), Trionfale-Monte Mario, Malagrotta-Casal Lumbroso-Ponte Galeria e di Giustiniana-La Storta-Olgiata (-1,1%).

Prezzi al mq

Sul versante dei prezzi, il centro della Capitale, con 6.544 euro al metro quadro, è il quartiere con i prezzi delle case più elevati, seguito dai Parioli (5.797 euro/m2) e Prati (5.318 euro/m2). Con valori immobiliari superiori alla media cittadina di 2.998 euro, si collocano altri 9 distretti con prezzi compresi tra i 4.379 di Nomentano-Tiburtino e i 3.129 di Gianicolense-La Pisana.

Di contro, i quartieri più convenienti per l’acquisto di una casa all’ombra del Colosseo risultano essere Roma Est Autostrade (1.917 euro/m2), l’unica zona sotto ai 2mila euro al metro quadro, Labaro-Prima Porta (2.099 euro/m2) e Giustiniana-La Storta (2.248 euro/m2).

Il commento

Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile Ufficio Studi di idealista, “La crescita dei prezzi di richiesta delle abitazioni si sta raffreddando, dopo che l'aumento costante dei tassi d’interesse ha reso gli acquirenti più riflessivi, avendo gradualmente perso potere d’acquisto in questi mesi.

Particolarmente colpito il mercato di sostituzione mentre chi cerca casa “per bisogno” rivede i propri piani, rinuncia a qualche metro quadro o si sposta in zone più periferiche, ma non rinuncia all’acquisto. Opportunità per gli investitori (anche stranieri) invece, che potrebbero approfittare di questo momento del mercato per strappare maggiori sconti al momento della compravendita, il che potrebbe rappresentare una buona notizia per chi cerca di acquistare una casa senza dover chiedere un mutuo.

Per i prossimi 3-6 mesi prevediamo una stabilizzazione o una crescita più lenta dei prezzi nei centri o nelle zone di maggiore domanda abitativa, cali nel resto delle aree del paese dove la richiesta era già debole. A ogni modo si andrà verso un sostanziale riequilibrio tra domanda e offerta abitativa dopo i rapidi cambiamenti del mercato del periodo post pandemico”. - Idealista.it, 3 ottobre 2023


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lunedì 18 settembre 2023

Mercato residenziale, si accentua il calo delle compravendite: -16% nel II trimestre

Si accentua la caduta del mercato residenziale nel II trimestre dell'anno. Secondo la nota trimestrale pubblicata dall'Osservatorio OMI dell'Agenzia delle Entrate il calo delle compravendite è stato del 16% rispetto all'analogo periodo del 2022, ovvero circa 35.000 abitazioni in meno. Da aprile a giugno 2023 il numero di case vendute è stato di 184.000 unità. Dopo il picco positivo raggiunto nel secondo trimestre del 2021, la crescita del comparto residenziale si è attenuata fino a quando, dal quarto trimestre del 2022, hanno cominciato a registrarsi tassi di variazione tendenziale delle compravendite negativi.

Statistiche trimestrali 2023

A livello nazionale, le compravendite di abitazioni diminuiscono maggiormente nei comuni capoluogo, -17,2% (circa 12 mila abitazioni scambiate in meno rispetto al secondo trimestre 2022), ma subiscono una decisa flessione anche nei comuni minori, -15,4% . Rispetto al secondo trimestre del 2022, la diminuzione degli scambi è diffusa in tutte le aree del paese, senza eccezioni.

Le perdite più consistenti si registrano nei comuni capoluogo del Centro con un tasso negativo del 21,4%. Al Nord Est e al Centro la variazione negativa è più marcata (rispettivamente -19,6% e -19,9%) mentre al Nord Ovest il calo si attesta a -14%, tasso trascinato dalle perdite registrate nei comuni capoluogo (-14,9%). La dinamica è simile al Sud dove il calo del 14,8% è trascinato dalle perdite registrate nei comuni capoluogo (-17%). Nelle Isole, invece, si osserva la diminuzione più lieve, -8%. 

