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martedì 4 novembre 2025

Bilocale o trilocale: quale scegliere per investire?

La scelta tra un bilocale e un trilocale rappresenta una decisione strategica che ogni investitore immobiliare deve valutare attentamente. Non esiste una risposta univoca: tutto dipende dai propri obiettivi finanziari, dall'orizzonte temporale dell'investimento e dal mercato di riferimento.

Il bilocale: efficienza e liquidità

Il bilocale si compone di due vani principali—soggiorno e camera da letto—oltre a cucina e bagno, che nelle classificazioni commerciali non rientrano nel conteggio delle stanze. Questa configurazione essenziale nasconde però un potenziale interessante per l'investitore accorto.

Il target di riferimento è ampio e dinamico: single, giovani coppie senza figli, studenti universitari, giovani professionisti e pensionati in cerca di una soluzione pratica. Questa varietà di potenziali inquilini garantisce un bacino di domanda costante, particolarmente nelle città universitarie e nei centri con alta mobilità lavorativa.

I vantaggi economici sono evidenti sin dall'acquisto. Il prezzo contenuto permette di entrare nel mercato immobiliare con un capitale ridotto, mentre i costi di gestione—dalle bollette alla manutenzione ordinaria—risultano significativamente inferiori rispetto a soluzioni più grandi. Dal punto di vista della redditività, il bilocale offre tempi di locazione rapidi e un turnover che, sebbene più frequente, garantisce la possibilità di adeguare periodicamente il canone alle condizioni di mercato. Il rendimento percentuale sull'investimento iniziale tende a essere più elevato.

Il limite principale resta lo spazio: le famiglie con bambini difficilmente prenderanno in considerazione questa soluzione, riducendo così una fetta di mercato.

Il trilocale: solidità e prospettive a lungo termine

Con tre vani abitabili—tipicamente un soggiorno e due camere da letto—oltre a cucina, bagno e spazi accessori, il trilocale si posiziona su un segmento diverso del mercato.

Il target è più specifico ma anche più stabile: famiglie con uno o più figli, coppie che programmano di allargarsi, professionisti che necessitano di uno studio domestico. Questi inquilini tendono a permanere più a lungo nell'immobile, riducendo i periodi di sfitto e i costi legati al cambio di locatari.

I vantaggi strategici si apprezzano nel medio-lungo periodo. Lo spazio maggiore e la versatilità degli ambienti rendono l'immobile appetibile per un'utenza disposta a pagare canoni più elevati. La stabilità degli inquilini riduce il rischio di mancati introiti e i costi di intermediazione. Sul fronte patrimoniale, il trilocale mantiene meglio il valore nel tempo e può offrire margini di rivalutazione superiori, rappresentando anche un'opzione per un eventuale utilizzo personale futuro.

Il rovescio della medaglia è rappresentato dall'investimento iniziale più consistente e dai costi di gestione superiori—dalle utenze alle spese condominiali, dalla manutenzione ordinaria a quella straordinaria. La minore liquidità dell'investimento va considerata attentamente: trovare l'inquilino giusto può richiedere più tempo.

Considerazioni fiscali e normative

Dal punto di vista legale, entrambe le tipologie sono soggette alla medesima disciplina contrattuale in termini di durata, modalità di registrazione e tutele per le parti. La dimensione dell'immobile non modifica il quadro normativo di riferimento.

Le differenze emergono invece sul piano fiscale, dove la dimensione dell'immobile incide direttamente sulla pressione tributaria:

L'IMU, interamente a carico del proprietario, cresce proporzionalmente al valore catastale, risultando più onerosa per i trilocali. Questa voce di costo va attentamente considerata nel calcolo della redditività netta.

La TARI è calcolata in base alla superficie e al numero di occupanti. Sebbene generalmente a carico dell'inquilino, nei periodi di sfitto resta una spesa del proprietario. I trilocali, per metratura e potenziale numero di residenti, comportano importi più elevati.

La tassazione del reddito da locazione—sia in regime IRPEF ordinario che con cedolare secca—è proporzionale al canone incassato. I trilocali, garantendo affitti più sostanziosi, generano un maggior prelievo fiscale in termini assoluti, pur mantenendo percentuali invariate rispetto ai bilocali.

Come orientarsi nella scelta

La decisione finale dovrebbe basarsi su un'analisi che integri diversi fattori: il capitale disponibile, la propensione al rischio, le caratteristiche del mercato locale, e gli obiettivi personali. Il bilocale privilegia l'efficienza e la rapidità di ritorno economico, mentre il trilocale punta sulla stabilità e l'apprezzamento patrimoniale nel tempo. Comprendere quale approccio si allinea meglio alla propria strategia d'investimento è il primo passo verso una scelta consapevole e redditizia.


Luca Vona

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