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venerdì 30 aprile 2021

Bollettino di Bankitalia: settore immobiliare in ripresa

L’analisi condotta grazie ai dati di OMI, di Istat e delle elaborazioni sugli annunci presenti su Immobiliare.it

Mercato immobiliare: a tracciarne un quadro è la recente pubblicazione del Bollettino Economico di Banca d’Italia, che ha condotto un’analisi grazie ai dati di OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate), di Istat, della stessa Banca d’Italia e delle elaborazioni sugli annunci presenti proprio su Immobiliare.it, come spiegato in questo approfondimento. Il contesto che emerge è quello di una lieve ripresa.

Vaccinazioni e pandemia al centro dell’analisi

Nella sintesi iniziale, il Bollettino economico di Banca d’Italia riflette esplicitamente sulla centralità che gli sviluppi della pandemia e soprattutto delle campagne di vaccinazione avranno sull’economia nazionale. E conseguentemente anche sul settore immobiliare.

“Secondo i nostri sondaggi, le imprese programmano di riprendere gli investimenti nella restante parte dell’anno. Le famiglie intervistate dalla Banca d’Italia indicano una graduale ripresa delle intenzioni di consumo, ma la propensione al risparmio resta elevata; la maggior parte del risparmio accumulato nel 2020, che è concentrato tra le famiglie meno colpite dagli effetti della pandemia” riporta il bollettino.

Sprint finale, ma il 2020 si chiude in flessione

Nonostante il quarto trimestre del 2020 abbia segnato un recupero delle compravendite immobiliari, dopo gli stop forzati a causa delle restrizioni, le flessioni del primo semestre hanno inciso profondamente, portando a un calo del 7,6% su base annua.

Nei primi tre mesi del 202i, tuttavia, la domanda di abitazioni è rimasta elevata, soprattutto nei comuni minori.

Tiene anche la crescita anche sul fronte dei prezzi delle case, che hanno continuato la loro scalata negli ultimi mesi del 2020. L’incremento annuo è stato dell’1,9%. - immobiliare.it, 22 aprile 2021

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venerdì 23 aprile 2021

Proposta d’acquisto: cos’è e come funziona il primo “step” per comprare casa

Stai pensando che i tempi siano ormai maturi per compiere il grande passo: comprare una casa. Ma prima di incominciare la tua ricerca tra annunci e agenzie, è bene conoscere alcune delle tappe fondamentali di un processo che sicuramente non è immediato.

Il primo step per diventare proprietari di casa consiste nella proposta di acquisto immobiliare, ovvero la dichiarazione con cui l’acquirente attesta la propria volontà di comprare un bene a una certa cifra.

Ma vediamo nel dettaglio come funziona, quanto dura e che cosa succede se a un certo punto si cambia idea.

Proposta di acquisto immobiliare: che cos’è

Si tratta di un accordo privato tra le parti in cui vengono definiti gli impegni e le clausole che faranno poi parte del contratto di vendita vero e proprio. Di solito è accompagnata da una somma di denaro che è valida come caparra.

Modello di proposta d’acquisto

Il vero e proprio modello da compilare può essere fornito dall’agenzia immobiliare a cui ci si è rivolti. Oppure, nel caso di proposta di acquisto tra privati, è possibile affidarsi all’aiuto di un professionista, prestando sempre la dovuta attenzione a tutti i modelli che si possono scaricare online.

Cosa deve contenere

L’importante è che nel modello della proposta di acquisto siano indicati:

  • gli elementi identificativi dell’immobile;
  • le garanzie di vendita, cioè gli aspetti catastali, l’inesistenza di vizi occulti e la conferma che tutte le imposte relative all’immobile sono sempre state pagate;
  • prezzo, modalità, tempistiche e condizioni di pagamento. Per esempio si può specificare che la proposta è subordinata al mutuo. Che cosa significa? È una clausola che annulla l’obbligo di compravendita se all’aspirante acquirente, che non possiede tutta la liquidità necessaria, non viene concesso il prestito dalla banca.

Una volta ricevuta la proposta di acquisto, il venditore ha a disposizione del tempo per rifletterci, dopodiché può rifiutare, accettare o modificare la proposta e sottoporla di nuovo a all’acquirente.