Abitazioni nuove vs abitazioni esistenti

Nel II trim 2023 si è registrato l'acquisto di circa 14.000 nuove abitazioni pari al 7,6% del totale delle abitazioni compravendute. Rispetto all’analogo trimestre del 2022 si registra ancora una decisa flessione dei volumi di scambio di abitazioni di nuova costruzione, con un calo tendenziale che sfiora il 41%. Nel corso del tempo si è avuto un calo di compravendite per le nuove abitazioni, con volumi che passano dalle quasi 26.000 stimate a inizio 2011, alle circa 14mila dell’ultima rilevazione trimestrale.

Il calo è stato più pronunciato fino al 2015, mostrando, negli anni successivi, una sostanziale stabilizzazione e una lieve crescita nel 2021 che continua nel 2022, e registra di nuovo una flessione all’inizio del 2023.

Per quanto riguarda invece le abitazioni esistenti, si registra invece un andamento crescente interrotto solo durante la pandemia, ma anche in questo caso il dato dell’ultima rilevazione conferma la flessione registrata a inizio anno 2023.

Compravendite finanziate da mutui

Registra un’ulteriore flessione nel trimestre in esame il dato riferito alla quota degli acquisti di abitazioni da parte di persone fisiche finanziate da mutui con ipoteca iscritta sull’immobile compravenduto, 40,8% a fronte del 41,8% del trimestre precedente. Tale dato è in costante flessione dal primo trimestre del 2022.

Ancora in aumento il tasso medio di interesse, stabilito alla sottoscrizione dell’atto di mutuo, che in questo secondo trimestre 2023 raggiunge il 4,31%, 23 punti base in più del trimestre precedente, 200 punti base in più in un anno. Il capitale di debito, sempre riferito a quanto contratto dalle persone fisiche per acquistare abitazioni, ammonta a circa 9,1 miliardi di euro, oltre 5,8 miliardi di euro in meno dell’omologo trimestre del 2022.

Superfici della abitazioni compravendute

In termini di superfici delle abitazioni scambiate nel II trimestre 2023, si registra anche qui un calo del16,7%. La superficie media delle abitazioni compravendute in questo trimestre, rispetto al II trimestre 2022, si mantiene prossima a 106 m2 .

La diminuzione degli scambi, come emerge dal confronto con lo stesso trimestre del 2022, coinvolge i tagli dimensionali più grandi e risulta più accentuata al crescere della grandezza delle abitazioni. In particolare, le abitazioni di taglio piccolo diminuiscono del 10,1%, le abitazioni nella classe da 50 a 85 m2 hanno una variazione di -14,2%, quelle di taglio compreso tra 85 m2 e 115 m2diminuiscono del 17,4%, le abitazioni di taglio compreso tra 115 e 145 m2 subiscono una flessione pari a -18,7% e infine le grandi abitazioni, con superfici oltre i 145 m2 registrano un calo pari al 17,6%.

Nel dettaglio delle aree i cali, come per il complesso nazionale, risultano crescenti all’aumentare della grandezza delle residenze. Al Nord Est e al Centro il calo è elevato anche per gli alloggi di dimensioni contenute. - Annastella Palasciano, Idealista.it, 14 settembre 2023


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giovedì 13 luglio 2023

Nomisma. Mercato immobiliare al palo. In crescita solo gli affitti brevi

Dopo l'euforia post pandemica le prospettive per il mattone si fanno più fosche a causa del rialzo dei tassi di interesse e dell'inflazione. L'analisi dell'Osservatorio di Nomisma 

“Il mercato immobiliare italiano, dopo l’euforia post pandemica, mostra inequivocabili segnali di appannamento. In un quadro macroeconomico diventato progressivamente meno favorevole, le possibilità di accesso alla proprietà si sono fatte più problematiche. Nello specifico, la perdita di potere d’acquisto, l’erosione della capacità di risparmio e il rialzo dei tassi applicati hanno di fatto messo fuori gioco una quota considerevole della domanda potenziale con conseguenze rilevanti sui mutui erogati e sul numero di compravendite residenziali”. È quanto emerge dal 2° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2023 di Nomisma che ha analizzato anche le performance immobiliari dei 13 principali mercati italiani: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia. 

Secondo Nomisma, all’interno di questo scenario macroeconomico le famiglie si sono trovate ad essere improvvisamente più fragili, con una propensione al risparmio crollata su valori nuovamente esigui. A questo si accompagna il continuo rialzo dei tassi d’interesse che preclude a molti la possibilità di accedere al necessario sostegno creditizio. La conseguenza dell’accresciuta rischiosità associata dalle banche agli impieghi immobiliari – precisa Nomisma – ha portato ad un calo delle erogazioni con inevitabili ricadute sull’attività transattiva in tutti i comparti. 

