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mercoledì 30 settembre 2020

Affitti per gli studenti. Come sta cambiando il mercato

L’emergenza coronavirus e le misure adottate proprio per contrastare la diffusione del Covid-19 hanno inevitabilmente avuto un impatto anche sul mercato immobiliare degli affitti per gli studenti. Per capire cosa è mutato e in che modo sta cambiando il comparto, idealista/news ha rivolto qualche domanda a Nello di Coste, addetto Ufficio Stampa del Gruppo Toscano. Secondo un’indagine dello stesso Gruppo, infatti, rispetto allo scorso anno è aumentato il numero dei proprietari che si rivolgono a un professionista per affittare il proprio immobile a uno studente universitario.


In particolare, l’indagine, confrontando il periodo 1 giugno/13 settembre 2020 con lo stesso periodo dello scorso anno, ha mostrato che il numero di incarichi di affitto presso le agenzie del Gruppo è cresciuto del 66,5%. Le zone universitarie esaminate sono state quelle di Roma e Milano.

Con un mercato degli affitti universitari rallentato, per ottenere dei risultati, si decide più che in passato di rivolgersi a un professionista. L’indagine ha inoltre evidenziato che la poca richiesta e la vasta offerta stanno portando i clienti ad essere più esigenti. Questo significa, dunque, prediligere case ben ammobiliate e ben tenute.

Esaminando i diversi mercati è emerso che a Roma gli incarichi di affitto sono cresciuti del 65%. Nello specifico, sono state esaminate cinque agenzie del Gruppo Toscano vicine all’Università “La Sapienza” (San Lorenzo/Castro Pretorio, Piazza Bologna, Provincie, Tiburtina e Tiburtino 2) ed è stato ascoltato Salvatore Paradiso, da 16 anni in Toscano e Real Estate Broker di tre di queste agenzie, il quale ha affermato: “La nostra situazione è esempio di ciò che sta accadendo in tutta Italia. E’ evidente che i proprietari degli immobili, che finora non avevano difficoltà a trovare affittuari, oggi stanno incontrando delle difficoltà. Negli anni passati gli studenti dovevano muoversi con largo anticipo per trovare una stanza o un appartamento in affitto nelle zone di piazza Bologna, San Lorenzo e Tiburtina. Tra giugno e agosto gli appartamenti duravano sul mercato appena 15 giorni, oggi invece si rischia di aspettare per mesi”.

A Milano è stato registrato un aumento degli incarichi pari al 68%. Le agenzie del Gruppo Toscano esaminate sono state quelle di Solari, Bocconi e Città Studi. Giada Calzolari, Real Estate Broker dell’agenzia Bocconi, ha affermato: “Siamo di fronte a un grande aumento dell’offerta e una riduzione drastica della richiesta. Inoltre, chi cerca casa è molto più esigente. Alcuni proprietari hanno abbassato subito il canone d’affitto per essere sicuri di affittare. Se da un lato l’offerta di immobili è cresciuta a causa della conversione di case vacanza in affitti di lungo periodo, dall’altro le università hanno garantito la propria formazione online, permettendo a tantissimi studenti di rimanere con le proprie famiglie. Dobbiamo sicuramente aspettare la fine dell’anno perché le cose si sblocchino”.

E’ stata infine presa in considerazione la situazione di Bologna, che ha mostrato un trend differente. Nel capoluogo dell’Emilia Romagna si sta infatti assistendo a un ritorno alla normalità dopo qualche anno di mercato degli affitti dominato dalle case vacanze. A tal proposito, Francesco Pizzolla, Sales Manager dell’agenzia Toscano Centro Bologna, ha spiegato: “Trovare una casa a Bologna era diventato difficilissimo ed estremamente costoso. Oggi l’offerta è sicuramente aumentata e la richiesta resta più o meno stabile. Ogni giorno c’è un bel via vai di studenti e famiglie alla ricerca di una stanza in affitto. I numeri non sono quelli degli anni passati, ma il mercato degli affitti non è fermo”.

Ma vediamo quanto illustrato a idealista/news da Nello di Coste proprio in riferimento ai cambiamenti che stanno interessando il mercato immobiliare degli affitti per gli studenti.

Il lockdown e il largo utilizzo delle lezioni a distanza hanno modificato in pochi mesi il mercato immobiliare degli affitti per gli studenti. In base alle vostre rilevazioni, cosa sta accadendo?