Superata questa fase di trattativa, le parti firmeranno il contratto preliminare di vendita, chiamato anche compromesso, con il quale si obbligano dal punto di vista giuridico a concludere la compravendita.

Proposta di acquisto: quanto dura

La legge non impone una durata precisa. Stando alla prassi, si potrebbe convenire che la proposta di acquisto ha una “validità” che varia da una settimana fino a un massimo di un mese, ma in questo caso non ci sono vincoli pre-determinati.

In ogni caso, il venditore non ha a disposizione un tempo illimitato per valutare se accettare o meno la proposta, o per fare a sua volta una controproposta al potenziale acquirente.

Caparra: come versarla e a quanto ammonta

L’importo imputato a caparra di una proposta d’acquisto si può pagare con un assegno bancario non trasferibile, un assegno circolare o attraverso un bonifico bancario, immediato o meno.

Come per la durata, anche per quanto riguarda la caparra non c’è una regola scritta che ne stabilisca l’ammontare. Di solito è pari al 10% circa del prezzo pattuito (per esempio su un immobile da 150mila euro sarà di 15mila euro), ma nulla vieta di versare una cifra più alta o anche più bassa.

Si può fare una proposta di acquisto senza versare nessuna caparra? La risposta è sì, ma spesso ci cerca di evitare questa pratica perché l’accordo offrirebbe meno garanzie, visto che entrambe le parti potrebbero tirarsi indietro senza il rischio di perdere del denaro.

Proposta d’acquisto accettata: che cosa succede dopo

Se il venditore accetta sia le condizioni economiche sia le altre clausole inserite nella proposta di acquisto non deve fare altro che firmarla: a questo punto entrambe le parti risultano vincolate a quanto scritto e ogni eventuale modifica o integrazione sarà ammessa solo se acquirente e venditore saranno d’accordo.

Ecco perché è molto importante leggere con attenzione la proposta ed eventualmente farsi assistere da un esperto, per non ritrovarsi vincolati per esempio a condizioni di pagamento o a tempistiche di consegna dell’immobile che non si è in grado di rispettare.

Proposta d’acquisto rifiutata: che cosa accade?

Se il proprietario non intende firmare la proposta dovrà restituire la caparra all’acquirente, il quale valuterà se modificare le condizioni proposte inizialmente oppure se mettersi alla ricerca di un immobile diverso.

Recesso dalla proposta di acquisto: è possibile?

Che cosa succede se, dopo avere firmato la proposta, l’acquirente cambia idea? Tutto dipende dal tipo di caparra. In caso di caparra penitenziale, infatti, lo scioglimento del vincolo contrattuale comporterà solo che la somma versata venga persa (in pratica la caparra penitenziale rappresenta il corrispettivo del diritto di recesso).

In caso di caparra confirmatoria, invece, l’acquirente potrà liberarsi dall’impegno assunto con la proposta soltanto ottenendo il consenso del venditore: quindi perderà la caparra e si esporrà anche a ulteriori richieste di risarcimento di eventuali danni subiti.

E se il venditore cambia idea?

Se l’inadempiente è colui che ha ricevuto la caparra, l’altra parte può recedere dal contratto ed esigere un risarcimento pari al doppio della caparra versata. In pratica, se l’aspirante compratore ha versato 3mila euro di caparra, il venditore gliene dovrà restituire 6mila. - Laura Fabbro, Immobiliare.it, 20 aprile 2021

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giovedì 22 aprile 2021

Immobiliare in crescita. Prezzi stabili, tassi bassi: è il momento di comprare casa

Il comparto è previsto in espansione nel medio periodo, con compravendite in lieve aumento nel residenziale, mentre i prezzi resteranno fermi

Nei prossimi 2-3 anni il mercato immobiliare italiano è previsto in crescita, in corrispondenza con l’andamento positivo della congiuntura nazionale. I prezzi rimarranno stabili. I costruttori dovranno ripensare case e uffici, alla luce del fenomeno smart working.

Il comparto immobiliare è previsto in espansione nel medio periodo, con compravendite in lieve aumento nel settore residenziale, mentre i prezzi resteranno fermi. Il tutto è ancora condizionato dal forte impatto che la pandemia ha avuto e continua ad avere nel 2020, anche se le previsioni per il futuro sono in generale più rosee, con un’economia che dovrebbe migliorare lievemente sia nel corso di quest’anno sia nei prossimi 3 anni.

