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martedì 13 dicembre 2022

Omi, rallenta la crescita delle compravendite di case nel III trim 2022

Nel terzo trimestre dell'anno, secondo l'ultima nota trimestrale dell'OMI (Osservatorio del Mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate) rallenta ancora il tasso di crescita delle compravendite, che si attesta al +1,7% rispetto al 2021, in chiara diminuzione rispetto agli scorsi trimestri. Si tratta di un totale di 175mila abitazioni vendute, solo tremila in più rispetto allo scorso anno.

Le compravendite di case nel III trim 2022

I rialzi rilevati negli ultimi trimestri sono in ulteriore attenuazione dopo il picco raggiunto nel secondo trimestre del 2021. I tassi tendenziali sono leggermente più alti nei capoluoghi (+2,2% e circa 1.200 abitazioni compravendute in più rispetto al terzo trimestre del 2021), e poco più bassi nei comuni minori, (+1,5%, con circa 1.800 abitazioni compravendute in più del terzo trimestre del 2021), dove si registra un seppur lieve tasso negativo nel NordEst, -0,1%.

L’aumento degli scambi, nell’area delle Isole, risulta superiore al dato nazionale, +8,3%, rispetto al terzo trimestre del 2021, in particolare si rileva un picco intorno al 9% in corrispondenza dei comuni capoluogo. Al Nord Ovest e al Centro la variazione è quasi nulla (rispettivamente +0,4% e +0,8%), al Sud, invece, l’incremento è del 2,2%, al Nord Ovest dell’1,2%, sia nei capoluoghi che nei comuni minori.

L’analisi dei dati mensili del terzo trimestre 2022, confrontati con i dati dei mesi omologhi del 2021, evidenzia un calo nel mese di luglio a cui sono seguiti gli incrementi degli scambi ad agosto e a settembre, con tassi di crescita, rispettivamente, del 12,7% e del 5,2%. In agosto, nei comuni capoluogo del Sud e delle Isole, l’incremento ha raggiunto e superato il 20%, mantenendo un tasso a due cifre anche nel mese successivo.

Superficie delle abitazioni compravendute

La superficie media delle abitazioni compravendute in questo trimestre è in lieve calo rispetto al III trimestre 2021 (-1,4 m2 ), diminuisce soprattutto al Nord e nelle Isole, moderatamente al Centro ed è in controtendenza al Sud dove risulta, invece, sostanzialmente stabile (+0,3%).

La crescita degli scambi, come emerge dal confronto con lo stesso trimestre del 2021, coinvolge tutti i tagli dimensionali più piccoli, fino a 115 m2 . In particolare, si registra quasi ovunque una crescita relativamente maggiore delle abitazioni di tagli medio-piccoli e una diminuzione per le abitazioni con superficie oltre i 115 m2 . Le abitazioni di dimensione compresa tra 50 m2 e 115 m2 , che riguardano la quota maggiore degli acquisti (oltre il 57%), mostrano un tasso di variazione positivo di oltre il 3% rispetto al III trimestre 2021.

Abitazioni acquistate con un mutuo

Quasi la metà, il 49,2%, degli acquisti da parte di persone fisiche è stato finanziato con mutui a garanzia dei quali è stata iscritta ipoteca sullo stesso immobile oggetto di compravendita. Il tasso medio di interesse, stabilito alla sottoscrizione dell’atto di mutuo, aumenta ancora in questo terzo trimestre, portandosi al 2,48%, 17 punti base in più del trimestre precedente, 58 punti base in più in un anno.

Il capitale di debito, sempre contratto dalle persone fisiche per acquistare abitazioni, ammonta a circa 11,4 miliardi di euro, quasi 300 milioni di euro in meno dell’omologo trimestre del 2021 (-2,7%). - Idealista.it, 7 dicembre 2022


Luca Vona

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martedì 6 dicembre 2022

Mercato della casa a Roma verso la stabilizzazione dei prezzi

Un regalo di Natale per chi vuole investire nel mattone: l'aumento dei prezzi del mercato residenziale si è fermato. A rivelarlo, numeri alla mano, è il report di Nomisma sul secondo semestre di quest'anno. 

Secondo lo studio della società di consulenza fondata nel 1981 a Bologna, infatti, i prezzi si sono complessivamente stabilizzati e il trend di crescita del costo delle case che si era registrato si è interrotto. Una precisazione, però: «La stabilità dei prezzi medi è da considerarsi una sintesi dell'aumento dei valori centrali (+2%) e delle zone di pregio, contrapposto al calo dei prezzi dei mercati semicentrali e periferici (-0,9%)», si legge nel rapporto. 

Una spinta rialzista dei prezzi era stata registrata nella prima parte dell'anno e, a conti fatti, si rifletterà sulla variazione annuale, pari al +3,3%, con punte prossime al 5% nella media dei prezzi del centro e delle zone di pregio. Ma rispetto a quei mesi ora acquistare conviene, visto che la spinta al rialzo si è fermata. 

Per capire come risponderà il mercato in quest'ultima parte dell'anno bisognerà attendere, ma secondo Nomisma «A fronte di un aumento delle compravendite di abitazioni, registrato nel primo semestre le compravendite nel primo semestre sono aumentate del 9% (+9% tendenziale); è prevedibile assistere ad un significativo rallentamento della crescita nella seconda metà dell'anno, che si potrebbe tradurre in flessione nel corso del 2023». 

Rimane però una previsione. A fronte di una stabilizzazione dei prezzi, infatti, qualcuno potrebbe volerne approfittare subito. D'altronde i tempi medi di vendita si sono sensibilmente ridotti passando da 6 a 4,5 mesi e dimostrando che chi vuole comprare lo riesce a fare anche rapidamente. Forse anche complice il timore dell'aumento dei tassi d'interesse dei mutui. 

Ma quanto si deve guadagnare, ad oggi, per potersi permettere un trilocale a Roma? Secondo uno studio sull'affordability — e cioè sul grado di accessibilità all'acquisto — del portale Immobiliare.it circa 3300 euro netti al mese, prendendo in considerazione un'abitazione di mediamente 90 metri quadrati. Non una cifra facile per tutti, specialmente per i single o per le famiglie monoreddito, ma va comunque meglio che a Milano dove con 200 euro in più al mese si può comprare solo un bilocale. 