“Chi può sta preferendo rimanere a casa presso le proprie famiglie. Questo si ripercuote sul mercato immobiliare degli affitti universitari.

Abbiamo preso in esame le aree universitarie delle principali città italiane e abbiamo notato che la richiesta è crollata rispetto agli anni scorsi e sul mercato molti immobili sono rimasti vuoti. Questi si sommano alle case vacanze, anch'esse vuote, producendo una situazione con un'offerta vastissima e una richiesta molto bassa.

La difficoltà di affittare stanze e appartamenti sta spingendo sempre più proprietari ad affidare il proprio immobile a un professionista, e questo ci ha fatto rilevare un +65% degli incarichi d'affitto a Roma e +68% a Milano”.

Cosa significa questo?

“Per noi è l'ennesima conferma che per questo tipo di attività è necessario rivolgersi a un professionista. In una situazione di difficoltà come questa, tanti proprietari comprendono di avere bisogno di una mano e così facendo riconoscono la nostra esperienza, il nostro potenziale e la nostra professionalità”.

In questa situazione, sono cambiate le esigenze di chi cerca casa?

“Le esigenze di chi cerca casa in affitto per studiare in una grande città sono sempre le stesse: vicinanza all'ateneo, prezzo di mercato e un'abitazione moderna e confortevole. Potremmo aggiungere gli spazi esterni, che sono sempre apprezzati sia per la vendita che per l'affitto.

Il cliente che sta cercando casa o una stanza è semplicemente più esigente e più attento ai dettagli, perché si ritrova davanti una vasta scelta di immobili che gli permetto di prendere tempo e scegliere secondo i propri gusti e le proprie possibilità. Questo conferma il fatto che gli immobili che si presentano meglio saranno i primi ad essere affittati.

Chi ha cambiato esigenze abitative è più chi compra casa. Già a marzo avevamo previsto un cambiamento delle esigenze abitative e questo cambiamento è arrivato. In alcuni studi precedenti e intervistando i nostri agenti in tutta Italia, abbiamo notato quanto importante sia diventato lo spazio esterno, nelle vendite e negli affitti.

Se tra gennaio e marzo il 20% dei nostri clienti acquistava un bilocale, il 32% un trilocale, mentre il 33% preferiva immobili con 4 o 5 vani; a maggio, subito dopo il periodo di quarantena, abbiamo assistito a un vistoso cambiamento: il 40% dei clienti ha scelto immobili con 4 o 5 vani”.

A fronte di ciò, quali sono i consigli per i proprietari degli immobili messi in affitto?

“Abbiamo raccolto le esperienze dei nostri agenti che sono il nostro contatto diretto con i clienti. Chi vuole affittare il proprio appartamento ha due opzioni molto chiare: abbassare il prezzo del canone mensile oppure valorizzare l'immobile e renderlo competitivo sul mercato.

Sappiamo bene che gli affitti universitari rappresentano una spesa importante per gli studenti e le famiglie, e normalmente si è disposti a spendere una cifra più elevata pur di trovare una sistemazione, vista l'alta richiesta di stanze e appartamenti nei quartieri universitari. Oggi che questa richiesta non c'è non resta che abbassare il canone mensile.

Oppure si può scegliere di investire e ammodernare l'immobile rendendolo appetibile, confortevole e più bello per il cliente che lo visiterà. Non è una novità che le abitazioni riservate agli studenti spesso non siano nuove di zecca, perciò il nostro consiglio è proprio quello di rendere l'immobile più appetibile.

Una cliente a Roma ha seguito questo consiglio e questo ha permesso al nostro agente di affittare l'immobile in pochissimo tempo senza abbassare il canone d'affitto”.

- Stefania Giudice, Idealista.it, 29 settembre 2020


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lunedì 28 settembre 2020

Certificato di agibilità di un immobile: che cos’è e a cosa serve

Che cos’è il certificato di agibilità di un immobile? A cosa serve e cosa è cambiato nel tempo? Per fare un po’ di chiarezza sul tema, idealista/news ha rivolto qualche domanda all’ingegnere Vincenzo Madera, dello Studio Madera. Vediamo dunque in cosa consiste questo documento, chi lo rilascia e perché è importante.

Che cos’è il certificato di agibilità?