Nel primo semestre del 2023 la risposta dei valori immobiliari è improntata alla rigidità (+1% semestrale per le abitazioni). L‘andamento dell’inflazione ha fatto sì che l’incremento registrato non sia comunque riuscito a garantire un’effettiva salvaguardia in termini reali. Secondo Nomisma, la variazione positiva che ha investito i valori immobiliari delle abitazioni è, piuttosto, l’esito di aspettative di crescita dei prezzi da parte dell’offerta. Questo suggerisce la presenza sul mercato di una domanda ancora disponibile a interiorizzare gli aumenti imposti dalla parte offerente. Tuttavia, all’interno dei vari mercati monitorati, l’andamento dei valori mostra differenze dovute principalmente allo sfasamento temporale che ha caratterizzato le fasi di inversione del ciclo immobiliare. Ad esempio, se a Venezia Laguna i prezzi sono in calo per il terzo semestre consecutivo, a Milano la variazione dei prezzi è risultata doppia rispetto a quella media (+2,2% semestrale).

Allungati i tempi per la vendita

Considerando i tempi medi di vendita, tra i principali indicatori del livello di liquidità del mercato, Nomisma rileva come negli ultimi 10 anni il trend sia stato discendente. La più recente congiuntura, invece, evidenzia l’interruzione di questa tendenza e mostra una contenuta crescita. Nello specifico, i tempi si sono allungati nei mercati di Bologna, Firenze e Roma, con un incremento nella Capitale quantificabile nell’ordine di un mese. L’indagine condotta da Nomisma sugli operatori del settore evidenzia come in media per vendere un’abitazione siano necessari 5,2 mesi.

Accorciati i tempi per l'affitto

Considerando invece l’indice di performance relativo al mercato della locazione, emerge per il quarto semestre consecutivo, una crescita. Complessivamente le abitazioni locate nel 2022 ammontano a poco meno del 6% dello stock disponibile. Nello specifico, la componente delle locazioni di medio-lungo periodo fa segnare una flessione, con un calo superiore al 4% per i contratti ordinari e una riduzione dell’1,5% per quelli di tipo agevolato. La componente di breve periodo, al contrario, vede aumentare dello 0,6% gli immobili locati a canone libero.

Considerando i valori locativi, la maggiore pressione della domanda ha determinato nel primo semestre dell’anno una crescita del +1,7%. Le variazioni più importanti riguardano i mercati di Cagliari, Catania, Padova e Torino (+2%), fino ad arrivare al +3,7% rilevato a Bologna. L’aumento più sostenuto dei canoni ha comportato un innalzamento dei rendimenti medi, che in media sono dell’ordine del 5,2% lordo annuo. Nomisma sottolinea anche come negli ultimi 10 anni i tempi medi per locare un’abitazione si siano dimezzati, passando da 4 a 2 mesi. Il mercato più liquido è quello di Bologna, dove per affittare un’abitazione sono necessari soltanto 1,2 mesi. 

Secondo Nomisma, con l’aggiunta della componente degli aspiranti proprietari, che temporaneamente si trovano esclusi dalla possibilità di acquisto di un immobile, il comparto della locazione in futuro si rivelerà in tutta la sua inadeguatezza. La domanda composta da famiglie, lavoratori, studenti e turisti compete, infatti, per un’offerta privata troppo esigua e sempre più orientata a privilegiare soluzioni più remunerative, quali gli affitti brevi. Da quanto emerge dall’Osservatorio, gli investitori istituzionali potrebbero coprire almeno in parte il fabbisogno abitativo in locazione, anche se al momento continuano a manifestare un interesse decisamente tiepido verso il settore residenziale.

In questo scenario, per valutare l’entità della futura correzione dei valori immobiliari, per Nomisma sarà cruciale l’esito della crociata antinflazione portata avanti dalla BCE: al momento la prospettiva di atterraggio morbido rimane quella più accreditata, nonostante la possibilità di recessione resti concreta. - AGI, 13 luglio 2023


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lunedì 3 luglio 2023

L'indagine dell'Istat sull'andamento dei prezzi delle case e sul volume di compravendite

Pubblicati i dati Istat sui prezzi delle case nel primo trimestre 2023. Secondo quanto emerso, nei primi tre mesi dell'anno in corso l'indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell'1,1% nei confronti dello stesso periodo del 2022 (era +2,7% nel quarto trimestre 2022).