Allo stato attuale, quindi, in un mercato in costante crescita, «prevale chi ha la maggiore disponibilità», commenta Antonio Intini, chief business officer di Immobiliare.it. il portale ha anche realizzato una mappa dei quartieri dove è più conveniente comprare casa. Chi è interessato all'acquisto di un bilocale deve cercare a Ponte di Nona, Torre Angela, Lunghezza, Castelverde, Bufalotta, Casal Monastero, Settebagni, Borghesiana, Finocchio, Casal Lumbroso, Massimina, Ponte Galeria. Per un trilocale, Labaro, Prima Porta, Valle Muricana, dove il reddito netto necessario oscilla tra i 1800 i 2600 euro al mese. E per acquistare un immobile in pieno Centro? Bisogna guadagnarne 3545. Le zone più care della città, dove ne occorrono 3740, sono però Testaccio e Trastevere. - Valentina Lupia, la Repubblica - Roma, 28 novembre 2022


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martedì 29 novembre 2022

Mercato immobiliare italiano, le previsioni di Nomisma fino al 2025

La sfiducia dei consumatori impatta sulle intenzioni di acquisto immobiliare, spiega Luca Dondi, Ad di Nomisma, oltre che sulle intenzioni di stipula di nuovi mutui casa. “I consumatori sono consapevoli che le condizioni del credito sono peggiorate, con maggiore prudenza e selettività da parte delle banche, per tutelarsi da eventuali insolvenze. Sia a livello europeo che italiano, a maggior selettività si associa minore domanda di credito”.

In termini di numeri, ciò si traduce in una previsione sulle erogazioni di mutui a 55,2 miliardi di euro (contro i 55,7 preconizzati a febbraio), 44,4 miliardi nel 2023 (contro i 54,2 previsti a febbraio), 45 miliardi nel 2024 (contro i 58 previsti a febbraio) e 48,2 nel 2025.

A livello di compravendite, il 2022 si concluderà con 767 mila compravendite, più delle 741 previste a febbraio, per poi calare bruscamente a 665 mila nel 2023 e 659 mila nel 2024 (contro la precedente previsione a 725 e 736 mila compravendite immobiliari)

Prezzi dei canoni e delle compravendite immobiliari, le previsioni 2022-2024

La crescita dei prezzi e dei canoni immobiliari reggerà nei prossimi anni a causa dei fondamentali delle 13 città monitorate da Nomisma, il che mette al riparo le città italiane dal rischio bolla. Nel 2022 si è vista una variazione semestrale del +2,1 per cento nei prezzi immobiliari e del +0.6 per cento annuo. Il 2022 si concluderà con un aumento del 2,7 per cento per la media delle 13 principali città italiane (con Milano a +5,9 per cento e Venezia a -0.9).

Allo stesso modo si prevede un aumento del 2 per cento in media per i canoni di affitto (con Milano a +4,4 per cento e Palermo a -0.5 per cento) con un occhio al fenomeno degli affitti brevi che sottraggono alloggi alla locazione di lungo termine, meno redditizia. Come si evidenzia nel rapporto Nomisma, infatti, per raggiungere la stessa redditività annuale di un contratto in affitto tradizionale per un appartamento da 50-70 mq, a Milano bastano 141 giorni di occupazione, a Venezia 116, a Bologna 119, a Firenze 125, a Roma 188, a Napoli 205.

In generale per i prezzi di compravendita delle abitazioni si prevede un aumento del 2,9 per cento nel 2022 per quanto riguarda le principali 13 città italiane; dello 0,7 per cento nel 2023 e dello 0,5 per cento nel 2024. Per quanto riguarda il segmento uffici, l’aumento dei prezzi di compravendita sarà dello 0,5 per cento nel 2022 per poi passare a un calo dello 0.4 per cento nel 2023 e dello 0,1 per cento nel 2024 mentre per quanto riguarda i negozi si prevede un aumento dei prezzi dello 0,6 per cento nel 2022, dello 0,1 per cento nel 2023 e dello 0.3 per cento nel 2024

Le difficoltà di ottenimento del credito riducono l’accessibilità al mercato della proprietà, con l’allargamento della forbice tra l’ampia fetta di domanda che necessita di un sostegno all’acquisto e quanti, appartenenti alla fascia alta in termini di disponibilità, possono procedere grazie ad una semplice valutazione di opportunità.

Tempi di compravendita

Considerando invece i tempi di assorbimento degli immobili in vendita, Nomisma riscontra differenze significative in relazione alla tipologia. Per le abitazioni occorrono in media 4,9 mesi, a fronte degli 8,5 mesi necessari per gli uffici e degli 8,2 mesi per i negozi.

Lo sconto medio praticato sul prezzo richiesto risulta essere pari all’11,2% nel settore abitativo e al 13,1% sia per uffici che per negozi. Nel secondo semestre del 2022 la riduzione del divario ha riguardato tutti i segmenti monitorati. - Floriana Liuni, Idealista.it, 24 novembre 2022

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martedì 8 novembre 2022

I prezzi delle case salgono o scendono? Il mercato immobiliare italiano sembra avere caratteristiche particolari

I prezzi delle case stanno scendendo un po’ ovunque nel mondo. I motivi sono legati principalmente all’aumento dei tassi di interesse, ossia la politica monetaria portata avanti dalle banche centrali di tutto il mondo per fermare l’aumento dei prezzi, che di fatto rende più cari i prestiti, tra cui i mutui per l’acquisto delle case. Anche l’incertezza verso il prossimo futuro ha un suo ruolo: l’economia globale sembra essere molto vicina a una recessione e molti non ritengono questo un periodo adatto per comprare casa.

Il mercato italiano tuttavia ha alcune specificità: per ora sembra che le cose stiano procedendo come negli scorsi anni. Dopo un 2021 che è andato molto bene, la domanda di immobili è ancora piuttosto sostenuta. Le compravendite sono in lieve calo ma i prezzi restano in aumento su tutto il territorio, soprattutto nelle grandi città. Ed è improbabile che anche qui in Italia si vedrà presto il rallentamento delle quotazioni a cui si è assistito negli scorsi mesi in molte economie mondiali.

In molti paesi del mondo, e soprattutto nei paesi più economicamente avanzati, i prezzi delle case stanno scendendo ormai da mesi. Questo rappresenta la fine di un lungo rialzo delle quotazioni. Dalla crisi finanziaria del 2007-2009 le politiche monetarie molto espansive, che hanno tenuto i tassi di interesse bassissimi per stimolare i consumi e gli investimenti dopo la crisi, hanno alimentato un costante aumento dei prezzi delle case nei paesi ricchi. Per esempio negli Stati Uniti sono aumentati di quasi il 60 per cento dal minimo del 2012 alla fine del 2019.

