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lunedì 25 gennaio 2021

Immobiliare, effetto Covid: gli italiani comprano case meno costose

Lʼindagine di Facile.it e Mutui.it: nel 4° trimestre 2020 il valore medio degli immobili richiesti per mutui è crollato: -5,4% rispetto al 2019

Casa dolce casa: non c'è forse modo di dire più adatto a interpretare l'attaccamento degli italiani al bene rifugio per eccellenza, specie dopo mesi trascorsi tra le quattro mura per via delle restrizioni imposte agli spostamenti. Eppure proprio la pandemia, con le sue limitazioni, sembra aver intaccato la capacità di spesa degli aspiranti mutuatari.

L'ANALISI

Secondo un'analisi realizzata da Facile.it e da Mutui.it su un campione di oltre 80mila pratiche di richiesta di mutuo, nel corso del quarto trimestre del 2020 il valore medio degli immobili che gli italiani hanno provato ad acquistare è diminuito del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, stabilizzandosi a 192.985 euro.

UN CALO PROGRESSIVO

Un dato preoccupante se si considera che il 2020 era iniziato positivamente e che il crollo si è registrato soprattutto a partire dalla seconda metà dell'anno. Nello specifico, il primo e secondo trimestre del 2020 si sono chiusi con aumenti del valore medio degli immobili oggetti di mutuo, rispettivamente, dello 0,4% e dell'1,8% annui. È durante il terzo trimestre che compare il primo, allarmante, segno meno (-2,9%). Nel quarto, quello caratterizzato dal secondo lockdown con relative restrizioni, il crollo è pesantissimo: -5,4%.

I FATTORI RESPONSABILI DEL CALO

“Il calo del valore degli immobili oggetto di compravendita è legato a diversi fattori, ma due in particolare hanno avuto un ruolo importante”, spiega Ivano Cresto, responsabile BU mutui di Facile.it: “Da un lato, la decisione di molti proprietari di mettere in vendita immobili prima destinati all'affitto di studenti, turisti e viaggiatori d'affari, dall'altro il rallentamento delle transazioni, causato in parte dalle limitazioni imposte con il lockdown, in parte dalla situazione di incertezza economica. Condizioni che hanno portato ad un aumento dello stock di case di piccolo taglio disponibili sul mercato e, con esso, a un calo generalizzato del valore medio”.

LA DOMANDA E L'OFFERTA

Eppure, come detto, l'inizio del 2020 sembrava incoraggiante per chi voleva comprare casa tramite finanziamento. La brusca discesa degli ultimi mesi, però, ha portato a chiudere l'anno, rispetto al precedente, con un -1,4% nel valore medio degli immobili oggetto di richiesta di mutuo. Un elemento poco rassicurante se pensiamo che la crisi sanitaria ed economica continuerà a tenere sotto torchio il Paese anche per buona parte del 2021. A ben vedere, però, il fenomeno è più complesso di quanto lasci intendere il mero calcolo numerico. I valori medi delle case sono progressivamente diminuiti anche per altre due ragioni. Sia perché l'offerta si è spostata su immobili di metratura inferiore, sia perché la domanda stessa è cambiata: in tanti, dopo l'esperienza del primo lockdown, hanno cercato case più ampie e con spazi all'aperto, in zone periferiche o nelle province, dove il costo al mq degli immobili è mediamente più contenuto.

MILANO

L'andamento rilevato a livello nazionale si riscontra, pur con alcune specificità, anche nelle due maggiori città, Milano e Roma. Partendo dal capoluogo meneghino e relativa provincia, il valore medio degli immobili oggetto di mutuo cambia sensibilmente dal periodo pre Covid a quello successivo. Si è passati dal +8,4% del primo trimestre 2020 al -2,9% del quarto. Il forte incremento iniziale ha fatto chiudere il saldo del 2020 con un +3% rispetto al 2019 e un costo medio dell'immobile oggetto di mutuo pari a 247.669 euro.

ROMA

Anche i dati su Roma e provincia delineano una dinamica simile a quella milanese. Guardando a tutto il 2020, il valore medio delle case che i romani hanno cercato di acquistare ammonta a 239.501 euro, con una crescita dell'1,2% rispetto al 2019. Anche in questo caso, però, si è passati da un +5,7% nel primo trimestre 2020 a un -2,7% nel quarto.

LA VOGLIA DI COMPRARE NON CALA

Tuttavia, a fronte di un mercato immobiliare fiaccato dal coronavirus, la buona notizia è che la voglia degli italiani di comprare casa non sembra essere passata. Lo confermano gli osservatori di Facile.it e di Mutui.it, secondo i quali, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, nel 2020 la domanda di mutui è rimasta sostenuta e chi ha chiesto un finanziamento a un istituto di credito ha cercato di ottenere, in media, 135.537 euro: un valore addirittura in aumento, seppur lieve, rispetto al 2019 (+0,4%). "Il calo del valore medio degli immobili in vendita», spiega ancora Cresto «non deve essere visto necessariamente come una condizione negativa; questo elemento, unito all'andamento dei tassi di interesse dei mutui, che dovrebbero rimanere ai minimi ancora a lungo, potrebbe in realtà rappresentare una opportunità incredibile per i futuri proprietari ed uno stimolo per il mercato in generale".