“Secondo l’art. 24 del Testo Unico sull’Edilizia, il certificato di agibilità è un documento tramite il quale si attesta che un determinato immobile, a seguito dell’edificazione o di determinati interventi, possegga le condizioni di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico definite dalla normativa vigente e che sia stato realizzato secondo quanto indicato nel progetto”.


Cosa è cambiato nel tempo?

“L’agibilità è diventata obbligatoria nel 1934, con il Regio Decreto n. 1265, quando il Podestà (oggi Sindaco) doveva autorizzare e rendere abitabili le costruzioni eseguite in conformità al progetto approvato, che avessero i muri convenientemente prosciugati e che non fossero insalubri. È possibile trovare dei riferimenti ad autorizzazioni ‘simili’ anche precedentemente al 1934.

L’agibilità del 1934 era una semplice autorizzazione sanitaria e non edilizia. La svolta avviene nel 1967 con la legge Ponte che introduce la dichiarazione di abitabilità o di agibilità.

Nel 2001, con il Testo Unico sull’Edilizia 380/2001, viene abolita l’abitabilità e dal 2013, il certificato non viene più concesso dal Comune, ma viene sostituito da un'autocertificazione: l’attuale SCA, segnalazione certificata di agibilità.

Nel tempo, questo documento, oltre a cambiare dicitura, ha incrementato la sua valenza edilizia e urbanistica. All’inizio si trattava di una semplice prassi, dopodiché gli allegati e le attestazioni sono incrementate e oggi ha assunto un notevole valore diventando un documento essenziale per poter fruire dell’immobile”.

Perché è importante?

“Questo documento ci garantisce che l’edificio è salubre e vivibile, è ‘sicuro’ ed è conforme dal punto di vista urbanistico (non sono presenti abusi) secondo le norme vigenti al momento del rilascio dell’agibilità”.

Per quali immobili deve essere richiesto?

“Il certificato deve essere presentato per tutti gli immobili nel caso di:

a) nuove costruzioni;

b) ricostruzioni o sopraelevazioni, totali o parziali;

c) interventi sugli edifici esistenti che possano influire sulle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico”.

Chi lo rilascia e dove richiederlo?

“Essendo una segnalazione, non viene richiesta, ma viene rilasciata da un professionista abilitato, architetto, geometra o ingegnere che, sotto la propria responsabilità, dichiara la sussistenza dei requisiti di legge.

In particolare, la legge impone che, entro quindici giorni dall’ultimazione dei lavori, l’agibilità venga depositata dal titolare del Permesso di Costruire o della SCIA presso lo sportello unico per l'edilizia del Comune.

Ma, come accennavo, nella pratica è sempre il professionista incaricato delle attestazioni a consegnare il certificato in Comune”.

Cosa comporta la sua mancanza?

“Ad oggi, qualora venisse realizzato un edificio ex-novo, oppure venissero realizzati degli interventi su un fabbricato esistente che influiscano sulle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico, senza essere seguiti dal deposito del certificato di agibilità, questi immobili non potrebbero essere utilizzati”. - Stefania Giudice, Idealista.it, 23 settembre 2020

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venerdì 25 settembre 2020

Il Covid non frena i prezzi delle case

In controtendenza rispetto alle compravendite, che subiscono una brusca battuta d'arresto, nel II trimestre 2020, i prezzi delle case, secondo il consueto indice Istat, aumentano del 3,1% rispetto al trimestre precedente e del 3,4% rispetto al 2019. Un'accelerazione che si deve tanto ai valori delle abitazioni nuove che esistenti.

Aumento accelerato, quindi, rispetto all'1,7% del primo trimestre 2020. La crescita accelerata è dovuta sia ai prezzi delle abitazioni nuove (+2,7%) che a quelli esistenti (3,7%) entrambi in accelerazione rispetto al trimestre precedente (erano rispettivamente +1,0% e +1,9%).

La marcata crescita dei prezzi delle abitazioni consolida il trend che aveva iniziato a manifestarsi nella seconda parte del 2019 e fa riferimento a contratti siglati tra aprile e giugno ma le cui condizioni si sono perfezionate per lo più prima del lockdown. Il drastico calo del numero di compravendite di immobili residenziali ha riguardato la prima parte del trimestre in esame ed è stato in larga parte riassorbito a giugno, senza prefigurare, quindi, per ora, un calo generalizzato e persistente della domanda tale da influenzare l’andamento dei prezzi nel breve periodo.