Le restrizioni provocate dalla pandemia da coronavirus e il lavoro da casa hanno dato un nuovo valore alle abitazioni, soprattutto a quelle con grandi spazi nelle località suburbane, dove si poteva avere anche un giardino e uno studio in cui lavorare da remoto. Nel periodo della pandemia i governi, preoccupati di una crisi immobiliare, hanno temporaneamente allentato o rimosso le normative sui mutui, rendendo ancora più facile l’acquisto. In più, i risparmi accumulati dai consumatori, che non avevano modo di spendere durante la pandemia, hanno garantito ingenti somme da dare come anticipo.

Ma gli aumenti dei tassi di interesse di riferimento da parte delle banche centrali hanno ora riportato i tassi sui mutui a livelli che non si vedevano da decenni. Questo renderà più difficile potersi permettere un mutuo, sia per i potenziali acquirenti che ne devono sottoscrivere uno nuovo sia per chi ne ha già uno a tasso variabile.

L’Italia al momento sembra ancora fuori da questa dinamica di prezzi in discesa. Dopo aver chiuso un 2021 record per numero di compravendite immobiliari, circa 750 mila, grazie a una sostenuta domanda di acquisti e a un sistema del credito molto accomodante, il settore residenziale italiano ha iniziato il 2022 con lo stesso slancio.

La domanda di case delle famiglie italiane non ha risentito troppo dello choc provocato dalla guerra, dall’avvio delle difficoltà legate all’aumento dell’inflazione, dalle interruzioni sulla catena delle forniture di materie prime e dalla prospettiva di un anno di forti rialzi sui tassi di interesse legati ai mutui. Nel primo semestre la stima delle compravendite è data in aumento del 12,5 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Gli ultimi dati Istat dicono che nel secondo trimestre di quest’anno i prezzi delle case sono aumentati del 2,3 per cento rispetto al trimestre precedente e del 5,2 nei confronti dello stesso periodo del 2021. L’aumento dei prezzi rispetto all’anno precedente dipende soprattutto dall’aumento delle quotazioni delle nuove abitazioni, che registrano un rialzo del 12 per cento, principalmente a causa dei forti rincari dei materiali da costruzione e dell’energia. Tuttavia sono in crescita anche i prezzi delle abitazioni esistenti, del 3,8 per cento, anche se in lieve rallentamento rispetto al 4,4 del trimestre precedente.

È però ancora presto per dire con certezza se il mercato immobiliare italiano è definitivamente fuori dalle tendenze che si stanno osservando negli altri paesi.

Innanzitutto i dati si riferiscono al primo semestre dell’anno, quando l’inflazione sembrava ancora sotto controllo e la Banca Centrale Europea doveva ancora iniziare ad aumentare i tassi di interesse. Quindi è possibile che non ci fosse ancora una percezione diffusa che i mutui sarebbero diventati presto più cari.

Nei prossimi mesi, secondo il presidente del centro di ricerca Scenari Immobiliari Mario Breglia, si osserveranno «meno compravendite e prezzi in aumento, che si allineeranno all’inflazione. Il mercato immobiliare italiano sta tornando indietro agli anni Novanta, un mercato per ricchi. Le famiglie che possono permetterselo investono nel mattone per proteggersi dall’inflazione, comprano per i figli, per capitalizzare o per metterle in affitto». E così contribuiscono ad alzare i prezzi e lo fanno nelle città più attraenti, come Milano, Roma, Firenze e così via.

Questa previsione conferma anche il secondo rapporto per il 2022 della società di consulenza Nomisma, che prevede per quest’anno e fino al 2024 un modesto calo delle compravendite, una diminuzione più marcata delle erogazioni di mutuo e i prezzi delle case in aumento. Rispetto alle previsioni formulate a inizio anno ci sono correzioni al ribasso. Tutto sommato però la guerra, l’inflazione e il rischio di una recessione hanno finora avuto un impatto minore del previsto e la spiegazione data da Nomisma è che la domanda abitativa resta alta: il 3,7 per cento dei nuclei familiari sta attualmente cercando una casa da comprare e un altro 9,6 per cento si dichiara intenzionato ad avviare la ricerca entro l’anno.

Resta però il fatto che prima o poi l’effetto dell’aumento dei tassi dei mutui si vedrà: se i tassi di interesse aumenteranno, i mutui diventeranno più costosi e probabilmente le famiglie aspetteranno prima di comprare casa. Secondo l’ultimo bollettino dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) i tassi sui nuovi mutui per la casa, a settembre, sono saliti lievemente, al 2,17 per cento dal 2,07 di agosto, ma sono quasi raddoppiati dall’1,39 per cento dello scorso anno. E continueranno ad aumentare, visto che la BCE ha appena iniziato ad aumentarli (lo ha fatto a settembre per la prima volta dopo 11 anni). Prima o poi ci saranno conseguenze sul mercato immobiliare dato che, secondo Nomisma, l’80 per cento di chi vorrebbe comprare casa pone come condizione irrinunciabile poter avere accesso al mutuo.

Ma, secondo Breglia, a rimetterci saranno perlopiù i più giovani e le persone meno abbienti. Chi può permetterselo continuerà a comprare immobili. - Il Post, 6 novembre 2022


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martedì 18 ottobre 2022

Compravendite e prezzi case: l’ultimo trend del mercato immobiliare

I dati sulle compravendite del secondo trimestre dell'Agenzia delle Entrate sono positivi, con 219.000 compravendite in più, +8,6%. Secondo gli esperti contrastano con la più recente tendenza, che fa registrare a partire dal secondo trimestre numeri negativi riguardo alle intenzioni di acquisto.

Sembra buono l’andamento del mercato immobiliare secondo le ricerche dell’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate, che nel secondo trimestre dell’anno registra nel nostro Paese 219.000 compravendite in più, +8,6% rispetto a un anno fa.

Interessante la ripresa della crescita nei centri più grandi, che fa segnare +10,4%, e +6.500 immobili residenziali compravenduti, contro i centri minori che si fermano a +7,7% e +10.700 abitazioni. Recupera anche il Sud, specialmente nei capoluoghi dove le compravendite crescono del +17,4%.

