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martedì 28 giugno 2022

Case rincarate del 4,6% da gennaio, ma incombe il rialzo dei tassi

Non accadeva da 10 anni che i prezzi per l'acquisto delle abitazioni crescessero così velocemente e per di più in tutta Italia. Ma è prevista una frenata con il rialzo dei tassi atteso per luglio che ha già ridotto il mercato delle surroghe sui vecchi mutui. 

L'ultimo aggiornamento dell'Istat sul mercato immobiliare registra un aumento del 4,6% nel primo trimestre dell'anno rispetto al medesimo periodo 2021. Era da un decennio che i prezzi delle abitazioni non rimbalzavano così decisamente. Per la precisione dal 2010, quando l'Istituto di statistica ha iniziato a censire l'andamento del mattone non si è mai verificato un incremento annuo dei prezzi di questa portata. 

Segnano un record anche i prezzi delle abitazioni esistenti, precisamente (+4,5% annuo), mentre per quelle nuove il rialzo è del 5%, sull'onda dei rincari fatti registrare dai costi di costruzione. La novità, rispetto al passato è che i medesimi rincari si segnalano in tutto il territorio nazionale. Forse perché la voglia di cambiare casa si è consolidata nei due lunghissimi anni di pandemia. 

L'Istat sottolinea inoltre che «nonostante il clima di incertezza e preoccupazione dovuto al conflitto in Ucraina, si conferma e si consolida il trend di crescita dei prezzi delle abitazioni avviatosi nel terzo trimestre 2019». Con una «persistente e vivace crescita dei volumi di compravendita» e cita l'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate che ha registrato un aumento degli scambi del 12% nel primo trimestre, dopo il +15,7% del trimestre precedente. 

I dati si riferiscono ancora ai primi tre mesi dell'anno, prima della stretta sui tassi di interesse annunciata per luglio dalla Banca centrale europea che sta rendendo l'accesso ai mutui più costoso e finirà per impattare inevitabilmente sulle compravendite. Già a maggio, secondo gli ultimi dati dell'Associazione bancaria italiana, i tassi dei nuovi mutui hanno raggiunto i massimi da tre anni a questa parte, vale a dire dal febbraio 2019 e sono saliti in media poco sotto il 2%, per la precisione all' 1,93%. Lo scorso anno, a maggio, erano fermi all'1,4%. 

A sostenere il mercato - e questa è una notizia positiva - sono soprattutto i più giovani, con l'aiuto delle agevolazioni del governo per la prima casa. Secondo l'analisi del Barometro Crif, a maggio, le richieste di mutui immobiliari da parte degli under 35 sono salite al 35,4% del totale in un contesto in cui la domanda complessiva è calata del 16,8% rispetto all'anno precedente. Ma vale la pena di sottolineare che la flessione è marcata soprattutto per le surroghe, date le condizioni di mercato meno convenienti che hanno interrotto di fatto le sostituzioni.

L'Istat calcola che la crescita acquisita dei prezzi delle abitazioni per il 2022, ovvero quella che si avrebbe in caso di variazioni nulle nel resto dell'anno, è del 2,8%. Ma l'incertezza è elevata. Un primo allarme sul mattone è arrivato nientemeno che dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, la settimana scorsa. Con gli aumenti dei tassi di interesse e l'erosione del reddito reale delle famiglie per l'inflazione, «il rischio di una correzione dei prezzi degli immobili sta aumentando», ha puntualizzato la Lagarde nel corso di un'audizione al Parlamento europeo. 

Il valore del rimbalzo registrato nei primi mesi dell'anno, comunque vale ancora di più perché interrompe una serie negativa durata un decennio. Nell'ultima edizione dell'analisi Housing in Europe, aggiornata al 2021, l'Eurostat calcolava che nell'ultimo decennio i prezzi degli immobili in Italia sono scesi del 15%. Segnalando però che nell'ultimo trimestre dello scorso  anno le quotazioni avevano già fatto registrare una netta ripresa, con un rialzo del 4,2%. Un fenomeno tutto italiano: mentre nell'Unione europea, a partire dal 2013, la curva dei prezzi è sempre stata tesa costantemente al rialzo, con un'impennata tra il 2015 e il 2020, al contrario i prezzi in Italia sono calati nettamente dal 2011, per poi stabilizzarsi a partire dagli anni 2018-2019. Naturalmente resta da capire quale possa essere l'effetto della stretta monetaria della Bce attesa già per il prossimo mese. - Attilio Barbieri, Libero quotidiano, 28 giugno 2022

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martedì 21 giugno 2022

Mutui e aumento dei tassi di interesse. Cosa succederà?