Investimenti sulla qualità

Il mercato immobiliare italiano continuerà ad attrarre investimenti che nel 2021 favoriranno i settori residenziale, logistico/industriale e terziario e dove anche i mercati di nicchia si ritaglieranno una buona fetta del totale. L’eredità della crisi sanitaria si manifesterà in un riequilibrio dei valori immobiliari, con un calo dei rendimenti sul breve periodo e più investimenti sul lungo, in nuove modalità di progettazione degli immobili, con una attenzione prioritaria per la qualità del costruito in termini di comfort, ampiezza vani, spazi intermedi.

In attesa del rimbalzo

Verranno penalizzati gli immobili in cattive condizioni con conseguente aumento sul mercato di quelli in disuso. Gli uffici dovranno essere ripensati in chiave smart working, sottolineando ancora di più la sicurezza e la salute dei lavoratori. Ci sarà un palese allentamento dell’attività fino all’esaurirsi della pandemia, dopo di che il mercato partirà con un forte rimbalzo. Previsioni che si sposano con quelle più “macro”, che mettono in conto sul medio termine il recupero della fiducia unito a un aumento del reddito.

Il momento di comprare casa

Il 2021 conferma quindi un lieve miglioramento dell’industria immobiliare, con un rialzo moderato delle vendite residenziali mentre per prossimi 3-5 anni gli scenari ipotizzati sono più rosei. Sul fronte dei prezzi, invece, prevale la cautela. Il momento attuale per comprare casa appare dunque favorevole, grazie ai tassi di interesse che continuano a girare sui minimi storici, alle quotazioni in fase di correzione e – soprattutto – in previsione di una loro prossima ripresa. - Francesco Megna, Tempi.it, 16 aprile 2021

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mercoledì 21 aprile 2021

Economia, Bankitalia: "Le prospettive di famiglie e imprese sono ancora molto incerte"

Solo 16% famiglie pensano che emergenza finisca entro l'anno

Attenzione all'economia, in particolar modo alla situazione di famiglie e imprese. "Nei nostri sondaggi famiglie e imprese riportano prospettive in moderato miglioramento, ma ancora molto incerte. Le imprese programmano un riavvio degli investimenti nella seconda parte dell'anno. Le famiglie manifestano l'intenzione di riprendere gradualmente i consumi, che però continuano a risentire in misura elevata della situazione sanitaria. Dalle nostre indagini risulta un impatto fortemente eterogeneo della pandemia sia sui redditi familiari, sia sulle imprese". Così Eugenio Gaiotti, Capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d'Italia, in audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

"Le scelte di consumo risultano ancora fortemente influenzate dall'andamento dei contagi e orientate a estrema cautela; solo il 16% delle famiglie si attende che l'emergenza sanitaria termini entro l'anno in corso. La maggioranza degli intervistati non si attende di impiegare per finalità di consumo nel corso di quest'anno il risparmio accumulato nel 2020; l'aumento del risparmio è peraltro concentrato tra le famiglie meno colpite dagli effetti della pandemia.

In Italia "tutti gli indicatori che noi osserviamo (tra questi i consumi di energia, i flussi di trasporto, i pagamenti al dettaglio) sono in moderato recupero rispetto alla fine del 2020; nel complesso suggeriscono che l'attività economica potrebbe essere rimasta pressoché stabile nei primi tre mesi dell'anno in corso, dopo la forte caduta del trimestre precedente, ma con andamenti disomogenei tra settori. Valutiamo che la produzione industriale possa essere cresciuta di poco meno dell'uno per cento nel primo trimestre; sarebbero invece rimasti deboli i servizi. Questi andamenti indicano la resilienza dell'economia, ma allo stesso tempo il persistente freno posto dai nuovi contagi". - Askanews 20 aprile 2021

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martedì 20 aprile 2021

Che case scelgono i pensionati? L'identikit di chi compra o affitta

Analizzando le operazioni immobiliari realizzate delle agenzie affiliate al gruppo, l'Ufficio studi di Tecnocasa ha stilato il profilo dei pensionati che hanno scelto di acquistare, o di affittare, casa nel 2020. 