Tante prime case e mutui

Quasi 7 acquisti su 10 hanno potuto beneficiare delle agevolazioni prima casa, mentre la metà delle compravendite (50,2%) è stata finanziata con un mutuo. I tassi ancora interessanti del secondo trimestre scorso, con il variabile in rimonta rispetto al fisso diventato più caro, sono stati determinanti per la scelta della modalità di acquisto di un immobile su due.

Gran parte delle abitazioni oggetto di compravendita sono già esistenti, mentre gli acquisti di nuove costruzioni sono circa 22.800 e costituiscono il 10,4% del totale.

I dati a confronto

C’è però un fatto: i dati registrati dall’Agenzia delle Entrate riguardano i rogiti effettuati nel trimestre precedente a quello che stiamo valutando rispetto ai dati pervenuti. Perché le nuove tendenze darebbero invece una riduzione dell’interesse degli italiani all’acquisto a favore degli affitti. A dirlo è CENTURY 21 Italia, il colosso di casa madre americana del real estate che, in una recente analisi presentata all’International Master Meeting di Roma, rivela che l’interesse all’acquisto sarebbe in controtendenza rispetto ai dati positivi della prima parte dell’anno.

CENTURY 21 Italia ha infatti analizzato i dati delle principali città italiane nei primi 8 mesi del 2022, confrontandoli con quelli dello stesso periodo del 2021 e della media degli ultimi 4 anni: ne emerge una profonda differenza con l’analisi dell’Agenzia delle Entrate. I maggiori capoluoghi fanno registrare a partire dal secondo trimestre numeri negativi riguardo alle intenzioni di acquisto: -10,3% Roma, -11,7% Milano, -17,5% Bologna, -15,6% Napoli e -14,8% Torino. Anche le città di Firenze (-6,9%) e Catania (-5,8%) registrano un dato negativo, per quanto più basso rispetto alle altre città.

A giocare contro i numeri delle compravendite ci sarebbero prima di tutto il rialzo dei tassi d'interesse e la conseguente maggiore difficoltà a ottenere i mutui; inoltre, c’è l’aumento dei prezzi a fare da freno, con Milano in testa con +4,8%, seguita da Bologna con +3,2%, Torino con 1,8% e infine Roma che fa registrare +1,5%. Le uniche tre città che realizzano un lieve ribasso dei valori sono Firenze (-0,7%), Napoli (-0,4%) e Catania (-3,5%). - MutuiOnline, 6 ottobre 2022

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martedì 11 ottobre 2022

Mercato immobiliare residenziale a Roma, trend e previsioni 2023

Compravendite in deciso aumento nella la Capitale che consolida i risultati positivi, al top dal 2007. Sono le evidenze del Market Report Milano/Roma relativo al primo semestre 2022, realizzato da Engel & Völkers in collaborazione e con il supporto scientifico di Nomisma.

Compravendite a Roma e andamento del mercato residenziale italiano

Il mercato della Capitale ha registrato risultati positivi: il semestre ha consolidato un incremento del 9%, in linea con il dato nazionale, dopo un consuntivo 2021 in crescita del 31,4% rispetto al 2020 e del 18% rispetto a quello del 2019. Risultati che rappresentano il picco massimo dal 2007.

“Il mercato residenziale italiano nel 2021 ha superato quota 748 mila compravendite, raggiungendo uno dei risultati più eclatanti degli ultimi 15 anni, grazie a una variazione annua del 34% sul 2020 e del 24% sul 2019, anno pre-pandemia”, ha dichiarato Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma. Il primo semestre del 2022 conferma la crescita a due cifre, seppure ad un tasso di minore entità (+10,1%). Nonostante il deterioramento del potere di acquisto delle famiglie, causato dall’impennata dell’inflazione, e il calo del clima di fiducia dei consumatori, la domanda abitativa si conferma straordinariamente elevata. Secondo l’Indagine annuale di Nomisma sulle famiglie italiane, sono infatti il 4,4% in più – ovvero 3,5 milioni contro 3,3 milioni - le famiglie che, rispetto al 2021, hanno espresso un’intenzione di acquisto di un’abitazione nei prossimi 12 mesi”.

Il mercato immobiliare di Roma

Con riferimento al segmento di pregio, nel primo semestre 2022 il mercato immobiliare romano ha registrato una domanda sostenuta, che ha portato ad una buona performance delle compravendite in molte zone, a fronte di prezzi e tempi medi di vendita nel complesso stazionari rispetto al semestre precedente.

Nel centro storico, i prezzi medi sono compresi all’interno di un range molto ampio che tiene conto della localizzazione dell’immobile, del suo stato di manutenzione e della prossimità ai punti di interesse storico-culturali o istituzionali. Per le abitazioni ristrutturate, le quotazioni vanno da 3.000 euro/mq a 9.000 euro/mq per i quartieri più esclusivi, in linea rispetto al semestre precedente. Nella zona Prati-Vaticano, il range dei prezzi medi varia sensibilmente, tra 4.200 e 7.000 euro per le abitazioni ristrutturate. A Roma Nord, le quotazioni medie hanno registrato differenti andamenti nei vari quartieri dell’area, con prezzi medi che variano da 3.000 a 7.000 euro al mq. Le zone Parioli e Trieste/Salario presentano i prezzi prime medi pari a 7.000 e 6.100 euro/mq per le abitazioni nuove o ristrutturate al nuovo. Si riduce nel semestre lo sconto medio sul prezzo richiesto, che presenta una grande variabilità in base alla zona (tra 3%-12%). I tempi medi di vendita restano sostanzialmente stabili, compresi tra 2 e 8 mesi.

Nella zona Ovest, i prezzi medi registrano su base semestrale una sostanziale stazionarietà in tutti i quartieri della macroarea, con l’eccezione delle abitazioni da ristrutturare nella zona dei Colli Portuensi dove le quotazioni minime sono al rialzo. I valori di compravendita sono compresi nel range 2.700-4.100 euro/mq per le proprietà nuove o ristrutturate al nuovo e nel range 2.300-3.500 per quelle da ristrutturare. Lo sconto medio è compreso tra 5%-10% in Monteverde e Colli Portuensi e tra 6-12% in Aurelio. I tempi medi di vendita si allungano leggermente, assestandosi su 5 mesi (7 mesi in zona Aurelio).

Per quanto riguarda infine la zona Sud, I prezzi medi delle abitazioni nuove/ristrutturate al nuovo si confermano nel complesso stabili rispetto al semestre precedente, con l’eccezione dell’Eur e del Laurentino dove si registra un incremento dei prezzi medi massimi. Le quotazioni medie vanno da 2.300 euro/mq della zona Laurentino a 4.800 euro/mq a San Giovanni/Appio Latino e dell’Eur per gli immobili nuovi o ristrutturati al nuovo.