- TGCOM 24, 25 gennaio 2021

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martedì 19 gennaio 2021

Una multa, la rata del mutuo, una spesa imprevista: italiani al top per ansie finanziarie

Una ricerca della banca N26 indica che nel nostro Paese i timori di non rispettare le scadenze generano più stress che altrove

I problemi finanziari sono per gli italiani un cruccio assai pesante. Spetta al popolo tricolore la palma di coloro che vanno maggiormente in ansia di fronte a una multa ricevuta, a una spesa imprevista magari perché si è rotta la caldaia, alla prospettiva di avere difficoltà nel saldare la propria rata del mutuo, probabilmente perché si è in difficoltà sul lavoro. 

E quanto ha tracciato una ricerca commissionata dalla banca mobile N26, che ha classificato le situazioni più stressanti per il cervello umano, "mostrando che le tensioni generate da problemi finanziari sono paragonabili all’angoscia associata a un evento traumatico della vita come una difficile separazione".

Dall'indagine su un campione di mille persone, gli Stati Uniti sono emersi come il Paese meno stressato, mentre come visto l'Italia sopravanza la Spagna al primo posto. Si rileva una differente percezione dell'ansia tra uomini e donne: "Per gli uomini, nell’ordine, al primo posto il mancato pagamento del mutuo (97%), al secondo perdere il lavoro (90%), seguono eseguire un test COVID (78%) ed essere scoperti a mentire (74%). Per le donne, invece, il pensiero di una caldaia rotta risulta essere lo scenario più angosciante (98%), seguito da una multa inaspettata, un mancato pagamento del mutuo, un divorzio o la fine di un rapporto, tutti classificati come stressanti dal 96% del campione".

Nel complesso globale, le donne risultano più spesso stressate "ma risultano meno angosciate da problemi finanziari (47%) rispetto agli uomini (58%)".


Le cinque situazioni più stressanti per gli Italiani

  • Una multa inaspettata, 96%
  • Mancato pagamento di una rata del mutuo, 96%
  • Rottura della caldaia, 95%
  • Divorzio/fine di un rapporto, 95%
  • Conflittualità/discussioni con familiari/amici, 94%

Le cinque situazioni meno stressanti per gli Italiani

  • Ascoltare musica, 96%
  • Ottenere uno sconto, 95%
  • Ricevere un complimento, 94%
  • Ricevere un aumento, 92%
  • Ricevere in regalo del denaro contante, 91%


- la Repubblica 19 gennaio 2021

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lunedì 18 gennaio 2021

Come scegliere un immobile per investimento

Scegliere un immobile da mettere a reddito in questo periodo storico è qualcosa da considerare con estrema attenzione, soprattutto se si parla di destinarlo alla locazione turistica, una tipologia di investimento che ha decisamente rallentato.

Secondo l’Ufficio Studi di Tecnocasa, nel primo semestre del 2020, infatti, la percentuale di chi ha acquistato per investimento è stata pari al 16,8%, in leggera diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.  Nel terzo trimestre si è vista una leggera ripresa di questa tipologia di acquisto.

Gli investitori considerano quasi sempre il mattone una modalità per diversificare il proprio portafogli, essendo una tipologia di investimento con un basso rischio e da valutare con uno sguardo a lungo termine. Ma cosa comprare per investimento e quali sono gli aspetti da considerare nel fare una valutazione di questo tipo? 

Per scegliere l’immobile su cui investire, tipologia e location, occorre capire a quale target si mira: turisti, studenti, lavoratori fuori sede, famiglie. L’ultimo report sul mercato delle locazioni mette in evidenza cheil 74,7% di chi ha affittato un immobile lo ha fatto per scelta abitativa, il 2,7% per motivi di studio, il 22,6% per motivi di lavoro. Quest’ultima percentuale viene ampiamente superata in alcune città, tra cui Milano.
Se si opta per i turisti sarebbe opportuno valutare le località di mare, montagna e lago o le città turistiche, meglio ancora se ben collegate e con un’ampia offerta di servizi (piste ciclabili, centri benessere ecc.). Nelle città meglio puntare alla vicinanza dei siti turistici più importanti o a quartieri ben collegati con questi ultimi. Se miriamo invece agli studenti vale la pena considerare quartieri vicini agli atenei, meglio se questi ultimi fossero raggiungibili a piedi.
Quello dei trasporti è un aspetto importante che deve essere preso in considerazione. La qualità della vita migliora con i trasporti a portata di mano e, non a caso, tante città stanno investendo proprio su questo aspetto, Milano fra tutte.
Altro aspetto da considerare, il cui peso è aumentato soprattutto dopo la pandemia, è la presenza dei servizi (negozi, supermercati, scuole, ecc) all’interno dei quartieri.
Chi scommette sul futuro, troverà interessanti le aree sottoposte ad interventi di riqualificazione e che hanno in sè tutte gli elementi per potersi rivalutare. Si potrebbe per esempio guardare ai quartieri che saranno serviti da fermate della metropolitana,in particolare quelli più periferici possono arrivare anche rivalutazioni a due cifre.


Altri aspetti da considerare sono: la tipologia di immobile, la possibile rivalutazione e il rendimento.

