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martedì 18 febbraio 2025

Domanda e prezzi delle case in crescita. L'offerta non tiene il passo

L'aumento dei prezzi nel mercato immobiliare italiano e il conseguente squilibrio tra domanda e offerta rappresentano un fenomeno significativo che ha diverse implicazioni per l'economia e la società italiana.

Incremento dei Prezzi

Nel 2025, i prezzi degli immobili in Italia sono aumentati in media del 16,1% rispetto al 2019. Questo aumento è stato registrato in numerose città, con alcune come Firenze e Milano che si distinguono per i prezzi più alti. Ad esempio, a Milano, i prezzi hanno superato i 5.400 euro al metro quadro, rendendo questa città la più cara d'Italia.

Squilibrio tra Domanda e Offerta

La domanda per l'acquisto e la locazione continua a crescere, ma l'offerta non riesce a tenere il passo. Questo squilibrio è particolarmente evidente in alcune grandi città, dove la trasformazione degli immobili in strutture per affitti brevi (come Airbnb) ha ridotto la disponibilità di abitazioni per chi cerca una residenza stabile. 
In città come Palermo, Bari e Torino, si registra un aumento della domanda per l'acquisto di abitazioni che traina anche i prezzi, con incrementi annuali significativi. Tuttavia, la carenza di offerta abitativa è un problema diffuso, con tempi medi di vendita che si riducono ma i prezzi che continuano a salire.

Conseguenze Sociali ed Economiche

L'aumento dei prezzi e la scarsità di offerta hanno reso l'acquisto di una casa un obiettivo sempre più lontano per molte famiglie italiane. Questo fenomeno alimenta l'emergenza abitativa, con un numero crescente di famiglie che si trova a dover affrontare affitti elevati o a cercare alternative meno desiderabili come vivere con i genitori più a lungo o spostarsi in periferie più economiche ma meno servite.

Prospettive per il Futuro

Gli esperti prevedono che il mercato continuerà a essere caratterizzato da tensioni tra domanda e offerta, con una possibile moderazione solo se vi sarà un significativo aumento dell'offerta di nuove costruzioni o un cambio nelle politiche abitative. Tuttavia, le tendenze attuali suggeriscono che, senza interventi mirati, i prezzi potrebbero continuare ad aumentare, soprattutto nelle aree più richieste e con forte attrattiva turistica o lavorativa.


Luca Vona

Hommage | Real Estate & Home Staging

Amministratore unico

Iscritto al Ruolo Agenti immobiliari REA n° 1207532 - CCIAA di Roma

Via Flaminia 388 Roma

Tel. 3385970859

www.hommage.casa

lunedì 17 febbraio 2025

Quanti stipendi servono per comprare casa?

Il sogno di possedere casa è da sempre al centro delle aspirazioni di molte famiglie italiane, ma negli ultimi anni il divario tra reddito medio e prezzo degli immobili si è allargato in maniera significativa. Oggi, infatti, il numero di stipendi necessari per acquistare una casa sta aumentando, soprattutto nelle grandi città come Milano e Roma, dove la domanda elevata e la scarsità di nuove costruzioni spingono i prezzi alle stelle.

I dati più recenti indicano che per un lavoratore dipendente di Roma sono necessari in media circa 164,8 stipendi mensili per acquistare una casa, ovvero quasi 14 anni di retribuzioni. In altre parole, se un dipendente non dovesse spendere nulla per altre esigenze, dovrebbe lavorare quasi 14 anni per mettere insieme la somma necessaria per un bilocale in semicentro.

Va notato, tuttavia, che il numero di stipendi richiesti varia in base alla categoria professionale: per un operaio la cifra può arrivare a circa 15 anni di stipendio, mentre per un impiegato e per un dirigente i dati si attestano rispettivamente intorno a 12,5 e 5,1 anni. Queste differenze evidenziano la crescente difficoltà per chi percepisce redditi medi di accedere al mercato immobiliare nella Capitale.

Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici. Da un lato, l’economia globale e le dinamiche di investimento hanno fatto sì che il mattone diventi un bene sempre più ambito non solo dai cittadini, ma anche dagli investitori stranieri, i quali contribuiscono ad innalzare i prezzi. Dall’altro, il ritmo di costruzione di nuove abitazioni non riesce a tenere il passo con la domanda, creando un mercato in cui l’offerta scarseggia rispetto alle necessità di chi cerca casa.