Previsioni 2023 per il mercato immobiliare residenziale di Roma

“Il mercato immobiliare a Roma, in particolare quello residenziale, ha dato dimostrazione di grande di vitalità nei primi sei mesi del 2022, dando seguito alla tendenza di crescita che si verifica dal 2019”, ha dichiarato Helio Cordeiro Teixeira, Managing Director Market Center Roma Engel & Völkers. “Nella Capitale, tuttavia, non si sono completati i vari piani di investimento e di riqualificazione necessari a cambiare la fisionomia della città e, di conseguenza, la mappa abitativa resta ancora legata agli storici quartieri e molto poco a nuove zone emergenti. Questa situazione, se da una parte rappresenta un problema all'evoluzione e modernizzazione della città, dall'altra nasconde una grande opportunità per il futuro, in attesa che molte aree possano rivelarsi buoni investimenti. La vitalità complessiva del settore residenziale fa sperare in un secondo semestre ancora in espansione. La qualità e la quantità della domanda, la volontà crescente di miglioramento della propria condizione abitativa, il timore di un aumento improvviso dei prezzi degli immobili e dei tassi rafforzano l'interesse e la necessità verso il cambio di abitazione. D'altra parte la carenza di nuovi prodotti in grado di soddisfare la domanda crescente potrebbe creare qualche rallentamento ed è un aspetto con il quale il settore deve fare i conti e farsi trovare pronto”. - Idealista.it, 30 settembre 2022

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martedì 27 settembre 2022

Agenzia Entrate: crescono le compravendite di immobili. I tagli più richiesti

Crescono ancora le compravendite residenziali nel II trimestre 2022. Secondo la consueta nota trimestrale dell'Osservatorio Omi dell'Agenzia delle Entrate, tra aprile e giugno sono state vendute circa 219mila abitazioni, oltre 17mila in più (+8,6%) rispetto al 2021

Cresce ancora il mercato della casa, quindi, dopo il dato positivo registrato anche nel primo trimestre dell'anno. Ma attenzione, si tratta di un rallentamento dei trend di crescita, dopo il picco raggiungo nel II trimestre del 2021 (che però era rapportato al periodo del lockdown)

Secondo i dati Omi, a crescere in misura maggiore sono i capoluoghi, in misura maggiore dei comuni minori non capoluogo (+10,4% rispetto al 7,7%). L’aumento degli scambi, nell’area del Sud, risulta superiore al 15%, rispetto al II trimestre 2021, in particolare si rileva il picco intorno al 17% in corrispondenza dei comuni capoluogo del Sud; al Centro e nelle Isole la variazione è più contenuta (rispettivamente +11,4% e +10,7%), invece, nelle due aree geografiche del Nord la variazione tendenziale si ferma al 5,8% e al 4,8%.

Superficie e tagli immobiliari

La crescita degli scambi coinvolge tutti i segmenti dimensionali, come emerge dal confronto con lo stesso trimestre del 2021. In particolare, si registra una crescita relativamente maggiore delle abitazioni di tagli medio-piccoli. Tra queste, infatti, le abitazioni di dimensione compresa tra 50 m2 e 85 m2 , che riguardano la quota maggiore degli acquisti (30,9%), mostrano il tasso di variazione abbastanza elevato e pari al +10% rispetto al II trimestre 2021

Abitazioni nuove vs abitazioni esistenti

È stato stimato per il secondo trimestre 2022 l’acquisto di circa 22.800 nuove abitazioni pari all’10,4% del totale delle abitazioni compravendute. Nel tempo si è avuto un calo di compravendite per le nuove abitazioni ma l'ultima rilevazione segna un forte recupero del volume di compravendite. Il calo è stato più evidente fino al 2015, mostrando, negli anni successivi, una sostanziale stabilizzazione e una lieve crescita nel 2021 che continua nel 2022. - Idealista, 15 settembre 2022


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martedì 6 settembre 2022

Vendere casa: è il momento giusto? I dati sul mercato immobiliare

Il mercato immobiliare italiano è un settore vivace e dinamico, più che in altri paesi. Gli italiani, come evidenziato da vari analisi e studi del comparto, continuano a comprare e vendere immobili anche in un momento di grandi cambiamenti come il post Covid.

Gli anni di lockdown dati dalla pandemia hanno portato a profondi cambiamenti nelle dinamiche di compravendita del mercato immobiliare, annullando alcune abitudini e accelerando alcune tendenze.

Acquistare casa: nuovi trend post Covid

Dopo la pandemia ciò che sicuramente è apparso evidente nel settore delle vendite immobiliari è stata l’esigenza di abitazioni più grandi e spaziose, possibilmente con aree esterne da poter vivere come balconi o terrazze, dotate a volte di garage da adibire a locale per il fai da te o per i propri hobby, con piccole nicchie se non stanze adibite allo smart working.

Sicuramente dopo aver passato tanto tempo a casa, la tendenza nella ricerca di abitazioni è quella di avere spazi funzionali, case ristrutturate con spazi confortevoli, più adatte alle esigenze di chi le abita.

Infine, il trend del mercato immobiliare riferito dai principali monitor del settore parla di un aumento della ricerca di abitazioni residenziali fuori dal caos delle città, nell’hinterland dove i servizi permettono di raggiungere facilmente il centro urbano, ma dove la qualità della vita è migliore.

Insomma il mercato immobiliare italiano non si è fermato a causa della pandemia, ma è cambiato. Ecco i dati forniti dallo studio condotto dal monitor sul mercato dei mutui di Intesa Sanpaolo.

Evoluzione del mercato immobiliare

I primi tre trimestri dello scorso anno hanno visto una notevole crescita dei volumi di compravendite immobiliari, con un +43,1% rispetto allo stesso periodo anno 2020.

In aumento le vendite di un +23% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Ma non è tutto: il mercato immobiliare continua a mantenere una curva positiva anche nel 2022, nonostante le tante incertezze causate dalla situazione politica ed economica mondiale.

Cresce il numero di chi acquista casa

Cresce ancora il numero di chi vuole acquistare casa nel 2022, con un +0.7% rispetto all’anno precedente, attestandosi su 4,7%.

Non solo aumenta chi vuole acquistare casa ma anche i prezzi delle case stanno lievemente crescendo: nei primi 3 trimestri del 2021 sono aumentati dell’1%, sia per le case nuove sia per quelle già esistenti.