Nel 2020 il 72,7% delle operazioni effettuate da pensionati attraverso le agenzie affiliate al Gruppo ha riguardato la compravendita di una abitazione, mentre nel 27,3% dei casi si è trattato di stipule di contratti di locazione. Rispetto al 2019 cresce la percentuale dei pensionati che sceglie l’affitto rispetto all’acquisto, si passa infatti dal 24,8% all’attuale 27,3%. Sul fronte compravendite, i pensionati compongono il 7,6% del totale degli acquirenti a livello nazionale. Si tratta di una percentuale in lieve calo rispetto al 2019 quando si arrivava all’8,0%.

Quasi nel 70% dei casi i pensionati comprano l’abitazione principale, nel 20,3% si acquista per investimento, mentre il 10,3% delle compravendite riguarda la casa vacanza. Rispetto al 2019 si evidenzia un calo della percentuale di acquisti per investimento da parte di pensionati, anche questa categoria infatti ha risentito dell’incertezza generata dalla pandemia in corso ed in alcuni casi preferisce aspettare il ritorno alla normalità prima di comprare per investimento. D’altro canto si segnala un leggero aumento della percentuale di acquisti di casa vacanza: infatti, soprattutto nei mesi successivi al primo lockdown, questo segmento ha visto aumentare richieste e compravendite

Anche nel 2020 la tipologia preferita dai pensionati rimane il trilocale, scelto nel 37,7% dei casi, mentre al secondo posto si piazzano i bilocali con il 25,4% delle preferenze. Rispetto al 2019 da segnalare un leggero aumento delle percentuali di acquisto di trilocali, 4 locali e soluzioni indipendenti e semindipendenti, mentre è in lieve calo la percentuale di acquisto dei bilocali.

I pensionati che acquistano casa sono coppie e coppie con figli nel 67,6% dei casi, mentre la restante parte è composta da single, divorziati, separati e vedovi. Solo una piccola parte degli acquisti da parte di pensionati è alimentata da un mutuo (15,2%), mentre nella maggior parte dei casi la compravendita si conclude in contanti (84,8%). Rispetto al 2019 si registra comunque un aumento di coloro che fanno ricorso al credito, anche grazie alla presenza di tassi sempre più bassi. - Idealista.it, 16 aprile 2021

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mercoledì 14 aprile 2021

Intervista a Radio News 24 - Chi sono e come sta andando il mercato immobiliare

Come ho cominciato ad occuparmi di mercato immobiliare? Di quali immobili mi occupo? Come stanno andando le compravendite nell'anno in corso? I prezzi salgono o scendono? E il mercato degli affitti?

Scopri la risposta a queste domande e tanto altro nell'intervista che ho rilasciato a Radio News 24!




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Quanto incide l'affitto di casa sul reddito delle famiglie? Le percentuali per città

Le famiglie milanesi sono quelle che destinano la quota più elevata delle loro entrate per l’affitto: il 43% stando all’Ufficio Studi di idealista, che ha incrociato i dati relativi al reddito netto degli italiani stimato a livello cittadino, con i prezzi delle locazioni del primo trimestre 2020 per calcolare il "tasso di sforzo" per affittare un appartamento nei principali centri del nostro Paese.

Significa che ben oltre il 33% delle proprie entrate devono esser destinate a pagare un affitto. Supererebbero la regola generale di non destinare più di un terzo del reddito per pagare l'affitto soltanto altre 5 città capoluogo: Vicenza (40%), Como (37%), Prato e Carbonia (entrambe al 36%), mentre Firenze e Oristano si fermano sulla soglia del 33 per cento.

Quanto pesa, in termini di sforzo salariale, l’affitto di un’abitazione nel resto d’Italia?
In 20 città l’impegno economico destinato alla locazione è compreso in uno stretto intervallo di soli 2 punti percentuali, dal 32% di Ferrara e Siracusa al 30% di città come Roma, Bologna, Bergamo, Padova e Trieste per citare le città più grandi. 