In aumento i prezzi delle abitazioni nuove

L'aumento tendenziale dell'Ipab è da attribuire soprattutto ai prezzi delle abitazioni nuove, che aumentano del 5,4% (in accelerazione rispetto al +4,5% del trimestre precedente) e in misura minore ai prezzi delle abitazioni esistenti la cui crescita decelera, passando da +2,3% del quarto trimestre 2022 a +0,4%.

Il contesto è di rallentamento dei volumi di compravendita

Questi andamenti si manifestano in un contesto di rallentamento dei volumi di compravendita (-8,3% la flessione tendenziale registrata nel primo trimestre 2023 dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, dopo il -2,1% del trimestre precedente).

In aumento i prezzi delle abitazioni nuove e in diminuzione quelli delle abitazioni esistenti

Su base congiunturale, il leggero aumento dell'Ipab (+0,1%) è imputabile ai prezzi delle abitazioni nuove che crescono dell'1,6% mentre quelli delle abitazioni esistenti diminuiscono dello 0,2%.

Il tasso di variazione acquisito dell'Ipab per il 2023 è nullo, sintesi di un aumento del 2,4% per le abitazioni nuove e una riduzione dello 0,4% per le abitazioni esistenti.

L'Istat ha spiegato che "con i dati del primo trimestre 2023 sono stati aggiornati i pesi utilizzati per il calcolo degli indici dei prezzi delle abitazioni nuove e di quelle esistenti. In particolare il peso delle abitazione nuove aumenta leggermente attestandosi al 17,7% (era circa il 16,2% nel 2022) mentre quello relativo alle abitazioni esistenti è pari all'82,3% (83,8% lo scorso anno)".

Le conclusioni dell'Istat

Nel fornire il suo commento, l’Istat ha sottolineato: “Prosegue, nel primo trimestre 2023, la fase di rallentamento del tasso di crescita su base annua dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, iniziata nella seconda metà del 2022. Il rallentamento si deve esclusivamente alla dinamica dei prezzi delle abitazioni esistenti (che pesano per oltre l’80% sull’indice aggregato), in forte attenuazione nel primo trimestre di quest’anno, a cui si contrappone l’accelerazione tendenziale dei prezzi delle abitazioni nuove”. - Askanews, 23 giugno 2023


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lunedì 19 giugno 2023

Notariato: crisi di liquidità per le famiglie, calano compravendite e mutui nel 2023

Nei primi due mesi dell'anno le compravendite immobiliari in Italia sono scese del 2,7%, mente i mutui sono calati addirittura del 23,56%. A dirlo sono le rilevazioni effettuate dal Consiglio Nazionale del Notariato sulla base dei dati statistici notarili.  In particolare il Notariato ha presentato una prima ricognizione effettuata su nove grandi città italiane. Secondo le stime, inoltre, alla fine del 2023 la flessione sarà del 10,7% per le compravendite e del 10,1% per i mutui. 

Le compravendite nel primo bimestre 2023

Nei primi due mesi del 2023 si è registrato in Italia un calo del 2,72% del numero delle compravendite di abitazioni rispetto allo stesso periodo del 2022. Dai dati però si evince che il calo si registra solo nel mese di febbraio (-8,68), mentre a gennaio l'anno inizia con un aumento del 5,43%. Il calo inoltre riguarda solo l'acquisto di prime case (.6% tra privati, -24% per le imprese), mente il mercato delle seconde case continua a mostrare una certa vivacità (+2,8% e 3,37% rispettivamente). Anche in questo caso il calo si registra a febbraio. Nello specifico si registra una riduzione dell’11,7% di acquisti di prime case tra privati, del 33,7% di prima casa tra imprese, del 3,54% di seconde case tra privati e dello 0,83% di seconde case tra imprese.

Mutui nel primo bimestre 2023

I mutui per l’acquisto della casa nei primi due mesi del 2023 sono diminuiti del 23,56% rispetto allo stesso periodo del 2022. A gennaio la diminuzione dei prestiti bancari è stata pari al 15,8% per accentuarsi a febbraio con una diminuzione del 29,3%. Il numero di mutui registra un aumento notevolmente superiore a quello delle compravendite, un dato che evidenzia come le famiglie italiane facciano ricorso più ai propri capitali rispetto al passato per l'aumento notevole dei tassi di interesse.