In un momento di crescita ed espansione del mercato immobiliare si può dire che è il momento di vendere. - Immobiliare.it, 29 agosto 2022


Luca Vona

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mercoledì 27 luglio 2022

Tutte le previsioni sul mercato immobiliare 2022-2023

Nonostante l’economia italiana stia subendo un rallentamento causato dal conflitto russo-ucraino, il settore del residenziale si conferma sempre più attrattivo per gli investitori, che hanno focalizzato l’interesse soprattutto su Milano, oltre che su Roma e Torino. Ecco lo stato di salute del settore immobiliare residenziale secondo una ricerca di Jll, e le previsioni per il resto del 2022.

Il mercato immobiliare residenziale in Italia

Secondo la ricerca, nei primi 6 mesi dell’anno il settore residenziale in Italia ha registrato un trend molto positivo raggiungendo oltre 470 milioni di euro (di cui circa 150 milioni di euro nel 2° trimestre 2022) di volumi di investimento, oltre il doppio del primo semestre 2021 (circa 200 Mln di euro)

La propensione all'investimento nel settore residenziale ha continuato ad accelerare in tutti i mercati e gli investitori immobiliari hanno raggiunto una fase in cui gli investimenti nel settore abitativo stanno acquisendo la stessa importanza dei settori commerciali tradizionali. Il peso del settore residenziale è aumentato dal 6% a quasi l’8% nei volumi totali di investimento nei mercati dei capitali (circa 6,4 miliardi di euro nel 1° semestre 2022) principalmente per le nuove tendenze emergenti tra cui il multifamily e il co-living.

Contestualmente, anche nel mercato residenziale tradizionale, il settore ha dimostrato la sua resilienza, con volumi nel 2021 superiori a quelli del 2019. Non solo un effetto rimbalzo, ma la conseguenza di nuove esigenze abitative in termini di spazi e qualità delle abitazioni emerse nel post Covid, che hanno spinto la domanda. Il 2022, partito con una crescita del 12% nel primo trimestre in termini di Transazioni normalizzate (NTN), dovrebbe chiudersi con un bilancio positivo, anche se con tassi di crescita inferiori a quelli del 2021. Una tendenza dovuta sia alla situazione geopolitica, sia al rialzo dei tassi di interesse sui mutui e alla crescita dell’inflazione.

Transazioni residenziali in Italia

Il primo trimestre 2022 ha registrato 181.767 transazioni residenziali, +12% anno su anno rispetto al primo trimestre 2021. Se confrontiamo ogni trimestre negli ultimi 10 anni, vediamo chiaramente che le transazioni sono in aumento dal 2021, suggerendo non solo un rimbalzo dopo il calo del primo trimestre 2020, ma anche un domanda interna in aumento a causa di una combinazione di nuove esigenze abitative post pandemia, misure fiscali favorevoli (crediti d'imposta per ristrutturazioni abitative) e politiche monetarie (bassi tassi di interesse).

I prezzi residenziali in Italia

La maggiore domanda interna e l'aumento delle condizioni di liquidità del mercato hanno contribuito a migliorare sia il tempo medio di vendita che gli sconti medi. I prezzi delle case sono aumentati in media del +2,6% nel 2021, mentre nel primo trimestre 2022 hanno registrato un aumento dell'1,9% rispetto al quarto trimestre 2021 (Fonte Istat). Il tempo medio di vendita degli immobili è leggermente migliorato, diminuendo da 6,2 mesi nel quarto trimestre 2021 a 5,8 mesi nel primo trimestre 2022 (Fonte: Banca d'Italia), suggerendo una maggiore liquidità del mercato. Lo sconto medio sui prezzi degli immobili – che misura la riduzione in punti percentuali rispetto al prezzo originario richiesto dopo le negoziazioni – è sceso dal 9,7% nel 4° trimestre 2021 all'8,5% nel 1° trimestre 2022 (Fonte: Banca d'Italia), suggerendo una più stretta corrispondenza tra domanda e fornitura di beni abitativi.

Transazioni residenziali per regione

Guardando alla disaggregazione regionale, oltre il 50% delle transazioni residenziali è registrato nel Nord Italia. Il grosso delle transazioni residenziali (15% del totale) è avvenuto nelle 8 città più popolose del Paese (Milano, Roma, Torino, Napoli, Genova, Palermo, Bologna, Firenze). Tra questi, Roma si colloca ai primi posti per volumi di transazioni, ma Milano resta il mercato più dinamico e di gran lunga quello più performante, anticipando le tendenze future per l'intero Paese.

I nuovi trend della domanda residenziale

I cambiamenti dello stile di vita provocati dalla pandemia hanno rafforzato i modelli migratori e aperto nuove preferenze per i luoghi in cui vivere, poiché le persone hanno cercato case più spaziose e convenienti.

La domanda privata è sostenuta dalla necessità di migliorare le condizioni di vita in termini di spazio aggiuntivo e qualità delle abitazioni.
Il lavoro a distanza richiede case più grandi e multifunzionali. La pandemia ha aumentato la domanda di case più grandi e multifunzionali per il lavoro a distanza e la necessità di spazi all'aperto. Le priorità chiave sono lo spazio all'aperto, la velocità della banda larga e gli spazi di lavoro privati.

Dopo decenni di stagnazione economica, l'Italia ha ritrovato la strada della crescita all'indomani della crisi post-pandemia. Sebbene la crescita media annua del PIL dal 2011 al 2020 sia stata generalmente deludente, le cose stanno cambiando nel periodo post-pandemia. Finora, il rimbalzo dalla crisi del covid e la combinazione di allentamento della politica fiscale e monetaria hanno aiutato il Paese a ritrovare la strada della crescita. Ma l'equilibrio dei rischi rimane sbilanciato verso il basso.

L'elevata inflazione, l'inasprimento delle condizioni finanziarie, la continuazione del conflitto in Ucraina e l'incerto sviluppo della crisi pandemica suggeriscono ulteriore incertezza nei prossimi mesi. La politica fiscale rimane ampiamente favorevole: il governo ha fornito un ulteriore stimolo di 14 miliardi di euro (0,8% del PIL) per aiutare le famiglie e le imprese a basso reddito a far fronte all'aumento dei prezzi. Ma l'aumento dei prezzi al consumo comprimerà i redditi reali e le imprese continueranno a subire costi elevati di input a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e delle interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali.