La Bce ha posto una stretta che segnerà una svolta per il mercato immobiliare, con un cambiamento netto sull’andamento dei tassi variabili dei mutui (e non solo).

Sono stati, infatti, incrementati i tassi d’interesse e, di conseguenza, le rate subiranno un aumento.

Vediamo cosa succederà.

Tasso fisso e tasso variabile: cosa aspettarsi e cosa conviene di più

L’Eurirs (riferito al tasso fisso) e l’Euribor (variabile) vedranno una crescita dei parametri proporzionale all’aumento del costo del denaro.

Cosa conviene fare?

Un esempio/simulazione

L’incremento di 25 centesimi dell’Euribor porta la rata calcolata per un mutuo di 200 mila euro a 20 anni (con un tasso finora dell’1%) da 920 euro al mese di giugno ai 959 di luglio.

Come ovvio, nel caso in cui dovesse esserci un nuovo aumento dell’Euribor a settembre, anche la rata subirebbe un rialzo.

Le stime della Bce? Dal valore zero di quest’anno, si passerà all’1,3% nel 2023, e all’1,6% nel 2024.

Non diversa la situazione per l’Eurirs. Guardando, ad esempio, ai mutui della durata di 20 anni, l’indicatore va dallo 0,6% di gennaio 2022 all’1,6% di maggio. E, poche ore fa, era al 2,18%.

Ma chi sarà toccato da questi aumenti?

Chi ha un mutuo già da alcuni anni a tasso fisso può stare tranquillo. Le conseguenze della stretta dell’Ue toccano:

  • i mutui a tasso variabile
  • le nuove accensioni a tasso fisso

Le azioni dell’Unione Europea

Lo scorso 9 giugno, la presidente della Bce ha dichiarato che l’Unione interromperà l’acquisto di titoli degli Stati membri per rifinanziare il loro debito e che, a luglio, si verificherà un primo rialzo (di 25 punti base) dei tassi di interesse dell’Eurosistema (parliamo della Bce e delle Banche Centrali dei Paesi dell’Eurozona).

Come far rallentare l’inflazione

L’idea di riportare l’inflazione al 2% circa, contro il record dell’8% a maggio, è legata al fatto che un basso costo del denaro metterebbe i cittadini nella condizione di farlo circolare in forma liquida, con un aumento del caro prezzi.

Al contrario, aumentando i tassi di interesse, sarebbero disponibili meno contanti e, quindi, l’inflazione rallenterebbe. - Immobiliare.it, 13 giugno 2022

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martedì 14 giugno 2022

Il mercato immobiliare inizia a tirare un po' il fiato

Mercato immobiliare in salita nel primo trimestre 2022: +12% di vendite, 181 mila le abitazioni acquistate. In crescita anche gli scambi del comparto terziario-commerciale (+14,5%) e soprattutto del settore produttivo (+23,6%). Ma pesano l'incertezza dei rincari energetici e dell'invasione dell'Ucraina, che stanno frenando le intenzioni di acquisto delle famiglie, divenute attente non solo al prezzo di vendita degli immobili ma anche alla loro efficienza energetica e allo stato di manutenzione. È quanto indicano l'Agenzia delle entrate e la Banca d'Italia in due distinti report sullo stato del mercato immobiliare nei primi tre mesi del 2022.

Secondo l'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle entrate, nel primo trimestre del 2022 resta positivo il tasso di crescita delle compravendite del settore residenziale (+12%), con quasi 20 mila transazioni in più rispetto allo stesso periodo del 2021, per un totale di oltre 181 mila scambi.

Per quanto riguarda le dimensioni delle unità immobiliari, la crescita più ampia interessa gli acquisti di abitazioni con superficie compresa tra i 50 e gli 85 m2 (+14,5%). Roma è la città con il maggior volume di compravendite con oltre 9 mila transazioni (+6,4%). 