Tra le tipologie immobiliari più acquistate con finalità di investimento si afferma il bilocale con il 35% delle preferenze, a seguire i trilocali (28,2%).

Dal punto di vista della rivalutazione, va detto che dal 1998 al primo semestre 2020, limitando l’esame alle grandi città italiane, risulta una rivalutazione del 37,8%: quella che si è rivalutata maggiormente è stata Milano con 102,1%, seguita da Firenze con il 66,7% e Napoli con 65,3%.

Infine, nel primo semestre del 2020 il rendimento annuo lordo di un bilocale di 65 mq nelle grandi città italiane si è attestato intorno al 5,1%, le metropoli che spiccano per avere i rendimenti maggiori sono: Genova e Verona con il 6,1%, Palermo con il 6% e al terzo posto Bari con il 5,3%.

- Idealista.it, 15 gennaio 2021

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giovedì 14 gennaio 2021

Cartelle fiscali, Misiani conferma: "Intervento in arrivo".

Nel nuovo dl Ristori stop ai contributi per autonomi colpiti dalla crisi

Il viceministro dell'Economia al Forum dei commercialisti: "E' necessario continuare a lavorare. A ore lo scostamento di bilancio nel Consiglio dei ministri". Miani: "Riforma fiscale rischia di essere libro dei sogni"


MILANO - Un intervento per arginare la "montagna di cartelle esattoriali che rischiano di arrivare nel 2021" e nuove misure, con un occhio di riguardo per autonomi e professionisti, con il decreto Ristori che il governo - crisi permettendo - lancerà dopo il nuovo scostamento di bilancio da 24-30 miliardi di euro. A spiegare l'agenda dell'esecutivo, attanagliato dalla crisi aperta da Italia Viva di Matteo Renzi, è stato il viceministro all'Economia, Antonio Misiani, al forum di Italia Oggi dedicato ai commercialisti e alle novità di legge di Bilancio e altri provvedimenti degli ultimi mesi.

Un freno alle cartelle del Fisco

Sul fatto che si cercherà di tamponare l'invio di 50 milioni di cartelle da parte dell'Agenzia delle Entrate e Riscossione, problema sollevato da Repubblica nei giorni scorsi, Misiani ha confermato l'intervento: sulla "montagna di cartelle esattoriali che rischiano d'arrivare nel 2021, è necessario un intervento: una proroga-ponte, uno scaglionamento degli invii molto più diluito nel tempo, una reateizzazione più conveniente, un 'saldo e stralcio', altrimenti s'apre un problema sociale", ha detto.

Il nuovo Ristori: 2,5 miliardi per i contributi degli autonomi

Il governo è poi impegnato nella scrittura del nuovo decreto Ristori. Prima sarà necessario chiedere al Parlamento ulteriore spazio di bilancio: "Lo scostamento di bilancio dovrebbe essere oggetto di un Consiglio dei ministri convocato nelle prossime ore", ha detto Misiani rimarcando che "è necessario continuare a lavorare" nonostante la crisi politica "perché viviamo una fase di incertezza e difficoltà dal punto di vista sanitario, economico e sociale. Dobbiamo continuare - ha aggiunto - a sostenere nell'emergenza le famiglie e i lavoratori per metterli nella condizione di reggere i colpi della recessione".

Il quinto decreto Ristori, dunque, sarà "più ampio e articolato" di quello di dicembre. Come noto il testo affronterà i nodi del rinnovo della cassa integrazione (dovrebbero esser finanziate 18 nuove settimane per i settori più colpiti, con il tema del blocco dei licenziamenti in scadenza a fine marzo da riprendere in mano); e punterà a superare il criterio dei codici Ateco per estendere più possibile gli aiuti ai settori in difficoltà, anche a quelli che non hanno dovuto chiudere ma che hanno registrato perdite. Alla sanità dovrebbero essere destinati più di tre miliardi, di cui 1,5 per i vaccini. Dovrebbero arrivare inoltre fondi per la scuola e per i Comuni.

Misiani ha aggiunto che ci sarà lo stop ai minimi contributivi per autonomi e professionisti fino a 50 mila euro, con riduzione del fatturato pari o superiore al 33% nel 2020: "Credo sia una risposta forte, dovrebbe arrivare a 2,5 miliardi di euro, un miliardo già stanziato nella legge di Bilancio e uno e mezzo" aggiuntivo con il nuovo Ristori. "La crisi di governo - ha fatto notare Misiani, parlando anche di altre misure e di legge di Bilancio - non aiuta da questo punto di vista: mi auguro nell'interesse generale del Paese che si sia in grado di varare queste misure che non possono aspettare oltre".

Si conferma dunque la strada tracciata anche dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, che nelle scorse ore ha annunciato l'intenzione di "estendere, ampliare e rafforzare il sostegno al reddito" per i lavoratori autonomi, "migliorando la misura introdotta in via sperimentale in Manovra ed estendendola anche agli autonomi attualmente esclusi". La misura è l'Iscro, il nuovo ammortizzatore sociale per gli autonomi in vigore da quest'anno, e finanziato solo per gli iscritti alla Gestione Separata dell'Inps.