La previsione sulle transazioni 2022, secondo lo scenario base di Jll, si aggira intorno alle 800 mila case vendute. - Idealista, 26 luglio 2022

Luca Vona

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martedì 19 luglio 2022

Vendere casa, ecco gli errori più comuni commessi dai proprietari

Molti proprietari decidono di mettere in vendita un immobile per negoziare e chiudere la transazione in proprio, senza essere consapevoli che potrebbero commettere errori che impediscono la realizzazione dell'operazione. Secondo la rete di agenzie immobiliari Remax, gli errori dei privati ​​sono ricorrenti e vendere casa in un mercato competitivo come quello attuale è un'operazione molto complessa, soprattutto se il proprietario aspira o ha la necessità di portare a termine la migliore vendita possibile. In uno studio, la società ha riassunto i principali errori rilevati dai suoi oltre 2.500 agenti immobiliari.

Qui di seguito i cinque errori più comuni commessi dalle persone quando decidono di vendere casa.

Non essere realistici

Questo è uno dei problemi più frequenti e più importanti. Come spiega Remax, "tutti i proprietari di casa sopravvalutano la proprietà semplicemente perché è loro. È stata la loro casa per anni, è piena di ricordi e ha alcune caratteristiche meravigliose che hanno fatto innamorare al momento dell'acquisto. Tuttavia, questo oggi non ha importanza. Non importa neppure quanto è costata, né quanto è stato investito nelle riparazioni. Ora contano solo le sue condizioni e le sue caratteristiche rispetto ai gusti e alle offerte attuali".

Per questo motivo è opportuno informarsi sull'offerta della zona, sui suoi prezzi e sulle sue caratteristiche in modo da avere una "visione di mercato realistica e attuale di ciò che i compratori cercano e dei prezzi che sono disposti a pagare".

Non valorizzare la casa

"È assolutamente essenziale che il proprietario prepari la sua casa alla vendita e la presenti nel miglior modo possibile. Per ottenere più parti interessate e non contrattare sul prezzo, la casa deve essere presentata al meglio. L'immobile deve essere accuratamente pulito e ordinato; bisogna rimuovere i mobili non necessari e, ovviamente, scattare fotografie professionali (anche video)," spiega lo studio condotto da Remax.

In breve, si tratta di sistemare la casa per attirare l'interesse dei potenziali acquirenti, attraverso quello che il settore chiama "home staging".

"Bisogna promuovere lo spazio, la luce, l'ordine... La casa entrerà a far parte di un catalogo in cui le persone cercano un posto dove vivere, eppure molti proprietari non danno a ciò l'importanza che merita. I bagni e la cucina sono punti critici", sottolinea Remax. Pertanto, è essenziale spersonalizzare la casa (ad esempio, eliminare le foto di famiglia), poiché deve piacere agli altri, non ai venditori, che devono immaginarla come propria.

Non analizzare i costi di vendita di una casa

La vendita di una casa genera delle spese, quindi il denaro pagato dall'acquirente sarà un vantaggio per il venditore. Inoltre, la rete immobiliare ricorda che "ci sono investimenti che aumenteranno il prezzo e ridurranno i tempi di vendita. Per questo motivo, è molto importante che il venditore sia ben informato sui miglioramenti che dovranno essere eseguiti, sulle spese che si dovranno sostenere per non avere spiacevoli inconvenienti”.

Non avere il tempo necessario

Preparare la casa, scattare le foto e inserire gli annunci sono passaggi essenziali per venderla, ma è solo l'inizio del processo. "Una casa con un prezzo di mercato equo e presentata in modo interessante dovrebbe attirare molti contatti nelle prime due settimane di vendita. Telefonate ed e-mail a cui è necessario rispondere tempestivamente. Bisogna chiarire i dubbi e organizzare le visite degli interessati. È normale che, se il proprietario abita in casa e lavora, non ha molto tempo per preparare la casa e gestire le visite. Questo renderà difficile la vendita", sottolinea Remax.

Lo studio ricorda anche che la maggior parte degli acquirenti non è a conoscenza di come si svolge esattamente la compravendita e di come funziona la procedura con la banca. In questo caso, l'aiuto di un professionista è essenziale.

Rendere la trattativa una questione personale

Un altro degli errori più comuni è portare la trattativa a livello personale e non riuscire a separare l'aspetto emotivo o gestire con calma le lamentele e le problematiche degli acquirenti.

"L'acquirente che fa un'offerta non ha alcun interesse a disturbare il venditore. Conosce il mercato, ha una capacità finanziaria specifica e in base a ciò farà una proposta. Questa proposta, tuttavia, potrebbe non piacere al venditore, ma questo non dovrebbe mai essere preso come un'offesa. Il venditore deve essere molto consapevole che la sua casa è diventata un prodotto impersonale sul mercato e deve presumere che l'acquirente evidenzierà i problemi per adeguare il prezzo il più possibile. Se il venditore reagisce in modo emotivo, è molto probabile che perda reali opportunità di vendita e, a lungo termine, lo si troverà costretto ad abbassare il prezzo", conclude Remax. - Idealista.it

Luca Vona

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martedì 12 luglio 2022

Nomisma: continua il ciclo espansivo dell'immobiliare, ma si avvicina una battuta d'arresto

Al 30 giugno del 2022, la variazione dei prezzi delle case è stata ampiamente in terreno positivo, con una media del +2,9% nei tredici principali mercati italiani, centro della consueta analisi di Nomisma. Dati che confermano l'attuale ciclo espansivo del residenziale. Ma in seguito al rialzo dei tassi della BCE si potrebbe assistere a una battuta d'arresto delle transazioni.

La variazione annuale dei prezzi delle abitazioni relativa al 30 giugno dell’anno in corso è risultata del +2,9% nella media dei 13 principali mercati nazionali, con un range di variazione che oscilla dal +6,3% di Milano al -0,2% di Venezia Laguna. Si tratta di un risultato coerente con l’intensità della domanda e la crescita delle compravendite. È quanto emerge dal 2° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2022 di Nomisma che ha analizzato i 13 principali mercati italiani: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia.

Secondo la Società bolognese questa volatilità relativa alla variazione dei prezzi è un segnale di consolidamento del ciclo espansivo del settore residenziale. La dinamica rialzista ha riguardato anche gli uffici e i negozi i quali, dopo 13 anni di flessione, hanno fatto segnare per la prima volta una variazione positiva dei prezzi. Considerando il segmento direzionale, la variazione annua (I semestre 2022/ I semestre 2021) è stata del +0,5% medio con una forchetta compresa tra il -1,2% di Catania e il +2% di Bologna.