Aumento generalizzato in tutte le aree geografiche

L'aumento dei prezzi delle abitazioni si registra in tutte le aree geografiche: il NordOvest e il Nord-Est mostrano aumenti marcati (rispettivamente +5,5% e +4,1%); segue il Sud e Isole (+2,3%) mentre il Centro si attesta su un tasso di crescita più basso (+0,9%). Anche su base congiunturale si registra ovunque un’ampia crescita dei prezzi delle abitazioni. A Milano accelera ulteriormente la crescita su base annua dei prezzi delle abitazioni (+15,9%). I prezzi aumentano, ma in misura più contenuta, anche a Torino (+1,8%) e a Roma (+1,3%)

Secondo l'Istituto nazionale di Statistica: "dopo la lunga sequenza di flessioni che dal 2012, con l’eccezione della debole risalita del 2016, si sono susseguite fino a metà del 2019, i prezzi delle abitazioni crescono in modo marcato e per il quarto trimestre consecutivo. Accelerano, in particolare, i prezzi delle abitazioni esistenti che tornano sopra il livello medio del 2015. La svolta si determina però in concomitanza con la crisi dovuta all’emergenza sanitaria che ha fortemente ridotto le compravendite di abitazioni e i prezzi del periodo in esame fanno per lo più riferimento a contratti i cui termini sono stati stabiliti prima del lockdown"

- Idealista.it, 25 settembre 2020


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giovedì 24 settembre 2020

Mercato immobiliare pronto al rimbalzo nel 2021

Il settore immobiliare è previsto in ripresa nel medio periodo, mentre è indicato ancora stabile per il prossimo anno, con compravendite in moderato aumento nel comparto residenziale, mentre i prezzi resteranno fermi. Il tutto è ancora condizionato dal forte impatto che la pandemia ha avuto e continua ad avere nel 2020, anche se le previsioni per il futuro sono in generale più ottimistiche, con un sistema economico che dovrebbe migliorare leggermente sia nel 2021 sia nel corso dei prossimi 3-5 anni. È la sintesi delle previsioni degli oltre 200 imprenditori e manager che si sono incontrati al 28.mo Forum organizzato da Scenari Immobiliari a Santa Margherita Ligure lo scorso fine settimana.


Breglia, gli investimenti privilegeranno il residenziale

Il mercato immobiliare italiano, secondo il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia, non smetterà di attrarre investimenti che nel 2021 privilegeranno in particolare i settori residenziale, logistico/industriale e terziario a Milano, così come a Roma dove anche i mercati di nicchia si ritaglieranno una buona fetta del totale. Dal sondaggio, in particolare, è emerso che l’eredità della crisi sanitaria si concretizzerà in un riequilibrio dei valori immobiliari, con un calo dei rendimenti sul breve periodo e più investimenti sul lungo, in nuove modalità di progettazione degli immobili, con una maggiore attenzione per la qualità del costruito in termini di comfort, ampiezza vani, spazi intermedi.

I costruttori dovranno ripensare abitazioni e uffici

Specularmente, secondo gli esperti del settore, verranno penalizzati gli immobili in cattive condizioni con conseguente aumento sul mercato di quelli in disuso (e una probabile correzione delle quotazioni in questa fascia). Gli uffici, inoltre, dovranno essere ripensati in chiave smart working, sottolineando ancora di più la sicurezza e la salute dei lavoratori. Ci sarà un evidente rallentamento dell’attività fino all'esaurirsi della pandemia – ha affermato ancora Breglia – dopo di che il mercato vivrà un forte rimbalzo. Previsioni che si sposano con quelle più macro, che mettono in conto sul medio termine il recupero della fiducia unito a un aumento del reddito.

Gli operatori prevedono la ripresa nel 2021

Tornando al sondaggio tra gli addetti ai lavori, quasi la metà (44%) degli imprenditori e manager intervistati durante il Forum di Scenari Immobiliari prevede che il sistema economico italiano migliorerà leggermente nel corso del prossimo anno, mentre poco meno di un terzo (30%) stima un suo leggero peggioramento. Aumentano invece gli ottimisti nel medio periodo (3-5 anni): più di 5 su 10 degli intervistati ipotizzano un piccolo miglioramento, mentre 2 su 10 una certa stabilità. 