Nel restante 75% dei capoluoghi - praticamente in 3 centri italiani su 4 – lo sforzo economico delle famiglie destinato all’affitto è inferiore al 30 per cento. Scorrendo la graduatoria verso il basso troviamo Napoli, Bari (entrambe al 28%), Torino, Genova (con il 27% dello sforzo), quindi Verona (25%) e Palermo dove il rapporto canone-reddito raggiunge un’incidenza inferiore a quarto delle entrate familiari (24%).

Le città dove l’affitto incide meno sulle entrate delle famiglie sono Aosta, Caserta e Catanzaro: solo il 20% del loro reddito. - Idealista.it, 13 aprile 2021




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venerdì 9 aprile 2021

Mercato immobiliare: pronto a ripartire già nel 2021

Il recupero del mercato immobiliare dipenderà dall’andamento della pandemia e dalla ripresa economica. Messa in conto già quest’anno una ripresa delle compravendite, pur con prezzi ancora in lieve calo. Spicca l’interesse dei giovani grazie ai mutui vantaggiosi.
   
Nel 2021 è atteso un recupero delle compravendite immobiliari in tutte le realtà (a 570-580 mila a livello nazionale), con prezzi ancora in calo (tra -2% e 0%). Questi ultimi potrebbero recuperare già nel 2022. È quanto prevede Fabiana Megliola, responsabile dell’Ufficio studi del gruppo Tecnocasa, che tiene però a fare una precisazione: il punto cruciale da cui dipenderanno le sorti del mercato immobiliare sarà la tenuta dell’economia e dei posti di lavoro, su cui ancora non sono del tutto evidenti gli effetti della pandemia.

Le incertezze permangono ed è difficile fare i conti con l’emergenza e le aspettative legate anche all’arrivo del vaccino, ma più volte il mercato immobiliare ha sorpreso grazie al desiderio di acquistare casa che sembra invece resistere su tutto.

Il mercato creditizio spinge l’acquisto della prima casa  

I presupposti per una ripartenza del mercato immobiliare, alla luce della stabilità vista nella seconda parte del 2020, ci sono tutti. Nonostante gli stop-and-go alle attività determinati dalle misure di contenimento dei contagi, il mercato creditizio favorevole sta spingendo all’acquisto soprattutto sul segmento della prima casa.

La ricerca di abitazioni più ampie o con spazi esterni, seppur attenuata rispetto alla fase immediatamente successiva al primo lockdown, continua ad essere presente. E anche se la domanda per investimento appare ancora molto attenta, la casa – afferma l’esperta - è considerata comunque un valido impiego del capitale, ma ponderare la scelta su cosa e dove acquistala risulta essere sempre più determinante.

I comuni non capoluogo performano meglio dei capoluoghi

Nel 2020 le compravendite a livello nazionale sono diminuite del 7,7% rispetto all’anno precedente, portandosi a 557.926 (dati Agenzia delle Entrate), in recupero rispetto al calo drammatico che si era registrato nella prima parte dell’anno in concomitanza con l’esplosione della pandemia.

Come da aspettative, i comuni non capoluogo hanno performato meglio rispetto ai capoluoghi, chiudendo rispettivamente con una contrazione degli scambi del 5,7% e dell’11,4%. Questo confermerebbe, secondo Megliola, il crescente apprezzamento per le realtà più piccole, delineatosi dopo il lockdown. Nelle grandi città le compravendite sono diminuite maggiormente a Milano (-17,6%), decisamente meno a Bari (-8,8%). Roma chiude con transazioni in decrescita del 10%.

La progressione dei prezzi a Bari e a Milano

Nel secondo semestre 2020 i valori immobiliari hanno evidenziato un leggero ribasso nelle grandi città: -0,5%. Le realtà che hanno performato meglio sono state Bari (+1,5%), Milano (+0,8%) e Verona (+0,2%). Ancora una volta sono le abitazioni di Genova a perdere maggiore valore: -2,6%.

I prezzi delle aree centrali sono diminuiti di più rispetto a quelle semicentrali e periferiche. Le motivazioni sono da ricercare in un calo dell’acquisto per investimento (che spesso si indirizzava verso le zone centrali). Le zone semicentrali e quelle periferiche hanno retto meglio, molto probabilmente perché hanno attirato le richieste di chi ha realizzato l’acquisto della prima casa o un acquisto migliorativo, avendo a disposizione un budget più limitato.