Le agevolazioni fiscali salvano gli under 36

La fascia di età che ha subito la riduzione minore è quella degli under 36 probabilmente in considerazione delle agevolazioni fiscali in vigore fino a fine dicembre 2023 per l’acquisto della prima casa e l’estensione del fondo prima casa all’80% in scadenza il prossimo 30 giugno.

Mercato immobiliare italiano nel primo bimestre 2023

Flavia Fiocchi, consigliere nazionale del notariato con delega alla comunicazione ha dichiarato a idealista/news: “Da questo rapporto emerge con evidenza la crisi di liquidità che si abbatte sulle famiglie e di conseguenza anche sulla scelta di acquisto della casa, che resta sempre una priorità per gli italiani. Questa crisi, che è destinata ad accentuarsi nei prossimi mesi, visto il continuo rialzo dei tassi di interesse, sembra aver avuto un impatto meno forte solo per i giovani under 36 (rispetto ad altre fasce d’età). Per questa tipologia di finanziamenti prevediamo, infatti, addirittura una crescita del 9% per la fine dell’anno. Sarebbe opportuno, dunque, riflettere fin d’ora su cosa potrebbe succedere nel 2024 quando scadranno le agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa e per i mutui rivolti agli under 36 che rappresentano il 37% del totale dei contraenti mutuo in Italia”.

Proiezioni sull'andamento del mercato immobiliare nei primi due mesi del 2023

Per il 2023, sulla base dello studio statistico a cura del Consiglio Nazionale del Notariato, ci si aspetta un calo del mercato del 10,7% rispetto al 2022. Il mercato a subire la più forte riduzione è quello delle compravendite di prime case. Per il 2023 si immagina una riduzione nel 2023 del 17,1% per l’acquisto di prime case tra privati e del 16,1% di acquisto di prime case da impresa. Gli acquisti di seconde case, pur se in calo, dovrebbero attestarsi rispettivamente a un - 2,5% di acquisti di seconde case tra privati e a un - 7,7% di seconde case acquistate da impresa.

Compravendite a Roma

I primi due mesi del 2023 registrano nella capitale un calo delle compravendite del 2,09% rispetto allo stesso periodo del 2022. Mentre il calo per il segmento prime case tra privati si attesta a -3,89%, per quelle acquistate dal costruttore il calo arriva addirittura a -27,38%. Resta invece positivo il dato totale delle transazioni per il mercato “seconda casa” che segna +7.05% da privati e +4,75% da costruttore. Il calo del bimestre si manifesta nel mese di febbraio (-6,41%) dopo il mese di gennaio 2023 che aveva invece chiuso in positivo con +3,67%. - Annastella Palasciano, Idealista.it, 19 giugno 2023


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lunedì 12 giugno 2023

Omi, continua la flessione delle compravendite nel I trimestre 2023

Si registra ancora una diminuzione tendenziale delle compravendite di abitazioni nel primo trimestre del 2023: -8,3% rispetto allo stesso trimestre del 2022. Sono state quasi 167 mila le unità residenziali compravendute in questo primo trimestre dell’anno, circa quindicimila in meno dello stesso periodo del 2022. Lo dicono le statistiche Omi sul mercato immobiliare residenziale relative alla prima parte del 2023, da cui risulta evidente come, dopo il picco di compravendite immobiliari del 2021, la tendenza si stia invertendo.

Le compravendite immobiliari nei capoluoghi italiani

A livello nazionale, le compravendite di abitazioni diminuiscono maggiormente nei comuni capoluogo (-10,2% e quasi 6.000 abitazioni compravendute in meno rispetto al primo trimestre 2022), e subiscono una decisa flessione anche nei comuni minori (-7,4%, con circa 9.000 abitazioni compravendute in meno del primo trimestre del 2022).