Scenario più roseo per il prossimi 3-5 anni

Scendendo nel dettaglio, dalla ricerca emerge che se per il 2021 le previsioni di oltre un quarto degli intervistati (26%) punta a un lieve miglioramento dell’industria immobiliare, privilegiando in oltre il 40% dei casi una certa stabilità, per i prossimi 3-5 anni gli scenari ipotizzati sono più rosei e in quasi il 60% dei casi vede un piccolo miglioramento, con la stabilità che scende a valori attorno al 25%. La maggioranza (44%) si esprime verso un rialzo moderato delle vendite residenziali nel 2021 e solo un 34% le vede stabili. Sul fronte dei prezzi, invece, prevale la cautela che in 4 casi su 10 si traduce in una previsione di stabilità e solo 2 su 10 azzarda un incremento moderato.

Il momento attuale per comprare casa appare dunque favorevole, grazie ai tassi di interesse che continuano a girare sui minimi storici, alle quotazioni in fase di correzione e – soprattutto – in previsione di una loro prossima ripresa. Chi sta pensando di ricorrere a un mutuo casa per finalizzare l’acquisto di un’abitazione può consultare MutuiOnline.it, che mette a disposizione guide mutui approfondite e una serie di strumenti utili per capire meglio quale è il finanziamento più adeguato alla propria situazione. Ad esempio, si può calcolare la rata del mutuo o il piano di ammortamento del finanziamento che si sta valutando. Se, inoltre, si fa richiesta tramite il sito, si può anche risparmiare rispetto a chi si rivolge direttamente alla propria banca e ci si avvale per tutto il processo di un consulente dedicato.

- Fernando Mancini, MutuiOnline.it, 18 settembre 2020


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mercoledì 23 settembre 2020

Acquistare casa o affittarla? Ecco cosa scelgono i single italiani

I single italiani preferiscono comprare casa o affittarla? L'Ufficio studi di Tecnocasa ha fatto la fotografia delle tendenze abitative di chi vive solo nel nostro Paese

Analizzando gli acquisti e le locazioni realizzate dai single nel I semestre del 2020, si evidenzia un aumento della propensione all'acquisto, passata dal 62,7% di un anno fa all'attuale 67,6%. Mentre solo il 32,4% dei single italiani ha optato per l'affitto.

Le compravendite dei single, (categoria che comprende non sono celibi e nubili, ma anche divorziati e separati e vedovi) rappresentano il 29,5% del totale delle transazioni effettuate nel I semestre. Un dato in leggero aumento rispetto al 28,5% di un anno fa e al 28,0% del 2017. Vediamo che nelle grandi città questo dato si attesta al 34,3%.

A livello nazionale la tipologia più acquistata dai single è il trilocale (37,3%), seguita dal bilocale (33,2%), con i 4 locali che si fermano all’11,4%. Ville, villette, rustici, loft, case indipendenti e semindipendenti compongono insieme l’11,1% degli acquisti.

Rispetto al primo semestre del 2019 da segnalare un lieve aumento della percentuale di acquisto delle tipologie indipendenti e semindipendenti che passa dal 10,4% all’attuale 11,1%. Nelle grandi città invece i single acquistano soprattutto bilocali (42,7%).

In Italia il 34,9% dei single che ha comprato attraverso le agenzie del Gruppo Tecnocasa ha un’età compresa tra 18 e 34 anni, il 22,4% ha tra 35 e 44 anni, il 20% ha tra 45 e 54 anni, seguiti da percentuali in progressiva decrescita all’aumentare dell’età.

L’83% delle compravendite da parte di single riguarda l’acquisto dell’abitazione principale, il 14,1% l’investimento e il 2,9% riguarda la casa vacanza. Da segnalare, rispetto ad un anno fa, una diminuzione della percentuale di acquisti per investimento passata dal 15,7% all’attuale 14,1%. La contrazione degli acquisti per investimento è comunque un fenomeno generalizzato che riguarda anche le famiglie, si tratta infatti di una delle conseguenze dell’emergenza sanitaria che ha frenato questo tipo di acquisto.