Inoltre la ministra aveva anche annunciato che verranno stanziate "maggiori risorse per garantire le categorie più colpite dalla pandemia". E cioè proprio i lavoratori autonomi: "Chiederò perciò di rifinanziare il fondo istituito in legge di Bilancio, in modo da assicurare a quelli più esposti agli effetti della crisi un vero "anno bianco" contributivo".

Riforma fiscale, commercialisti: "Con i fondi stanziati è libro dei sogni"

Della più ampia riforma fiscale indicata come priorità dalla legge di Bilancio, che per il momento posta risorse per l'assegno unico, ha parlato il presidente dei commercialisti, Massimo Miani, in termini piuttosto netti: "Ora come ora, le pur ottime intenzioni legislative sulla riforma fiscale non sembrano poggiare su credibili basi finanziarie. Le risorse a disposizione di quel fondo ammontano a 8 miliardi di euro per il 2022 e 7 miliardi a regime dal 2023, di cui però 5,5 miliardi di euro risultano già impegnati nella importante e condivisibile riforma dell'assegno unico per i figli a carico. Pensare di riformare il sistema fiscale avendo a disposizione 2,5 miliardi per l'anno 2022 e 1,5 miliardi a regime dall'anno 2023, costituisce quel che si dice "un vasto progetto".

Per rimarcare quanto la coperta sia corta, Miani ha sottolineato che solo la detrazione Irpef aggiuntiva (bonus 100 euro) per i dipendenti con reddito complessivo tra 28.000 e 40.000 euro costa 3 miliardi, "ossia il doppio di quel che risulta attualmente disponibile, a regime, sul fondo che dovrebbe finanziare la riforma nemmeno dell'intera IRPEF, ma del sistema fiscale nel suo complesso". "Evidenziare questi numeri", ha spiegato Miani, "non significa per noi svilire l'importanza di un serio ragionamento di riforma del sistema fiscale, della cui opportunità diamo invece atto con assoluta convinzione, ma per evitare il consueto rischio "libro dei sogni" che sovente si manifesta ogni qual volta si parla di riforma fiscale". - Rosaria Amato, la Repubblica, 13 Gennaio 2021

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mercoledì 13 gennaio 2021

Prezzi degli affitti su del 14,9% nel 2020 ma ora lieve ribasso

I prezzi delle case in affitto in Italia sono aumentati del 14,9% nel corso del 2020, a una media di 10,9 euro mensili. In compenso, nell’ultimo trimestre, i prezzi mostrano una riduzione dello 0,5%. A dirlo è l'analisi di idealista sui canoni di locazione nel IV trimestre dell'anno


In un anno caratterizzato dal rallentamento della domanda di case in affitto, con un significativo aumento dello stock disponibile per la locazione dovuto al blocco causato dal confinamento, i prezzi hanno segnato una fiammata per poi accusare una forte frenata in corrispondenza con la seconda ondata dell’emergenza, più clamorosa nei mercati più dinamici, mentre i mercati “periferici” hanno risentito poco o nulla della contingenza pandemica.

Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista: "I prezzi delle locazioni hanno registrato un incremento in parte dovuto all'immissione sul mercato di un prodotto tradizionalmente destinato all'affitto turistico. Si tratta di abitazioni di piccoli dimensioni con un prezzo unitario più alto per via della lora ubicazione spesso in aree centrali delle città. Nella seconda ondata della pandemia si assiste, però, proprio a partire dalle città dove la rotazione delle abitazioni era più elevata, a una tendenza alla flessione dei prezzi, come evidenziano i cali di Venezia (-9,6% su base annua) seguita da Firenze (-7,9%) e Milano (-6,4%). Nonostante la difficoltà di fare previsioni in mercati così volatili, è probabile che la tendenza all’adeguamento dei prezzi al nuovo ciclo economico continui nei principali capoluoghi fino a quando l’offerta abitativa non sarà riassorbita”.

Regioni

Il trend positivo dei prezzi delle locazioni investe quasi tutte le regioni italiane ad eccezione di Molise (-1,8%), Basilicata (-6,2%) e Calabria (-6,8%). All’opposto le richieste dei proprietari sono aumentate fino a raggiungere l’incremento record del 22,8% in Campania nell’anno appena trascorso. Alle spalle della regione del Sud, le variazioni maggiori spettano a Lombardia (9,7%), Lazio (9%) e Toscana (8,7%).

La Lombardia (14,8 euro/m²) si segnala per gli affitti più elevati, seguita da Lazio (12,4 euro/m²), Toscana (12 euro/m²), Trentino-Alto Adige (11,4 euro/m²) e Valle d’Aosta (11 euro/m²). Tutte le altre regioni si attestano su valori inferiori ai alla media nazionale, dai 10,7 dell’Emilia-Romagna, a ridursi fino ai 5,3 euro della Calabria, la regione più economica davanti al Molise (5,4 euro/m²).

Province

L’andamento crescente dei prezzi si è riflesso in 82 delle 106 macroaree provinciali analizzate, comprese tra il 25,1% di Napoli e lo 0,2% di Ragusa. Dall’altro lato si osservano ribassi nelle restanti 24 province, a partire dai meno 0,3 punti percentuali di Trieste, fino ai ribassi a due cifre di Nuoro (-11,9%), Taranto (-12,2%) e Catanzaro (-12,9%).