In questo scenario, strumenti come agevolazioni fiscali, mutui a tassi agevolati e programmi di sostegno all’accesso alla prima casa si presentano come possibili soluzioni per colmare il gap tra il costo degli immobili e il reddito medio delle famiglie. Tuttavia, tali misure da sole potrebbero non essere sufficienti se non accompagnate da una politica abitativa più strutturata, che favorisca la costruzione di nuove residenze e garantisca una maggiore equità territoriale.


Luca Vona

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venerdì 14 febbraio 2025

Vendere una casa "difficile". Strategie di valorizzazione per concludere l’affare

Vendere un’abitazione considerata “problematica” richiede un approccio strategico. Che si tratti di impianti obsoleti, ubicazione poco ambita o questioni burocratiche irrisolte, trasformare gli svantaggi in opportunità è possibile. Ecco come intervenire per rendere l’immobile più appetibile e accelerare la vendita.

1. Evidenziare i Punti di Forza

Ogni casa ha caratteristiche uniche: stanze spaziose, un quartiere sicuro o un affaccio verde possono compensare criticità come layout datati o distanza dal centro. Durante visite e annunci, focalizzarsi su questi aspetti è cruciale. Ad esempio, un’abitazione con impianti vecchi ma ben esposta può essere presentata come una “tela bianca” per personalizzazioni, attirando chi cerca potenziale da sfruttare.

2. Valorizzazione con Interventi Mirati

Non servono ristrutturazioni costose: piccoli accorgimenti di home staging possono rinnovare l’atmosfera.

  • Ridipingere pareti con tonalità neutre per creare spazi luminosi.
  • Riorganizzare i mobili per ottimizzare gli spazi e migliorare la fruibilità.
  • Aggiornare elementi visivi: sostituire infissi danneggiati, cabine doccia o illuminazione.
  • Un arredamento minimalista aiuta i potenziali acquirenti a visualizzare il proprio stile, aumentando l’appeal.

3. Risolvere Questioni Amministrative

Contenziosi condominiali, pratiche edilizie incomplete o multe non pagate sono deterrenti. Affrontare queste problematiche prima della vendita evita negoziati complicati e rassicura i compratori sulla regolarità dell’immobile.

4. Prezzo Corretto: La Chiave del Successo

Una valutazione realistica è essenziale. Un prezzo troppo alto rischia di allungare i tempi di vendita, mentre un ribasso improvviso può insospettire. Consultare un esperto permette di considerare parametri oggettivi: metratura, classe energetica, confronto con immobili simili e trend di mercato. Strumenti online offrono stime preliminari, ma una consulenza professionale garantisce precisione.

5. Affidarsi a un’Agenzia Immobiliare

Un agente qualificato gestisce annunci, visite e aspetti legali, alleggerendo il carico del venditore. La sua rete di contatti e conoscenza del territorio accelerano la vendita, anche in casi complessi. Inoltre, sa come presentare l’immobile, trasformando criticità in punti di discussione costruttivi.

6. Se la Casa Non Si Vende: Alternative Pratiche

Dopo mesi senza offerte, è tempo di ripensare la strategia:

  • Rivalutare il prezzo in base al feedback dei potenziali acquirenti.
  • Investire in migliorie come cappotti termici o rivestimenti moderni.
  • Ottimizzare gli annunci con foto professionali e descrizioni accattivanti.
  • Assumere un home stager per rendere gli ambienti neutri e accoglienti.

7. Fattori che Abbassano il Valore

Alcuni elementi penalizzano inevitabilmente l’immobile:

  • Posizione scomoda o lontana da servizi essenziali.
  • Classe energetica bassa, con conseguenti costi di gestione elevati.
  • Impianti obsoleti (elettrico, idraulico) che richiedono interventi.
  • Scarsa luminosità o esposizione sfavorevole.
  • Dimensioni ridotte o distribuzione degli spazi poco funzionale.

Conclusioni

Vendere una casa “difficile” richiede pazienza e un piano strutturato. Valorizzare i pregi, intervenire sull’estetica, risolvere questioni legali e fissare un prezzo realistico sono passi fondamentali. Affiancarsi a professionisti competenti riduce stress e incertezze, trasformando una sfida in un’opportunità concreta. Con gli accorgimenti giusti, ogni immobile può trovare il suo acquirente ideale.