Per quanto riguarda il mercato delle locazioni il 67,9% degli inquilini single ha preso casa in affitto per scelta abitativa, il 28,4% per motivi di lavoro ed il 3,7% per motivi legati allo studio. Rispetto ad un anno fa si segnala una contrazione delle percentuali di affitti a lavoratori e studenti che si attestavano rispettivamente al 33,8% ed al 4,8%. Anche in questo caso i numeri evidenziano le conseguenze della pandemia sul mercato immobiliare, in particolare sul mercato delle locazioni che ha subito un duro colpo a causa della temporanea chiusura degli atenei e del prolungato periodo di smart working.

- Idealista.it, 23 settembre 2020


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martedì 22 settembre 2020

Come funziona il saldo e stralcio immobiliare

Procedura vantaggiosa per creditore e debitore, oltre che per un possibile acquirente il saldo e stralcio immobiliare consente di comprare una casa pignorata senza partecipare all'asta. Il consigliere nazionale del Notariato, Valentina Rubertellli, spiega a idealista/news come funziona.

Per iniziare la procedura di saldo e stralcio è necessaria una trattativa con la banca pignorante. " Se ad esempio - spiega Rubertelli - il debito residuo è 100 e sono disposto a pagare per la casa pignorata 80, la banca potrebbe decidere di accettare, rinunciando a quella differenza di 20, per chiudere prima la posizione di sofferenza. Si parla di “saldo e stralcio”, perché consente al debitore di saldare il debito, e ottenere lo stralcio della propria posizione in sofferenza senza strascichi per gli ulteriori 20 che non si sono saldati. Quando invece si vende all’asta, se il prezzo ricavato è inferiore, la posizione del debitore per quello che residua non rimane mai stralciata, ma continua a sussistere: cioè il debitore non viene esdebitato.

Una volta raggiunto l'accordo come si procede? Raggiunto l’accordo ci si rivolge al notaio il quale, solitamente fissa il rogito in Tribunale affinché sia contestuale la consegna del prezzo dall’acquirente direttamente nelle mani del creditore procedente che rinunzia agli atti del giudizio così che il tutto si possa chiudere con la firma da parte del Giudice della ordinanza di estinzione della procedura esecutiva. Ove questa contestualità (in Tribunali grandi) non fosse possibile, si può chiedere al Notaio di farsi garante del tutto e farsi carico di ottenere, dopo la consegna del danaro, la rinunzia da parte del creditore procedente  e il provvedimento di estinzione del giudice.

I vantaggi del saldo e stralcio

La procedura del saldo e stralcio immobiliare è vantaggiosa per creditore, debitore e acquirente. Il creditore ha la possibilità di recuperare in tempi rapidi parte dei propri soldi, anziché attendere l’esito della vendita in asta oggi ancor più dilatati in conseguenza della sospensione dei termini dovuta alla normativa emergenziale; alla ripresa delle procedure il valore del bene potrebbe essere ulteriormente decrementato, tutto a scapito dell’interesse del creditore ma anche del debitore che non viene esdebitato. Il debitore può ottenere in tempi brevi l’esdebitazione e rientrare nell’elenco dei buoni pagatori ottenendo nuovi finanziamenti in futuro. L’acquirente può ottenere una consistente riduzione di spesa e dei tempi per l’acquisto dell’immobile.

- Annastella Palasciano, Idealista.it, 22 settembre 2020


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lunedì 21 settembre 2020

Andamento degli affitti nel 2020, come si sta muovendo il settore dopo il lockdown

SoloAffitti: “La richiesta rimane vivace, ad eccezione del mercato degli studenti, che vivono ancora nell’incertezza della situazione”

Come si sta muovendo il mercato immobiliare italiano dopo il periodo di lockdown dovuto all’emergenza coronavirus? In particolare, qual è l’andamento degli affitti in questi ultimi mesi del 2020? Per avere uno sguardo sul settore, idealista/news ha interpellato SoloAffitti, che sulla base del continuo confronto con i propri affiliati ha potuto offrire un quadro della situazione.

Isabella Tulipano, dell'ufficio stampa di SoloAffitti, ha spiegato a idealista/news: “La richiesta rimane vivace, ad eccezione del mercato degli studenti, che vivono ancora nell’incertezza della situazione”. Ad oggi è difficile prevedere se nel 2020 si potrà parlare di una ulteriore crescita del mercato dell’affitto, “il risultato finale – ha affermato Tulipano – sarà dato dalla somma cumulativa dei vari reparti”.