La superficie delle case comprate e vendute in Italia

La superficie media delle abitazioni compravendute in questo trimestre, rispetto al I trimestre 2022, è in leggera diminuzione di 1,6 m2 e si attesta intorno ai 105,4 m2 . La diminuzione degli scambi, come emerge dal confronto con lo stesso trimestre del 2022, coinvolge i tagli dimensionali più grandi e risulta più accentuata al crescere della grandezza delle abitazioni. In particolare, le abitazioni nella classe da 50 a 85 m2 hanno una variazione di -6,6%, quelle di taglio compreso tra 85 m2 e 115 m2 diminuiscono del 10,2%, le abitazioni di taglio compreso tra 115 e 145 m2 subiscono una flessione pari al 10% e infine le grandi abitazioni, con superfici oltre i 145 m2 registrano un calo che sfiora il 12%. Le abitazioni di taglio piccolo sono, invece, in leggera crescita.

I prezzi delle abitazioni in Italia secondo Istat

In Italia, secondo l’ISTAT, i prezzi delle abitazioni nel quarto trimestre del 2022 mostrano un tasso tendenziale di crescita, +2,8% rispetto allo stesso trimestre del 2021. La crescita tendenziale dell’IPAB è da attribuirsi sia ai prezzi delle abitazioni nuove che aumentano del 4,6%, in accelerazione rispetto al trimestre precedente (era +2,9%), sia ai prezzi delle abitazioni esistenti (che pesano per più dell’80% sull’indice aggregato) che aumentano del 2,4% decelerando lievemente rispetto al terzo trimestre 2022 (era +2,9%).

Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia

Per l’Italia, infine, il clima del mercato immobiliare residenziale del I trimestre 2023 rilevato presso gli agenti immobiliari mediante il Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia, è sintetizzabile nei punti che seguono.  

Il 61,7 per cento degli agenti intervistati ha segnalato una sostanziale stabilità dei prezzi di vendita nel primo trimestre del 2023, quota in calo rispetto alla precedente rilevazione (era 64,9%); il saldo tra giudizi di aumento e riduzione delle quotazioni immobiliari è tornato appena positivo (a 0,9 punti percentuali) per effetto di una più ampia percentuale di agenti che ravvisano un incremento delle quotazioni immobiliari salita al 19,6 per cento (da 17,1).  

La quota di agenzie che ha venduto almeno un’abitazione nel I trimestre è in calo (all’84,2 per cento da 87,8 nel IV).

Lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è tornato a diminuire (all’8,2 per cento, da 8,8).

I tempi di vendita sono scesi (a 5,5 mesi da 6,1), facendo registrare il nuovo minimo dall’inizio della rilevazione.

La quota di operatori che segnalano difficoltà nel reperimento del mutuo da parte degli acquirenti si è portata attorno al 30 per cento, il valore più alto dall’inizio del 2015. Circa la metà degli agenti segnala che fra le cause prevalenti di cessazione dell’incarico a vendere vi è un valore delle offerte ricevute ritenuto troppo basso dal venditore; una frazione analoga indica prezzi richiesti giudicati troppo elevati dai compratori.

La quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario è ancora scesa, soprattutto nelle maggiori aree metropolitane, attestandosi nel complesso al 64,1 per cento (dal 65,3; tavola). Il rapporto fra l’ammontare del prestito e il valore dell’immobile si colloca su valori elevati, intorno al 76 per cento, seppur in lieve calo rispetto alla precedente rilevazione.

Per poco meno di due terzi degli operatori l’andamento dei prezzi al consumo inciderà negativamente sulla domanda di abitazioni e sui prezzi di vendita. - Floriana Liuni, Idealista.it, 9 giugno 2023


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martedì 30 maggio 2023

Il trend del mercato immobiliare secondo Confcommercio

Compravendite in calo e classe energetica che acquisisce un peso sempre maggiore sulla ricerca di immobili a uso residenziale. È questa la fotografia scattata dall’indagine Fimaa-Confcommercio sul mercato immobiliare nel primo quadrimestre 2023. Le operazioni, nella migliore delle ipotesi, dovrebbero attestarsi sui livelli di fine 2022 (-2,1%), mentre cresce la domanda di case in affitto. Continuano a destare forti perplessità i tempi previsti per l’efficientamento energetico dello stock residenziale italiano. Scopriamo tutti i dati dell’analisi nel dettaglio.