Milano (17,5 euro/m²) si conferma la provincia con gli affitti più cari d’Italia davanti a Ravenna (14,8 euro/m²) e Lucca (14,1 euro/m²). All’opposto, le province più economiche dove affittare casa sono Caltanissetta e Avellino con 4,7 euro al metro quadro d’affitto, seguite da Catanzaro ed Enna, rispettivamente con 4,5 e 4,3 euro al mese.

Capoluoghi

A livello di capoluogo l’indice generale dei prezzi d’affitto conferma una prevalenza di segni positivi in 66 comuni, contro 35 centri in terreno negativo rispetto all’anno scorso. Ragusa è l’unico mercato a non aver subito variazioni rispetto all’anno precedente. In un 2020 all’insegna dei rialzi spiccano quelli a due cifre di Urbino (29,4%), Vibo Valentia (19,5%) e Cagliari (16,8%). All’opposto della tendenza le contrazioni maggiori spettano ad Ascoli Piceno (-10,3%), seguita da Matera (-12,3%) e Catanzaro (-13,2%).

Con riferimento ai principali mercati Palermo (8%), Napoli (7,7%) e Torino (7,4%) osservano gli incrementi maggiori, seguiti da Bari (6,3%), Roma (4,5%) e Bologna (3,6%). Milano (-6,4%), Firenze (-7,9%) e Venezia (-9,6%) guidano la tendenza opposta.

Milano è la regina dei prezzi di affitto con i suoi 18,3 euro al metro quadro, davanti a Firenze (14,7 euro/m²) e Venezia (14,4 euro/m²). Nella parte bassa del ranking troviamo invece le più economiche Vibo Valentia (4,5 euro/m²), Catanzaro (4,3 euro/m²) e a chiudere Caltanissetta, il capoluogo con i prezzi più bassi d’Italia, con solo 4,1 euro per metro quadro. - Idealista, 12 gennaio 2021

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lunedì 11 gennaio 2021

È un buon momento per investire nell'immobiliare?

Si intravede una ripresa del mercato immobiliare nel corso dei prossimi mesi dopo questo duro periodo di emergenza sanitaria e, secondo il parere degli esperti, le quotazioni degli investimenti immobiliari torneranno ai livelli pre- Covid entro il 2022.

Cosa ci si deve aspettare

Una ripresa più veloce di quanto immaginato dunque per l’intera area Europea sul fronte degli investimenti nel mattone; ecco cosa emerge dall’Emea Real Estate Outlook 2021 pubblicato solamente qualche giorno fa da Cbre, nota società di consulenza immobiliare.


Previsioni che non devono certamente stupire se si tiene conto di due variabili. La prima da prendere in considerazione riguarda un livello macroeconomico che vede i tassi di interesse attuali posizionati a livelli bassissimi e gli istituti bancari che non vogliono rivedere le misure di supporto monetario alla popolazione; questo quadro, che stando a quanto dichiarato dagli esperti si protrarrà per i prossimi 18 mesi, sarà certamente un elemento molto favorevole per la tenuta del mercato immobiliare e la vendita e l’acquisto di immobili più in generale. La seconda cosa da considerare riguarda le tempistiche relative alla diffusione del vaccino che, se confermate, porteranno gli investimenti nel mattone a crescere tra il 5 e il 10% nel 2021, per tornare ai livelli precedenti la pandemia entro il 2022.

Uffici, il settore più colpito

Ragionando in termini di investimenti immobiliare il comparto che ha risentito di più della pandemia e delle sue conseguenze è stato senza dubbio quello degli uffici. Il confinamento e il maggiore ricorso allo smart working hanno portato una perdita per il settore del -40% in nove mesi, ma Cbre si rivela ottimista con una stima di ripresa già a partire dal prossimo anno, con un grande interesse per soluzioni tecnologiche più all’avanguardia e posizioni centrali.

- Francesca Lauritano. Immobiliare.it, 1 gennaio 2021

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giovedì 7 gennaio 2021

Come sono andati i prezzi degli affitti nel 2020?

A caratterizzare il 2020 è stata senza dubbio l’emergenza coronavirus. La diffusione del Covid-19 ha avuto un impatto deflagrante su tutti i settori e ha inevitabilmente condizionato anche l’andamento dei canoni di locazione.

La scorsa primavera, in piena emergenza e in pieno lockdown, idealista/news ha interpellato SoloAffitti per cercare di capire cosa stava accadendo al mercato degli affitti. Occasione nella quale era stato evidenziato che “l'affitto è la parte anticiclica del mercato immobiliare: vede un aumento della richiesta di abitazioni durante le fasi di economia debole”.


E durante una diretta Facebook organizzata lo scorso maggio sempre da SoloAffitti, è stato spiegato che “nel primo trimestre del 2020 si stavano riproponendo le dinamiche positive del 2019: il mercato era sempre vivace, i canoni continuavano a crescere, la richiesta era sempre molto abbondante”. Guardando alla seconda parte dell’anno si era ipotizzata un’accelerazione del mercato dell’affitto, con un aumento di richiesta e offerta e con uno spostamento di immobili dal mercato della compravendita al mercato dell’affitto.