In pieno lockdown, analizzando quello che sarebbe potuto accadere al mercato degli affitti, si è parlato di un possibile aumento di richiesta e offerta e di stabilità nei canoni. Le cose stanno effettivamente andando in questa direzione o si sta assistendo a qualcosa di diverso?

“In effetti, l’esperienza delle nostre agenzie riporta che al rientro si è avuto (per fortuna) molto lavoro da sbrigare: persone che non vedevano l’ora di spostarsi, ricerche di immobili più grandi dove svolgere la propria attività, giardini, vicinanza ai familiari.

La richiesta rimane vivace, ad eccezione del mercato degli studenti, che vivono ancora nell’incertezza della situazione. Questa frenata della richiesta da parte degli studenti determina maggiore offerta di immobili disponibili, offerta più abbondante che deriva anche da immobili provenienti dal mercato degli affitti brevi. Con canoni stabili o leggermente al ribasso”.

Con l’importante utilizzo dello smart working e delle lezioni a distanza, si sta registrando un cambiamento delle persone interessate alla locazione? In questo momento, chi sta cercando abitazioni in affitto?

“Diciamo che lo smart working ha determinato la ricerca da parte di molti lavoratori di nuovi alloggi, più grandi e magari in zone residenziali. Una tipologia che continua a cercare casa in affitto sono i lavoratori saltuari, che a fronte di contratti per breve durata si rivolgono principalmente al mercato degli affitti transitori”.

Oramai non mancano molti mesi alla fine dell’anno. Nel complesso e nonostante una pandemia, ritiene che si potrà parlare di una ulteriore crescita del mercato dell’affitto nel 2020?

“Difficile prevederlo oggi. Sicuramente, il risultato finale sarà dato dalla somma cumulativa dei vari reparti: un calo in periferia potrebbe essere compensato dall’aumento in centro; il posto degli studenti potrebbe essere stato preso dai trasfertisti, pensiamo a tutto il reparto medico e paramedico”.

Il rischio relativo alla morosità degli inquilini, con le difficoltà economiche conseguenti alla pandemia, è cresciuto? In tal caso, sono aumentati i timori da parte dei proprietari di casa?

“Purtroppo, la risposta è un deciso sì: non ci sono ancora i dati ufficiali del Ministero sul numero di sfratti emessi e soprattutto le cause di sfratto sono sospese, ma sappiamo bene che a termine del blocco dei licenziamenti e delle casse integrazione saranno numerosi gli inquilini in difficoltà rispetto al regolare pagamento del canone.

Sappiamo anche che i proprietari sono stati disponibili a ridurre i canoni e venire incontro alle richieste di molti inquilini (secondo un’indagine condotta durante la Fase 1 da SoloAffitti, in 3 casi su 4 il proprietario dell’immobile ha accordato delle agevolazioni sul canone di affitto concordato ai propri affittuari che ne hanno fatto richiesta, ndr). Oggi più che mai avere altre forme di garanzie (per esempio ‘affittosicuro’) risulta una scelta quanto mai lungimirante”.

Una riflessione infine sugli affitti brevi. Si sta assistendo, come ipotizzato, a un passaggio verso l’affitto residenziale?

“Si assiste a un passaggio di alcune particolari tipologie di immobili, come le case più grandi in periferia, da case vacanze al tradizionale mercato dell’affitto.

Il boom del turismo dell’Italia su Italia ha permesso alle strutture di maggiore qualità di ‘resistere’, riportando il mercato degli affitti brevi in mano alle strutture ricettive più organizzate e meno a favore di proprietari ‘improvvisati’”.

- Stefania Giudice, Idealista.it, 20 settembre 2020


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giovedì 17 settembre 2020

Il trend degli affitti nelle principali città italiane. Centro VS. Periferia

Il mercato residenziale, come qualsiasi altro settore, ha subìto l’impatto della crisi economica scaturita dall’emergenza sanitaria. Cerchiamo di capire quale sia stato l’effetto covid sui canoni d’affitto nelle principali città italiane. Secondo i dati di idealista, soprattutto nei due principali centri economici del Paese, i prezzi al m2 delle periferie sono cresciuti di più rispetto a quelli del centro. Ecco il focus su Roma, Milano, Torino, Bologna e Firenze.