Tempi di vendita mediamente più lunghi

L’analisi di Tecnocasa rileva un leggero aumento delle tempistiche di vendita nelle grandi città e nell’hinterland: si sono portati rispettivamente a 118gg e 157gg, con una crescita, in confronto alla prima parte del 2020, di sei e tre giorni.

Al contrario si registra un decremento di tre giorni nei capoluoghi di provincia (da 149 a 146 giorni). Le città più ‘veloci’ si confermano Bologna con 57 giorni (stabile) e Milano con 60 giorni (+4 giorni). L’analisi della domanda conferma in vetta alle preferenze il trilocale con il 40,5% delle richieste, a seguire il quattro locali con il 24% delle preferenze. Si conferma l’interesse per le soluzioni indipendenti e con spazi esterni, come un giardino o un terrazzo. Il bilocale prevale invece tra le richieste di Milano.

Spicca l’interesse dei giovani grazie ai mutui vantaggiosi

L’analisi delle compravendite realizzate attraverso le agenzie Tecnocasa evidenzia, nella seconda parte del 2020, il calo delle compravendite per investimento (da 17,8% a 16,3%), l’incremento di quelle di casa vacanza (da 6,1% a 7,2%) e la stabilità degli acquisti di prima casa. Sale la percentuale di acquisti di case indipendenti e semindipendenti (da 19,8% a 22,5%), così come aumentano gli acquisti nella fascia più giovane di età grazie ai mutui giovani agevolati. I giovani che intendono acquistare la prima casa, o ristrutturarla, godono infatti di importanti agevolazioni fiscali e di un mercato del credito che presenta oggi i migliori mutui per giovani più vantaggiosi del passato, grazie ai tassi d’interesse che sono ai minimi.

I giovani acquirenti di un’abitazione – secondo l’Osservatorio Mutui di MutuiOnline.it – all’inizio di quest’anno hanno infatti aggiornato i recenti massimi: le richieste di finanziamento si sono portate al top dal 2013 (3,5% del totale) quelle arrivate dai minori di 25 anni e dal 2017 (29,3%) quelle giunte dalla fascia compresa tra 26 e 25 anni. - MutuiOnline.it, 6 aprile 2021

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giovedì 8 aprile 2021

Andamento del mercato immobiliare residenziale, le previsioni 2021 di RE/MAX Italia

Un 2020 meno negativo del previsto per il mercato residenziale e un 2021 all’insegna della stabilità, pur nel delinearsi di importanti disparità tra realtà più resilienti e più colpite dalla pandemia. In sintesi questo è l’outlook espresso dal primo Real Estate Data Hub nato dalla collaborazione di RE/MAX Italia e Avalon Real Estate.

La domanda immobiliare residenziale nel 2020

Secondo quanto rilevato dall’analisi, l’andamento delle compravendite residenziali nel 2020 ha mostrato una netta frenata nella prima parte dell’anno (con un calo del 9% delle transazioni e un picco del -30% nel secondo trimestre) per poi evidenziare un recupero del 20% nel terzo trimestre, a concludere con un quarto trimestre all’insegna di un +9 per cento. In particolare sono calate le transazioni nei Ca­poluoghi di provincia mentre sono cresciute le transazioni di immobili residenziali in provincia registrando un aumento del 3% rispetto all’anno precedente.

Analizzando la domanda per tipologia acquistata, nel 2020 in confronto al 2019, si registra un calo dell’acquisto degli appartamenti che perdono 4 punti percentuali. Aumenta invece la richiesta di vil­le, case indipendenti, chalet, le cui transazioni sul totale aumentano del 2%.

A queste nuove esigenze, si aggiunge una richiesta di ambienti con più stanze. Analiz­zando il totale delle transazioni, nel 2020 calano di un punto percentuale le transazioni di bilocali in favore dei trilocali rispetto al 2019. La stessa tendenza viene confermata considerando le principali città italiane.

Tempi di vendita e locazione nel 2020

Nel 2020 secondo il Real Estate Data Hub si è visto un calo sensibile delle tempistiche di vendita e di locazione rispetto al 2019.