La fotografia degli affitti a settembre ha offerto un’immagine caratterizzata da una richiesta vivace, ad eccezione del mercato degli studenti, dove ha predominato l’incertezza.

Ma qual è stato nel dettaglio l’impatto del Covid-19 sul mondo degli affitti?

L’effetto dell’ampliata offerta di mercato si nota sui canoni di affitto, in calo mediamente del 7,5%. La diminuzione, secondo quanto rilevato, è generalizzata per tutti i tagli immobiliari, con punte negative per i trilocali (-8,0%), che soffrono di una minore richiesta, e meno marcati per i quadrilocali e gli immobili più spaziosi (-7,2%), che invece risultano in crescita nelle preferenze degli inquilini. Il calo dei canoni di affitto è maggiore nelle zone più centrali, meno in quelle periferiche.

In media, il canone italiano è passato dai 616 euro del 2019 ai 570 euro del 2020, determinando un ritorno dei prezzi sul mercato della locazione ai valori del 2016.

La pandemia ha determinato una crescita dell’offerta di immobili, soprattutto nelle zone più centrali, legata all’afflusso di appartamenti precedentemente destinati all’affitto breve e di appartamenti per studenti fuori sede, alcuni dei quali rimasti sfitti. E’ stato poi registrato un calo della domanda in due segmenti particolarmente influenzati dall’emergenza sanitaria Covid-19: quello dei lavoratori trasfertisti (29,5% delle richieste, in calo del -3,7%), che hanno approfittato dell’emergenza sanitaria per proseguire la propria attività in smart working, e quello degli studenti fuori sede (14,8% della domanda, in calo di -3,2%), alcuni dei quali hanno deciso di sfruttare la didattica a distanza viste le incertezze sulla possibilità di seguire l’anno accademico in presenza.

È cresciuta invece la domanda di affitto residenziale “classica” (54,0% del totale della richiesta abitativa, in aumento del +7,8% rispetto allo scorso anno), che beneficia anche di canoni di locazione in calo, trovando opportunità interessanti sul mercato.

È cambiata anche la tipologia degli appartamenti ricercati. E’ diminuita di 2,5 punti la richiesta di trilocali (29,5% del totale), in favore di tagli dimensionali maggiori (16,8% della richiesta), richiesti soprattutto dalle famiglie. Studenti e lavoratori, invece, nel 2020 hanno preferito soluzioni piccole, ma autonome, come i bilocali, in crescita complessivamente del +3,2%, piuttosto che immobili più spaziosi da condividere, come accadeva in passato.

Per quanto riguarda i rendimenti lordi delle case, secondo uno studio condotto da idealista e relativo al terzo trimestre del 2020, i rendimenti lordi delle case si sono rafforzati ancora di 2 punti base durante il terzo trimestre del 2020, al 7,6%. La redditività nel settore delle abitazioni è cresciuta di 8 punti base rispetto a 12 mesi fa, quando il tasso era pari al 6,8%.

Parlando di affitto, poi, si è discusso della cosiddetta “clausola Covid”. A idealista/news, l’avvocato Ferdinando Mauro, dello “Studio legale Mauro”, ha spiegato di cosa si tratta e ha affermato: “Inserire una clausola di questo tipo all’interno del contratto di locazione è fondamentale, altrimenti - in particolare nel commerciale - non si locano più immobili ed è ovviamente interesse dei proprietari far sì che l’immobile venga preso in locazione. Ecco perché attualmente queste clausole sono molto utilizzate”.

C’è poi il tema relativo al mercato immobiliare degli affitti per gli studenti. In merito, un’indagine svolta dal Gruppo Toscano ha evidenziato che, confrontando il periodo 1 giugno/13 settembre 2020 con lo stesso periodo dello scorso anno, il numero di incarichi di affitto presso le agenzie del Gruppo è cresciuto del 66,5%. Con un mercato degli affitti universitari rallentato, per ottenere dei risultati, si decide più che in passato di rivolgersi a un professionista.

- Idealista.it, 30 dicembre 2020

mercoledì 6 gennaio 2021

Aumenti di luce e gas nel 2021, cosa ci attende

Il primo trimestre del 2021 vedrà un incremento delle bollette di luce e gas, rispettivamente del +4,5% e del +5,3%. Un rialzo dovuto alle alte quotazioni delle materie prime all'ingrosso, tornate sui livelli di un anno fa.

Secondo quanto sottolineato dall'Arera, per quanto riguarda gli effetti sui consumatori, la famiglia tipo comunque beneficia ancora di un risparmio complessivo di circa 146 euro/anno.


Approfondendo il tema dei costi, l'Arera ha fatto sapere che per l'elettricità la spesa per la famiglia-tipo nel periodo compreso tra il 1° aprile 2020 e il 31 marzo 2021 sarà di circa 488 euro, con una variazione del -10,2% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente, corrispondente a un risparmio di circa 55 euro/anno; per quanto riguarda il gas, invece, la spesa della famiglia tipo sarà di circa 950 euro, con una variazione del -8,8% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente, corrispondente ad un risparmio di circa 91 euro/anno.