Il quadro generale, ad agosto 2020, conferma Milano come città con gli affitti medi in città più cari (19 €/m2), seppur con un calo dell’1,7% rispetto a luglio, i valori sono in lieve aumento (0,8%) rispetto allo stesso periodo del 2019. Tra le città prese in esame segue Firenze (15,5 €/m2) che però registra un calo del 6,4% su base annua.

Poco più dietro si piazza Bologna, dove il prezzo medio per un affitto è di 14 €/m2 (in aumento del 5,2% su base annua). A Roma, invece, gli inquilini spendono mediamente 13,8 €/m2 (+4,6% rispetto ai dati di agosto 2019). Decisamente più economici, invece, i prezzi a Torino (8,2 €/m2 e +2,7% rispetto ai valori dello scorso anno). Ma entriamo nel dettaglio, analizzando città per città le differenze tra centro e zone periferiche (ma senza uscire dal Comune).

Roma

Nella Capitale, per affittare un appartamento in centro, servono in media 20 €/m2, ovvero il 9,6% rispetto a quanto ci voleva ad agosto 2019. Mentre la zona in cui i canoni di locazione sono cresciuti di più negli ultimi 12 mesi è quella di Malagrotta-Casal Lumbroso-Ponte Galeria. Qui il prezzo medio è di 10,4 €/m2, in aumento del 6,3% su base annua e del 4,5% rispetto a luglio 2020.

Simile la situazione dell’area di Roma est-autostrade (10 €/m2 e aumento del 6,2% rispetto ad agosto 2019). Affitti in sensibile aumento anche per un’altra periferia del quadrante est, seppur nettamente più centrale, come Centocelle-Casilino, dove i canoni si aggirano sui 12 €/m2 (+5,9% su base annua). Appena fuori dal centro, all’Aurelio, la media è di 14,3 €/m2 (+5,8% rispetto a 12 mesi fa).

Milano

Vivere in centro, nel capoluogo meneghino, è decisamente caro. Gli appartamenti si affittano a una media di 25,4 €/m2 (in aumento del 3,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Eppure, la zona che è cresciuta di più nel 2020 si trova in periferia. A Baggio, infatti, si registra un +20,5% nei costi d’affitto rispetto ad agosto 2019, un’impennata che assesta i canoni di locazione a 14,2 €/m2.

Valori più o meno in linea con quelli di altre zone periferiche come Certosa (15,8 €/m2 e +5,4%), Vialba-Gallaratese (14,0 €/m2 e +5%), Corvetto-Rogoredo (15,7 €/m2 e +4,8%).

Torino

Tra le città messe sotto la lente di ingrandimento, il capoluogo piemontese è decisamente la più economica. Il prezzo al m2 in centro per gli affitti è di 10 euro in media (+6,7% rispetto a un anno fa). Mentre a crescere maggiormente negli ultimi 12 mesi è la zona di San Donato-Parella (6,6% e 8 €/m2). Segue Cavoretto-Borgo Po con un balzo del 5,6% (8,9 €/m2). Più contenuta la crescita dell’area Santa Rita-Lingotto-Mirafiori: +1,5% e 7,3 €/m2.

Bologna

I canoni d’affitto nel centro di Bologna si aggirano sui 15,1 €/m2, in crescita dl 5,4% rispetto ai valori registrati ad agosto 2019. È cresciuta abbastanza, invece, la zona di San Vitale-Massarenti (+9,6%), dove ora ci vogliono 13,7 €/m2 per affittare casa. Gli appartamenti a Saffi sono leggermente più economici, qui infatti servono 13,0 €/m2 (+8,3% su base annua). Costano praticamente come in centro, invece, gli affitti nella zona di San Manolo-Colli: 15,0 €/m2 e +8,2% rispetto a 12 mesi fa.

Firenze

Sulle sponde dell’Arno, in pieno centro, gli inquilini devono sborsare 16,7 €/m2, tuttavia il dato fa registrare un calo del 6,4% rispetto ai canoni di locazione richiesti 12 mesi fa. Ma anche in linea generale, a Firenze, i canoni di locazioni non sono cresciuti molto. Si segnalano solamente le zone di Isolotto-Legnaia (+2,3% e 13,7 €/m2) e Rifredi (0,3% e 13,1 €/m2).

- Idealista, Flavio Di Stefano, 17 settembre 2020



Rassegna stampa a cura di:

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