Tempi di vendita

Rispetto ai tempi di assorbimento degli immobili in vendita, si passa dai 5,2 mesi per abitazioni, agli 8,7 mesi per gli uffici e 8,3 per i negozi. Milano è il mercato che in tutti e tre i segmenti presenta, per Nomisma, i tempi di vendita più contenuti non solo in comparazione con gli altri contesti urbani, ma rispetto alla performance dello stesso mercato negli ultimi 20 anni.

Sconto medio

Passando allo sconto medio praticato nei 13 mercati analizzati il dato medio si attesta, per Nomisma, all’11,9% nel settore abitativo e al 14,1% sia per uffici che per negozi. Lo sconto più alto praticato è quello registrato a Palermo, Cagliari e Catania, mentre Milano si attesta sui livelli non distanti dai minimi del periodo che va dal 2000 ad oggi.

Continua l'interesse per la casa

Alla luce dei dati sopra esposti si conferma, per Nomisma, un rinnovato interesse da parte delle famiglie italiane per la casa, pur a fonte di un contesto condizionato dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina. Nel 2021 si è registrata una performance positiva del mercato, con i principali indicatori ancora oggi orientati al rialzo.

Gli agenti immobiliari, sottolinea Nomisma, segnalano fenomeni che potrebbero avere importanti ricadute sul mercato. Si tratta – precisa Nomisma - di una domanda abitativa da sempre sostenuta dalla componente creditizia. A seguito dell’impostazione restrittiva adottata dalla BCE, si ritiene probabile nella seconda parte del 2022 un rallentamento dell’attività transattiva assistita da mutuo. 

Il mercato delle locazioni

Gli operatori del settore segnalano, nel primo semestre dell’anno in corso, la leggera risalita della domanda di locazione (42% della domanda presente sul mercato) in seguito all’impennata (62%) della componente di acquisto registrata nel 2021, subito dopo la fase più acuta della pandemia. Pur a fronte di questo leggero aumento della componente locativa, siamo ben lontani dal punto di equilibrio acquisto-locazione registrato nel pre-Covid 19.

Il mercato dell’affitto è animato dalle giovani coppie, seguite da single e studenti, quindi dai nuclei monogenitoriali. In questo semestre risulta essere marginale il ruolo ricoperto dai lavoratori non residenti e dalla domanda proveniente da trasferimenti di residenza delle famiglie.

Inversione di tendenza?

Gli operatori immobiliari, nel fornire un giudizio sul trend che investe offerta e domanda di case, rilevano un fatto nuovo che potrebbe essere anticipatore di un possibile rallentamento e cambio di tendenza, vale a dire il ritiro dal mercato di parte delle abitazioni offerte in vendita e locazione, a fronte di una domanda che si mantiene sostenuta. Si tratta di un comportamento attendista da parte dell’offerta, conseguenza dell'incertezza economica e geopolitica, nonostante i segnali che provengono dal mercato siano ancora positivi, con sconti in calo e prezzi in crescita.

Domanda sostenuta vs offerta scarsa

Nomisma evidenzia come la domanda locativa debba fare i conti con un’offerta scarsa e inadeguata sia sotto il profilo dimensionale (carenza di immobili di 50-90 mq e oltre i 120 mq) che localizzativo (disponibilità pressocché nulla nei centri città). La domanda di acquisto ribadisce la carenza di soluzioni tra i 50-90 mq ubicate in centro e dotate di balcone o terrazzo e di ascensore.

Il mantenimento dei livelli di attività nei mercati cittadini dipende anche dalla vitalità delle diverse zone, a loro volta connotate da valori di mercato più o meno distanti tra loro. Nella media dei 13 mercati, l’11% delle compravendite residenziali è stato registrato nei centri urbani e il 44,5% nelle periferie. - Idealista.it, 8 luglio 2022

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martedì 5 luglio 2022

Mutui, affitti e vendite. Il mercato immobiliare nei prossimi mesi

L’aumento dei tassi d’interesse, correlato alle tensioni alimentate dalla guerra, fa ormai sentire il suo impatto sul costo dei mutui, anche sul tasso fisso.

Tasso fisso o tasso variabile? Vendere o aspettare? Sono tante le domande che si pongono all’orizzonte dei prossimi mesi. Se l’estate sarà certamente “calda”, l’autunno potrebbe esserlo anche di più.

Abbiamo chiesto il parere di Alessandro Masiero – Direttore commerciale di Limmobiliare.com.

Quali saranno le sfide più importanti dei prossimi mesi tra inflazione e tassi dei mutui in rialzo?

Possiamo affermare che il mercato immobiliare italiano non ha avuto una vera e propria battuta d’arresto nel corso del primo quadrimestre, proseguendo il ritmo di crescita maturato nel corso del passato anno.

Anche per il 2022, come rileva la puntuale indagine di Fimaa-Confcommercio, il settore mostra di essere ancora in crescita, anche se con minore intensità rispetto all’anno scorso, con prezzi e compravendite sostenute dall’allargamento del differenziale tra domanda (stabile) e offerta (in diminuzione).

Chiaramente, sono emerse nuove e inaspettate criticità da attribuire all’innalzamento dei tassi d’interesse e altre tematiche extra settore. Infatti è stato rilevato, da un’indagine fatta sulla nostra ampia clientela, che la ricerca di un nuovo immobile sul territorio nazionale subirà una frenata, in attesa di nuovi confortanti dati. 

Fin qui le banche hanno assorbito una parte dello spread (anch’esso di nuovo in ascesa), per contenere il costo delle rate sia a tasso fisso che variabile, garantendo al settore stabilità.

Vendere casa: sì o no?

Come abbiamo detto più volte, il mercato italiano gode di una buona salute e i dati 2021 e primo quadrimestre 2022 lo testimoniano con chiarezza. 

Il mattone da sempre per il nostro paese è sinonimo di garanzia, rifugio per gli investitori e soprattutto per gli investimenti.

Affitto o acquisto? Meglio aspettare o procedere con la compravendita?

Ad oggi è ancora conveniente comprare una nuova abitazione o investire nella tanto sognata seconda casa. Ergo, sarà ancora conveniente per l’anno in essere investire nel mattone. I tassi d’interesse dei mutui, per quanto aumentati, risultano ancora molto bassi se confrontati con i tassi di alcuni anni fa. - Immobiliare.it

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