La Banca d'Italia è cauta. Secondo l'indagine condotta da Palazzo Koch, che ha intervistato 1.574 agenti immobiliari, nel primo trimestre dell'anno si sono ulteriormente rafforzati i segnali di rialzo dei prezzi delle abitazioni. La quota di operatori che hanno venduto almeno un immobile è aumentata, raggiungendo un nuovo massimo dall'inizio della rilevazione nel 2009. Tuttavia, le attese delle agenzie sull'andamento del mercato immobiliare per il trimestre in corso sono peggiorate sia per il proprio mercato di riferimento sia per quello nazionale.

Lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è diminuito rispetto alla rilevazione scorsa (all'8,5% dal 9,7%), registrando un nuovo minimo. I tempi di vendita hanno continuato ad accorciarsi, scendendo per la prima volta sotto i 6 mesi (a 5,8 mesi da 6,2). Circa la metà degli agenti ha dichiarato che il valore delle offerte ricevute è stato ritenuto troppo basso dal venditore oppure che i prezzi richiesti sono stati giudicati troppo elevati dai compratori. 

È diminuita di poco più di tre punti percentuali (al 18,7%) la quota di operatori che segnalano una momentanea rinuncia alla vendita per la difficoltà nel reperimento del mutuo da parte degli acquirenti. La quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario è scesa di poco sotto al 70% (dal 73% nello scorso trimestre). Il rapporto fra l'entità del prestito e il valore dell'immobile è lievemente aumentato, attestandosi appena sopra al 78% (il valore più alto dall'inizio della rilevazione). - Matteo Rizzi, ItaliaOggi, 13 giugno 2022

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martedì 7 giugno 2022

OMI (Agenzia entrate): Nel I trimestre il mercato della casa è a +12%

Bene le compravendite immobiliari nel primo trimestre del 2022. A dirlo le statistiche dell'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate sui mercati residenziale, non residenziale e dei terreni del primo trimestre 2022.

I dati del report statistico dell'Agenzia delle Entrate sulle compravendite immobiliari 2022 evidenziano un mercato delle abitazioni ancora su, con un +12%, ma anche un balzo in avanti anche per i settori terziario-commerciale e produttivo.

Compravendite immobiliari in Italia, cosa è successo nel primo trimestre 2022

Nel primo trimestre 2022 segno positivo per le compravendite del settore residenziale e non residenziale.

Superano quota 181.000 le abitazioni acquistate nei primi tre mesi dell'anno, in rialzo del 12% rispetto allo stesso periodo del 2021. In crescita anche gli scambi del comparto terziario-commerciale (+14,5%) e soprattutto del settore produttivo (+23,6%). 

A partire dal primo trimestre 2022 sono poi prese in esame per la prima volta le informazioni relative al mercato dei terreni, distinguendo quelli agricoli da quelli edificabili.

L'andamento del mercato immobiliare residenziale

Secondo quanto emerso, nel primo trimestre del 2022 resta positivo il tasso di crescita delle compravendite del settore residenziale (+12%), con quasi 20.000 transazioni in più rispetto allo stesso periodo del 2021, per un totale di oltre 181.000 scambi. 

L'analisi dell'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate mostra alcune differenze tra i capoluoghi (+11,1% con 5.800 abitazioni compravendute in più) e i comuni minori, non capoluogo (+12,5% con 13.600 operazioni in più). L'incremento supera il 13%, rispetto al primo trimestre 2021, in tutte le aree geografiche del Paese, ad eccezione del Nord Est in cui la crescita si attesta al 6,5%, con dei picchi intorno al 16% in corrispondenza dei comuni minori del Centro e delle Isole.

Per quanto riguarda le dimensioni delle unità immobiliari, la crescita più ampia interessa gli acquisti di abitazioni con superficie compresa tra 50 e 85 mq (+14,5%).

Ma qual è la situazione del mercato delle grandi città? Nel periodo da gennaio a marzo 2022 il mercato delle abitazioni nelle principali città italiane evidenzia, con quasi 4.000 acquisti in più rispetto allo stesso trimestre del 2021, una variazione positiva nel suo complesso (+14,1%). Milano è la città con il tasso di crescita più marcato (+36% di operazioni rispetto al primo trimestre del 2021); seguono, a distanza, Palermo (+15,5%), Bologna (+11,1%) e Firenze (+10,2%). Roma è la città con il maggior volume di compravendite con oltre 9.000 transazioni (+6,4%). - Idealista.it, 7 giugno 2022

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