Clicca qui sotto per sfogliare il menu

lunedì 28 marzo 2011

Prezzi in calo mercato fermo. Immobiliare, ripresa rinviata

Ripresa rinviata al 2013 per il mercato immobiliare. E il 2011 è incominciato (e proseguirà) con l'encefalogramma piatto. Neppure un lieve calo dei prezzi sta dando la scossa: il numero delle compravendite rimane ai bassi livelli del biennio 2009-2010, gli anni della crisi. A incidere su questa non favorevole situazione sono sia la troppo lenta e incerta ripresa dell'economia sia le banche passate dall'erogazione benevola dei mutui a una restrizione che Nomisma ritiene troppo rigida. Il Rapporto traccia un quadro preoccupato, rilevando «dinamiche di mercato particolarmente rigide, che disegnano un quadro di stagnazione destinato ad appesantire ogni previsione». Tra gli elementi preoccupanti al primo posto c'è il calo delle compravendite registrato nel secondo semestre 2010 (-3,5% sullo stesso periodo del 2009, con punte di -5,5% nei centri urbani minori e di -10% al Sud), che, seppur parzialmente compensato da una capacità di tenuta dei mercati urbani del Centro-Nord, porta il saldo annuale ad appena un +0,4% sul 2009, con la probabilità che il segno meno comparirà nel preconsuntivo 2011. Questo andamento appare preoccupante perché le quotazioni sono registrate statiche e a volte in leggera diminuzione. Sul mercato arrivano occasioni ma non incontrano la domanda. «In considerazione dell'ingente mole di invenduto», ha spiegato Luca Dondi, responsabile dell'Area immobiliare di Nomisma, «e in assenza di una sostenuta correzione al ribasso dei prezzi e di un allentamento dei criteri di concessione del credito è difficile ipotizzare un mutamento dell'attuale deficitaria dinamica tra domanda e offerta». Nomisma ha messo a punto l'indice di valutazione di un immobile che misura la sua capacità di essere prontamente trasformato in moneta. E composto dagli elementi tradizionali, più gli sconti praticati sulle transazioni (cresciuti nel 2010) e i tempi medi di vendita (che continuano a dilatarsi). Applicato ai 13 maggiori centri urbani l'indice rivela che a fine 2010, nel residenziale l'area meno illiquida è Milano (con domanda in aumento e sconti bassi, livelli di compravendite ancora esigui, tempi di vendita elevati e prezzi ai minimi), mentre Palermo si colloca all'estremo opposto. Nel 2010 le case hanno perso l'1,6 % del loro valore nelle grandi-medie città, l'1,8 negli altri centri urbani. «Ci attende un biennio di stabilità», ha concluso Dondi, «stimiamo prezzi in crescita dello 0,6% nel secondo semestre 2011 e dell'1,9% nel secondo semestre 2012».

- Carlo Russo, ItaliaOggi, 26 marzo 2011