Luca Vona

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venerdì 7 febbraio 2025

Mutuo 2025: fisso o variabile? La guida definitiva per acquistare casa

Se stai pensando di comprare casa nel 2025, una delle decisioni più importanti sarà scegliere tra mutuo a tasso fisso o variabile. Dopo un periodo di tassi elevati nel 2023 e 2024, finalmente assistiamo a una tendenza al ribasso che potrebbe rendere le condizioni di finanziamento più favorevoli. Ma quale opzione conviene davvero?

Cosa aspettarsi nel 2025

Nella seconda metà del 2024 i tassi sono scesi di oltre un punto percentuale, e questa tendenza sembra destinata a proseguire nel 2025. Ciò significa che potresti trovare offerte molto più interessanti rispetto agli anni passati. Ad esempio, per un mutuo prima casa all’80% (150.000 euro per 30 anni) il passaggio da un tasso del 3,15% (febbraio 2024) a uno del 2,67% (febbraio 2025) permette di abbassare la rata mensile da circa 644 a 606 euro, con un risparmio mensile di 38 euro e un totale di quasi 14.000 euro risparmiati sugli interessi.

Mutuo fisso o variabile?

La scelta dipende in gran parte dal tuo profilo e dalla tua propensione al rischio.

  • Tasso fisso: Garantisce la stabilità della rata per l’intera durata del mutuo. Con il fisso sai esattamente quanto spenderai ogni mese, facilitando la gestione del budget e evitando sorprese. Attualmente, il miglior tasso fisso si attesta intorno al 2,35%, rendendolo la scelta più sicura, soprattutto per mutui con durata superiore ai 5 anni.
  • Tasso variabile: Solitamente offre condizioni iniziali più vantaggiose, ma comporta il rischio che, in caso di ripresa dell’inflazione, la BCE possa aumentare i tassi, facendo salire le rate. Inoltre, dall’inizio del 2023 il tasso variabile (circa 3,18%) è stato superiore al fisso, una situazione che ricorda gli anni difficili del 2008.

Tipologie di mutuo e alternative intermedie

Se non sei ancora convinto, esistono soluzioni che combinano i vantaggi di entrambe le opzioni:

  • Tasso misto: Inizi con un tasso fisso o variabile e, dopo un periodo prestabilito (da 1 a 10 anni), puoi decidere se mantenere il tasso scelto o cambiarlo.
  • Tasso variabile con CAP: La rata varia come in un mutuo a tasso variabile, ma esiste un limite massimo oltre il quale il tasso non può salire, proteggendoti da aumenti eccessivi.
  • Tasso variabile a rata costante: In questo caso, l’importo della rata rimane invariato, mentre è la durata del mutuo a variare in funzione delle fluttuazioni del tasso.

Come monitorare e ridurre il tasso

Per seguire l’andamento dei tassi, è importante conoscere gli indici di riferimento:

  • Il tasso fisso si basa sull’EurIRS, bloccato al momento della firma del mutuo, garantendo così la stabilità della rata.
  • Il tasso variabile, invece, si fonda sull’Euribor: le sue variazioni influenzano direttamente l’importo delle rate.

Se possiedi già un mutuo, puoi approfittare della riduzione dei tassi attraverso la surroga (cambio banca senza costi aggiuntivi) o la rinegoziazione (trattativa con la banca per abbassare il tasso), strumenti che dal 2007 sono resi ancora più accessibili dalla Legge Bersani.

Conclusioni

Nel 2025 la scelta tra mutuo fisso e variabile dovrà basarsi sulle tue esigenze e sulla tua capacità di gestire eventuali oscillazioni. Se preferisci la sicurezza e la certezza di una rata costante, il tasso fisso è la soluzione ideale. Se, invece, sei disposto a correre qualche rischio per approfittare di eventuali ulteriori ribassi, potresti considerare il tasso variabile o una delle sue varianti intermedie. In ogni caso, informarsi e confrontare le offerte è fondamentale per fare la scelta giusta e realizzare il sogno di acquistare casa in modo consapevole.


Luca Vona

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