La media mensile dei giorni di ven­dita per la categoria appartamenti è passata da 162 a 152 giorni dal 2019 al 2020, per un calo totale delle tem­pistiche del -6,2 %. Per i loft/open space, i duplex, le case semi e indipendenti, le ville la media passa da 190 a 177 giorni, di­minuendo così del -6,8 %. Per gli appartamenti da 2 e 3 locali, invece, la variazione del 2020 rispet­to al 2019 risulta essere del -5%.

Per quanto riguarda invece la locazione, la categoria ap­partamenti è passata da 66 a 60 giorni dal 2019 al 2020, per un calo delle tempistiche del -9,1 %. Invece, la media dei giorni di locazione per le categorie di “loft/open space, duplex, case semi e indipendenti, ville” passa da 88 a 62 giorni, per una diminuzione del 29,5 %.

Andamento dei prezzi residenziali nel 2020

Nel corso del 2020 il trend dei prezzi residenziali è stato incostante. Denominatore comune nelle varie cate­gorie residenziali è stato il crollo dei prezzi in aprile, mese che ha subito maggiormente le conseguenze della pandemia.

Nello specifico, il crollo maggiore per gli appartamenti si è manifestato ad aprile. La ripresa usuale dei prezzi che avviene in primavera si è pertanto traslata in estate, quando le transazioni hanno guadagnato ter­reno grazie all’allentamento delle restrizioni anti Covid. Il calo estivo nel 2020 è stato contenuto, com­plice l’andamento dei prezzi traslato in avanti di un paio di mesi, per poi crescere in autunno ed inizio inverno. Nel corso del 2020 sono stati individuati movimenti ad U per i monolocali e i bilocali, mentre i trilocali hanno visto prima un assesta­mento dei prezzi e poi una risalita, le tre categorie hanno guadagnato valore rispetto al 2019.

A fine autunno ed inizio inverno tutte le macro regioni hanno visto una solida risalita dei prezzi di vendita, che nel caso del Nord, Sud Italia ed Isole si è tramutata addirittura in un superamento dei prez­zi dell’anno precedente. Nel Centro Italia nonostan­te la risalita, il livello dei prezzi di vendita è rimasto invece inferiore ai valori di dicembre 2019.

Più nel particolare si può sottolineare come le regio­ni di Campania, Puglia, Lombardia e Marche abbia­no visto un rialzo significativo dei prezzi (tra il +5% e il +25%); Lazio, Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia un rialzo moderato tra l’1 e il 3%.

In Toscana, Sardegna, Liguria, Veneto e Abruzzo i prezzi sono diminuiti di un importo compreso tra il -7 e il -23%.

Le regioni in media hanno assisti­to quindi ad un rialzo del +1% per questa categoria.

Outlook 2021 per il mercato immobiliare residenziale

Alla luce di quanto accaduto nel 2020, le previ­sioni del 2021 del Real Estate Data Hub di Re/Max e Avalon. Il sentiment è quello di una ripresa nel corso del 2021 che esprimerà una crescita modera­ta delle vendite residenziali, mentre la minoran­za degli operatori ha una visione più pessimista, stimando un anda­mento delle vendite stabile.

Per quanto riguarda i prezzi, anche in questa occasione una net­ta divisione di pensiero vede, da un lato, una previsione di stabilità e dall’altro un incremento moderato. La ripresa economica tuttavia evidenzierà le diseguaglianze tra coloro che durante la pande­mia hanno “resistito” registrando risultati addi­rittura positivi e coloro che non sono cresciuti, continuando a precipitare.

L’andamento delle transazioni residenziali sarà influenzato dalla crescita economica e dalla tem­pestività con cui i vaccini saranno resi disponibi­li. Ulteriori fattori da non dimenticare, saranno il risparmio delle famiglie, l’andamen­to dei tassi di interesse e il livello di occupazione. A questo proposito, il Recovery Fund dovrebbe accelerare la ripresa economica, migliorando il tasso di occupazione e di conseguen­za la capacità di spesa delle famiglie. Al momento, considerando queste variabili, il 2021 mostrerà una risali­ta graduale che andrà a rafforzarsi a partire dal 2022, anno in cui tornere­mo ai livelli pre pandemia. - Idealista.it, 1 aprile 2021

Rassegna stampa a cura di:

Luca Vona

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