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venerdì 5 maggio 2017

Beni rifugio: la casa resta la prima scelta

Il mattone resta l'investimento preferito dalla maggioranza degli italiani che vogliono lasciare qualche certezza economica ai figli. Anche se perde un po' di smalto, l'investimento immobiliare risulta il preferito dal 51,7% del campione intervistato dal portale Immobiliare.it, che indica la casa come prima scelta, nel caso avesse la possibilità di acquistare un bene da tramandare ai suoi eredi.

E' un risultato per certi versi atteso, considerando la tradizionale vocazione degli italiani per il possesso di case. Ma - come sottolinea la stessa ricerca - si legge un cambiamento di tendenza, se si considera che quasi la metà degli intervistati (il restante 48,3%), infatti, non punterebbe al mattone ma opterebbe per altre tipologie di investimento. "Se i dati mostrano come gli italiani siano ancora molto legati alla proprietà immobiliare, ben più di quanto accada nei Paesi del Nord Europa, – riflette Carlo Giordano, ad di Immobiliare.it – rispetto agli anni della bolla questa convinzione comincia a vacillare. Nel 2006, infatti, oltre il 60% degli intervistati nel nostro stesso sondaggio dichiarava che avrebbe scelto una casa come bene da tramandare ai propri figli, considerando il momento storico in cui i valori immobiliari continuavano a salire e la domanda si manteneva su livelli molto sostenuti".

Quel che è certo, è che il tetto come bene-rifugio è trasversale lungo la Penisola e tra le fasce d'età: le percentuali di chi investirebbe in una casa per i figli sono poco più elevate della media nazionale al Sud (54,38%) e fra gli over 60 (58,23%).

Ma per quale ragione il mattone esercita ancora questo fascino? "Chi vorrebbe lasciare un immobile ai propri eredi lo farebbe nel 41,65% dei casi in quanto convinto si tratti dell’unico bene durevole, anche se oltre il 29% lo acquisterebbe perché poco fiducioso nelle possibilità delle nuove generazioni, che difficilmente riusciranno a comprarlo in autonomia. Oltre il 18%, però, ha dichiarato che comprerebbe casa ai figli per evitare che questi sprechino denaro in affitto, percentuale che arriva quasi al 21% al Sud, dove la locazione sembra ancora essere considerata come un “ripiego” alla proprietà", dice la ricerca. Non spaventa neppure il fatto che i figli possano vivere altrove: il 61,36% di quelli che opterebbero per un investimento immobiliare lo farebbe nella propria città. Il 19,20% punterebbe a uno dei grandi centri italiani, il 13,34% preferirebbe una località di villeggiatura e appena il 6,10% investirebbe in un Paese estero.

Chi invece guarda alle opzioni diverse dall'immobiliare, non punta deciso su uno strumento di investimento. "Il 16,52% del campione avvierebbe un’attività di business redditizia da tramandare, l’11,28% sottoscriverebbe
una polizza vita, il 14,89% opterebbe per fondi di investimento e prodotti finanziari e solo il 5,60% acquisterebbe oro e diamanti. Analizzando le loro ragioni per non aver indicato la casa, il 43,27% reputa gli immobili come beni troppo costosi da mantenere", chiosa la ricerca.

- La Repubblica, Economia & Finanza, 3 maggio 2017

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