Compravendite residenziali

Il dato delle compravendite immobiliari del mercato residenziale è in calo. “Dopo due anni di livelli record di scambi abitativi il mercato rifiata – commenta Santino Taverna, Presidente di Fimaa – il 46,1% dei nostri operatori, quindi praticamente uno su due, si attende un calo ancora più accentuato nel secondo quadrimestre dell’anno. I prezzi invece continueranno a crescere, nel secondo quadrimestre dovrebbero guadagnare un ulteriore 5,5%”.

Trend di compravendita

A calare sono state sia la domanda che l’offerta di immobili residenziali in vendita, o quantomeno si sono attestate agli stessi livelli del quadrimestre precedente. Ad aprile 2023 la quota di consumatori italiani intenzionati ad acquistare una abitazione, secondo l’Istat, risulta di poco superiore a quella rilevata a gennaio scorso, ma al di sotto delle quote che avevano caratterizzato il 2021 ed il primo semestre 2022.

Le compravendite di abitazioni nell’ultimo trimestre del 2022 sono calate maggiormente nei comuni non capoluogo (-2,6% e circa 3.800 abitazioni compravendute in meno rispetto al quarto trimestre del 2021), e subiscono una flessione più attenuata nei capoluoghi, (-0,9%, con circa 600 abitazioni compravendute in meno del quarto trimestre del 2021).  L’analisi delle variazioni tendenziali mensili evidenzia un calo più accentuato delle compravendite di alloggi nel mese di dicembre (-4,7%).

Prezzi delle case in vendita

I prezzi delle case in vendita, invece, sono nella maggior parte dei casi stabili. “I fattori che spingono il mercato – prosegue Taverna – sono la richiesta di immobili in classe energetica elevata, le agevolazioni per i giovani, il mercato della locazione che traina anche l’investimento immobiliare, le abitazioni ristrutturate o recentemente efficientate. A frenare le transazioni, invece, per il 41,8% dei nostri operatori è soprattutto l’adeguamento alla classe energetica nei tempi stabiliti dalla Commissione Europea”.

Gli incrementi rilevati per le abitazioni nuove, specie nell’ultimo anno rispondono in parte ai rialzi inflattivi (caro materiali e componenti edilizi) e ad essi seguono i prezzi medi di abitazioni esistenti. Gli incrementi percentuali tra il 2020 ed il 2022 delle abitazioni nuove è stato del 12,4%; per le abitazioni esistenti 7,7% (nel complesso 8,4%).

Il sentiment degli operatori

La maggioranza del campione di operatori FIMAA intervistati, per i primi 4 mesi del 2023, individua un mercato che rispetto all’ultimo quadrimestre del 2022 si caratterizza:
  • Per una domanda per acquisto stabile o in riduzione;
  • Da una tendenziale diminuzione dell’offerta in vendita;
  • Da variazioni percentuali sul numero di scambi che ricalcano quelle registrate nell’ultima parte dell’anno 2022 solamente nelle migliori delle ipotesi;
  • Da variazioni percentuali calcolate sui prezzi medi di vendita analoghe a quelle calcolate nell’ultima parte dell’anno precedente.
La classe energetica, quanto influisce sulla ricerca di casa

L’Indagine evidenzia anche che c’è ancora una differenza marcata di sensibilità sulle classi energetiche degli immobili. Per gli acquirenti di tutta Italia è diventato un parametro importante. Al sud e nelle Isole c’è una buona percentuale che considera indifferente il parametro (43,1%, contro il 52,2% che lo valuta importante).

Chi vende invece ha un’opinione diversa, nella maggior parte dei casi ritiene questo parametro di scarso rilievo. Solo al Nord Italia c’è una maggiore sensibilità, anche se coloro che lo reputano importante risultano il 19,4%. In generale, nel 75% dei casi dell’indagine non traspare una diminuzione delle compravendite di immobili di classe energetica inferiore.

Mercato degli affitti

Per quanto riguarda gli affitti, infine, gli operatori Fimaa nel primo quadrimestre dell’anno hanno registrato un aumento della domanda e una diminuzione dell’offerta. I canoni sono nella maggior parte stabili o in aumento. Sull’andamento del prossimo quadrimestre, il 49,4% degli operatori prevede che il numero di contratti resterà inalterato, mentre il 33,6% ipotizza un incremento. Trend simile per quanto riguarda i canoni di locazione con il 60,9% degli operatori che prevede stabilità e un 38,3% che ne ipotizza la crescita. - Flavio Di Stefano, 29 maggio 2023


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