Il presidente di Arera, Stefano Besseghini, ha spiegato: "La variazione di questo trimestre ci restituisce una dinamica sostanzialmente in linea con gli andamenti stagionali e con valori delle materie prime non dissimili da quelli dello scorso anno. Nel complesso, le anomalie di prezzo e di volume legate all'emergenza Covid hanno consentito un risparmio alle famiglie nel corso dell'anno con un beneficio residuo che si protrarrà anche nel primo trimestre del 2021. Le prospettive di recupero dell'economia e l'augurio che la situazione sanitaria evolva per il meglio, richiedono ora più che mai di focalizzare l'attenzione su quegli interventi e investimenti che possono contribuire al miglioramento della bolletta degli italiani".

Bonus sociale bollette 2021

Attenzione alla novità che il 2021 porta per quanto riguarda il bonus sociale per le bollette. Dal dal 1° gennaio 2021, infatti, i bonus sociali di sconto sulla bolletta saranno gradualmente riconosciuti in modo automatico a chi ne ha diritto. Non sarà più necessario presentare la domanda presso i Comuni o i Caf. Il bonus sociale bollette 2021 sarà assegnato automaticamente in bolletta e lo sconto sarà calcolato dal 1° gennaio 2021, indipendentemente dai tempi tecnici necessari per l'entrata a regime del meccanismo attuativo.

- Idealista.it, 4 gennaio 2021

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martedì 5 gennaio 2021

Lazio: il 2020 delle case si chiude all’insegna dei rialzi (+2,2%)

I valori delle case usate nel Lazio hanno segnato un aumento del 2,2% rispetto al 2019, a una media 2.126 euro al metro quadro. È quanto emerge dall’indice dei prezzi elaborato dall’ufficio studi di idealista, secondo il quale l’aumento dei valori immobiliari si è registrato anche nell’ultimo trimestre dell’anno per una percentuale pari allo 0,5%.


Province

Fatta eccezione per Roma, che vede salire i prezzi delle sue abitazioni di 3 punti percentuali, tutte le altre aree provinciali analizzate osservano cali che vanno da quelli più lievi di Latina (-0,4%), Rieti (-0,7%) e Frosinone (-0,8%), alla contrazione più marcata di Viterbo (-4%).

Per quanto riguarda i prezzi di vendita Roma conserva il primato di provincia più cara con 2.336 euro al metro quadro, Frosinone (840 euro/m²) è la più economica. Completano il quadro dei valori provinciali Latina (1.775 euro/m²), Viterbo (1.026 euro/m²) e Rieti (865 euro/m²).

Città

Trend è prevalentemente positivo a livello dei valori cittadini, che segnano rimbalzi che vanno dal 4,2% di Rieti, al timido progresso di Frosinone (0,4%), per l’1,3% di Latina e soprattutto il più 2% di Roma. L’unica città laziale a chiudere il 2020 con una variazione negativa è Viterbo, con un calo del 2,4%.

I dati incoronano la Capitale quale capoluogo più caro con 2.884 euro al metro quadro di media. Al secondo e terzo posto si piazzano rispettivamente Latina (1.707 euro/m²) e Viterbo (1.170 euro/m²). Le città laziali più economiche sono invece Rieti (1.149 euro/m²) e Frosinone (1.126euro/m²).

In Italia

Il rapporto del 2020 mostra un aumento dei prezzi a livello nazionale nonostante la pandemia. Negli ultimi 12 mesi, i prezzi delle case sono cresciuti del 2,3%, con Milano (20,2%) che segna addirittura la migliore performance annuale, mentre Roma (2%) tiene e Napoli scende (-3,5%).

Se guardiamo alle regioni, il trend risulta positivo con la Lombardia al primo posto (9,2%), seguita da Veneto (3,7%) ed Emilia-Romagna (3%). Tra le province, 60 delle 106 analizzate sono in calo, con le flessioni maggiori registrate a Isernia (-7,2%), L’Aquila (-6,8%) e Crotone (-6,5%). Anche nelle città il trend è stato meno rialzista, visto che 57 dei 109 comuni oggetto d’analisi hanno chiuso l'anno in negativo, in particolare a L’Aquila (-6,8%), seguita da Campobasso (-6,2%) e Ragusa (-6,1%).

Nella città di Milano, i prezzi sono aumentati del 20,2% quest'anno, il che ha portato il prezzo al metro quadrato a 4.060 euro. Se guardiamo ai dati trimestrali, i prezzi a Milano sono aumentati dell'1,6% negli ultimi 3 mesi. Con questa diminuzione, i prezzi sono ancora inferiori del 1,1% rispetto al massimo raggiunto a luglio 2020.

A Roma le aspettative dei proprietari sono aumentate del 2%, il che pone il prezzo al metro quadrato della capitale a 2.884 euro. Nel trimestre, il prezzo scende dello 0,5%. I prezzi nella capitale sono inferiori del 29,9% rispetto al massimo raggiunto a marzo 2012.

A Napoli, invece, calano le aspettative dei proprietari di case in vendita. Il calo del 3,5% negli ultimi 12 mesi ha lasciato il prezzo al metro quadro a 2.281 euro. Rispetto al trimestre i prezzi sono calati del 6,2%. Il calo cumulativo dal picco del 2012 è del 26,7%.

- Idealista.it, 5 gennaio 2021

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lunedì 4 gennaio 2021

Il covid non frena i prezzi delle case nel 2020

+2,3% dopo 7 anni di ribassi. Il prezzo medio delle abitazioni in Italia sale a 1.744 euro/m2

I prezzi delle case in vendita in Italia sono aumentati del 2,3% negli ultimi 12 mesi, per la prima volta dopo 7 anni di ribassi, secondo l’indice di idealista. In virtù di questi incrementi, il prezzo al metro quadro nel nostro Paese si attesta a una media di 1.744 euro. Nell’ultimo trimestre c’è stato un aumento dello 0,6%.

Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista: “il mercato immobiliare ha retto bene l'urto della pandemia sotto la spinta delle mutate esigenze abitative innescate dalla crisi e dei tassi d’interesse ai minimi storici. Gli agenti immobiliari si sono saputi adattare alle mutevoli circostanze del mercato trovando il modo di lavorare anche in condizioni di distanziamento sociale grazie all’ausilio delle tecnologie (abbiamo assistito a un aumento delle inserzioni con virtual tour e gli agenti hanno iniziato a fare open house con live streaming). Con tali premesse le prospettive 2021 sono inprontate a un cauto ottimismo perchè ai primi segnali di ripresa dell'economia, il mercato immobiliare è stato piuttosto rapido nel recuperare”.

Regioni
Il trend positivo delle quotazioni immobiliari investe la metà delle regioni italiane con il primato in Lombardia (9,2%) seguita nella graduatoria degli incrementi da Emilia-Romagna (3%), Lazio (2,2%) e Friuli-Venezia Giulia (1%). Tutte le altre regioni segnano incrementi marginali, inferiori all’un per cento.

Dall’altro lato, Molise (-5,4%) e Marche (-3,8%) riportano i cali più significativi, davanti a Sicilia (-2,8%), Abruzzo (2,5%) e Umbria (-2,3%).

La Liguria (2.458 euro/m²) si segnala per i prezzi d’offerta più elevati, seguita da Trentino Alto Adige (2.436 euro/m²), Valle d’Aosta (2.337 euro/m²), Toscana (2.240 euro/m²) e Lazio (2.126 euro/m²). Tutte le altre regioni si attestano su valori inferiori ai 2mila euro al metro quadro, dai 1.831 della Lombardia fino agli 896 euro del Molise, la regione più economica, davanti alla Calabria (900 euro/m²).

Province
Prevalenza di ribassi per quanto riguarda i mercati provinciali analizzati, con cali in 60 delle 106 macroaree comprese tra il 9,1% di Aosta e lo 0,1% di Belluno. Le flessioni maggiori si registrano a Isernia (-7,2%), L’Aquila (-6,8%), Crotone (-6,5%), Ancona (-6,4%), Sondrio (-6%) e Fermo (5,4%).

Dall’altro lato del ranking, gli incrementi maggiori degli ultimi 12 mesi spettano a Milano (18%), seguita dalle province di Modena (7,2%), e Brescia (7,1%). Incrementi superiori al cinque per cento anche per i mercati di Vicenza (6,3%), Reggio Emilia e Lucca (6,2% per entrambe), Bologna (5,9%), Bergamo (5,6%) e Sassari (5,2%).

Bolzano (3.629 euro/m2) si conferma la provincia più cara d’Italia davanti a Savona (3.084 euro/m2). Firenze (2.834 euro/m2), Milano (2.704 euro/m2), Imperia (2.610 euro/m2) e Lucca (2.605 euro/m2). All’opposto, le più economiche sono Isernia (735 euro/m2), Caltanissetta (702 euro/m2) e Biella (619 euro/m2).

Capoluoghi
A livello di capoluogo l’indice generale dei prezzi conferma una lieve prevalenza di dei mercati cittadini in saldo negativo (57), contro 52 centri in terreno positivo rispetto all’anno scorso. Cagliari è l’unico mercato a non aver subito variazioni.

In un 2020 all’insegna dei rialzi spiccano quelli a due cifre di Milano (20,2%) e Caltanissetta (10,8%). All’opposto della tendenza le contrazioni maggiori spettano a L’Aquila (-6,8%), seguita da Campobasso (-6,2%), Ragusa (-6,1%) e Chieti (-6%).

Nonostante il Covid abbia rappresentato un freno importante nel processo di recupero che stava attraversando il settore immobiliare italiano, i prezzi dei principali mercati del centro-nord hanno registrato ulteriori incrementi favoriti da elevati livelli della domanda a Torino (5,1%), Bologna (2,4%) e Roma (2%).
Peggio hanno performato le principali piazze del sud dove, ad eccezione di Bari (3,4%), si registrano variazioni negative a Napoli (-3,5%), Catania (-4%) e Palermo (-4,2%).

Venezia guarda tutti gli altri capoluoghi dall’alto dei suoi 4.445 euro al metro quadro, davanti a Milano (4.060 euro/m²). Nella parte bassa del ranking troviamo Ragusa (743 euro/m²), Caltanissetta (773 euro/m²) e a chiudere Biella, il capoluogo con i prezzi più bassi d’Italia: solo 710 euro per metro quadro.

- Idealista.it, 29 dicembre 2020


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